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L’ANNIVERSARIO

Maria Gaetana Agnesi, la (grande) matematica di Dio

Duecentoventi anni fa moriva a Milano una delle più grandi matematiche di sempre, Maria Gaetana Agnesi (1718-1799), che ebbe tra i suoi maestri molti sacerdoti eruditi. Fu la prima donna autrice di un libro di matematica, ma la sua vera vocazione era quella della carità cristiana.

Cultura 09_01_2019

 

Una bambina prodigio nella Milano del Settecento, un padre, Pietro Agnesi, che ne fa l’attrazione della sua nobile casa esibendola per le sue enormi e precoci capacità. Inizia così l’avventura di Maria Gaetana Agnesi, nata il 16 maggio 1718, che già a nove anni recita un’orazione in latino e che, sotto la guida di illustri maestri, trova la via della scienza e della matematica diventando una grande nella materia.

Tra questi maestri molti sono sacerdoti eruditi, docenti universitari come Francesco Manara, docente di fisica sperimentale all’Università di Pavia, Michele Casati, anche lui fisico all’Università di Torino e poi vescovo di Mondovì, Guido Grandi, monaco camaldolese membro della Royal Society.

Ma la sua vocazione è e sarà altra. Infatti, all’età di vent’anni esprime il desiderio di ritirarsi dal mondo ed entrare tra le Suore Carcanine. Suo padre rimane come fulminato dall’idea di perdere il genio della casa e Maria Gaetana, per non fargli dispiacere, rinuncia, per il momento. Non rinuncia, però, a una vita devota e si tiene lontana da quella mondana abbracciando gli studi matematici.

Nel 1738 pubblica le Propositiones philosophicae, che sanciscono il suo passaggio definitivo al mondo della matematica e la portano a essere apprezzata in tutta Europa. Addirittura, se l’Accademia delle Scienze di Parigi avesse potuto ammettere studiose di sesso femminile, la Agnesi avrebbe eccelso anche in quel consesso e non mancano comunque gli omaggi dei più grandi studiosi europei, addirittura dell’imperatrice d’Austria Maria Teresa. Casa Agnesi è frequentata dal fior fiore della società milanese grazie anche al richiamo di questo vero e proprio fenomeno che è  la giovane Maria Gaetana e tra i frequentatori c’è anche padre Ramiro Rampinelli (1697-1759), monaco olivetano, grande matematico, che durante il suo soggiorno al monastero di San Vittore a Milano conosce la Agnesi e ne intuisce le potenzialità.

Grazie al suo insegnamento arriva all’Accademia delle Scienze di Bologna (1748) dove pubblica la sua opera principale: le Instituzioni analitiche ad uso della gioventù italiana, dedicata a Maria Teresa d’Austria. L’intento del suo lavoro è pedagogico e indirizzato al maggior numero di persone: proprio per questo sceglie l’italiano come lingua della sua opera invece del latino com’era consuetudine per le opere scientifiche. Un monaco, il già citato Rampinelli, la fa entrare all’Università di Bologna e un papa, Benedetto XIV, la nomina lettrice onoraria alla stessa università nel 1750, seconda donna a salire su una cattedra universitaria.

Ma la sua vera vocazione è quella della carità cristiana e quando il padre muore (1752) si sente libera di dedicarsi alle opere di religione che aveva sempre amato e servire Dio aiutando il prossimo. La casa paterna, che già in parte utilizzava per ospitare bisognosi e infermi, si trasforma in un rifugio per povere e malate e dedica loro tutto il suo tempo nonostante le numerose richieste da parte del mondo accademico. Dedica anche le sue risorse ad aiutare poveri, malati di mente e seminaristi privi di mezzi per i loro studi. Nel 1771 diventa visitatrice e direttrice del Luogo Pio Trivulzio che diventerà il Pio Albergo Trivulzio ( la «Baggina» per i milanesi) e vi svolgerà la sua opera fino alla morte. Il 9 gennaio 1799, duecentoventi anni fa. Una grande scienziata, una grande donna di fede e grande benefattrice.

Per saperne di più:

Umberto Bottazzini, «Matematica e opere buone», Il Sole 24 Ore (domenica 6 gennaio 2019)

Francesco Agnoli, Scienziati, dunque credenti, Cantagalli, 2012 (pag. 123-126)