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Luxuria, l'errore non salga in cattedra. Ma quei genitori...

Luxuria e la lezione gay ai bambini. L’errore non deve salire in cattedra. Non accettare le caramelle dagli sconosciuti è un consiglio sempre valido, ma in questo caso sono stati i genitori, entusiasti - a dire di Luxuria - della sua lezione, a consigliare di prenderle.

Editoriali 23_01_2019

Alla Lavagna è un programma di Rai Tre in cui personaggi famosi salgono in cattedra davanti ad una classe composta di bambini tra i 9 e i 12 anni. Nelle precedenti puntate sono entrati in aula gente dello spettacolo, giornalisti ed anche politici come Matteo Salvini. Nella puntata del 19 gennaio il maestro che ha varcato la soglia della classe per rispondere alle domande dei bambini è stato Wladimiro Guadagno, alias Vladimir Luxuria.

La prima domanda verteva proprio sul significato di quel nome: Luxuria. L’ex parlamentare e autore di fiabe per bambini ha spiegato che Luxuria vuole dire «lussureggiante, una persona che ama la vita in tutti i sensi». Risposta pudica che ha voluto coprire il vero significato di quel nome, un nome che rimanda al vizio capitale della lussuria.

Poi un’altra domanda che va al cuore del motivo per cui la Rai ha invitato Luxuria in trasmissione: «Lei una volta era un bambino, oggi è una donna, perché?». Ecco la risposta: «Io quando sono nato ero un maschietto ma […] io non mi sentivo maschietto, sentivo dentro di me di essere una bambina, mi piaceva giocare con le bambole, mi piaceva anche sentire i profumi femminili che usava mia mamma in bagno, e quindi tutte le volte che mi guardavo allo specchio io avevo un'immagine dentro di me che era diversa da quello che ero. Per un periodo ho cercato anche di cambiare pensando che ero sbagliata io, ma stavo diventando un bambino molto triste, un bambino molto malinconico. Quindi ad un certo punto ho fatto una scelta. Ho detto: questa bambina che stava dentro di me, per me era come una principessa chiusa nel castello, io la dovevo liberare. Ma non veniva nessun principe a liberare questa principessa, la dovevo liberare io, così un giorno ho deciso di confessarmi a tutti, a miei compagni di classe - qualcuna mi ha capita, qualcuno no - e sono diventata oggi quello che sono. […] Penso di essere una persona libera. […] Secondo me non si diventa, ma si nasce così. Non c’è stato un momento della mia vita in cui ho voluto fare questa scelta, perché non è una scelta, mi sono sentita sempre così». In breve: un’efficace spiegazione della (presunta) bontà del transessualismo.

A seguire altri interventi sull’adozione, che trova Luxuria favorevole, sul bullismo e sulla discriminazione in cui, con la rodata strategia pro-gender, si fa passare il transessualismo come se fosse l’appartenenza ad un’etnia, realtà di per sé naturale a differenza del “cambiamento” di sesso. Questa analogia transessualismo-etnia ha fatto sì che gli atteggiamenti critici verso il transessualismo, a volte oggettivamente lesivi della dignità della persona così come raccontato da Luxuria, vengano fatti passare nelle linde coscienze dei piccoli come spregevoli atti di razzismo. Ed infatti in chiusura della puntata una bambina di colore ha affermato: “la stessa cosa accade con le persone di colore: le insultano e delle volte pure le picchiano”. Bambina perfettamente indottrinata al credo gender.

Il primo rilievo da fare in merito a quanto andato in onda su Rai Tre è il seguente: l’errore non deve salire in cattedra. Dunque sarebbe fuorviante affermare che il vero scandalo è dato dal fatto che, nel rispetto del pluralismo, non ci sia stato contraddittorio. Il pluralismo sano è quello che offre modalità differenti per vivere –in questo caso, insegnare – le medesime verità morali. Alcune dottrine non meritano di essere insegnate, nemmeno se ci fosse un pubblico dibattito. Rimanendo in tema di ingiuste discriminazioni, chissà il putiferio che avrebbe giustamente sollevato invitare in trasmissione un testa rasata favorevole al razzismo, anche nel caso in cui ci fosse stato contraddittorio.

Il secondo corno del problema di questa puntata – una puntata che in realtà ha ben più di due corna – sta nel fatto che i bambini ovviamente si sono bevuti tutto senza fiatare, perché non hanno filtri critici. Ed infatti il voto finale della classe alla lezione tenuta da Luxuria è stato positivo. Anzi, negli interventi prima dell’entrata in classe del/la maestro/a alcuni bambini hanno dato prova di essere già ampiamente condizionati dal politicamente corretto in merito alle tematiche gender: “Ognuno è libero di scegliere come diventare e cosa diventare” ha detto una bambina. L’indottrinamento dei piccoli è facile da ottenere: la narrativa adottata dal maestro per un giorno è quella soft, da amica del cuore, dai toni color confetto, condita da alcune opportune lacrime.

Non accettare le caramelle dagli sconosciuti è un consiglio sempre valido, ma in questo caso sono stati i genitori, entusiasti - a dire di Luxuria - della sua lezione, a consigliare di prenderle.