Lettera di Pell, siluro al Sinodo sull'Amazzonia
Una lettera attribuita al cardinale Pell, dal carcere, è stata fatta circolare su Twitter facendo scattare immediatamente un'indagine delle autorità dello stato di Vittoria. Il cardinale, in attesa di sentenza, rischia un'altra sanzione. Ma nella lettera, oltre a parlare di sé, manda un segnale chiaro in vista del Sinodo sull'Amazzonia.
Mentre si attende che il tribunale di appello faccia sapere quali sono le conclusioni a cui è giunto nell’esame della condanna in primo grado del cardinale George Pell, le autorità dello Stato di Vittoria hanno annunciato che sono partite le indagini relative a una lettera del porporato pubblicata su Twitter.
Nei giorni scorsi due pagine dattiloscritte, a firma di George Pell, sono state pubblicate su un account attivo dal marzo 2019. La lettera era datata 1 agosto, ed è stata pubblicata venerdì notte. Ieri un portavoce del Dipartimento di Gustizia ha detto che i prigionieri non hanno il permesso di diffondere messaggi sui social, o di usare internet; e non possono neanche chiedere a terzi di diffondere messaggi a loro nome. “Il Dipartimento indagherà a fondo su questa attività dei social media”, e se ci sarà stata una violazione delle norme del carcere ne seguirà un’azione disciplinare.
L’appello è stato discusso all’inizio di giugno. I giudici non sembrano avere avuto particolarmente fretta, nell’esprimersi; è vero anche che in questo periodo cade il periodo di ferie invernali del Paese. E comunque la flemma potrebbe essere derivata anche dalla consapevolezza che comunque è probabile che si vada a un terzo grado di giudizio; sia nel caso che l’appello sia accolto, e Pell rimesso in libertà; sia nel caso che sia respinto. E non è escluso che i magistrati decidano che il primo processo non si è svolto regolarmente, e perciò chiedano un nuovo processo.
La prima questione è: la lettera è stata scritta proprio dal cardinale Pell? La portavoce del Dipartimento di Giustizia non ha chiarito questo punto, ma tutto fa pensare di sì. Pell nel messaggio ha ringraziato tutti i suoi sostenitori per le preghiere, e ha detto di essere “turbato” da quello che ha saputo della preparazione del Sinodo dell’Amazzonia. “La consapevolezza che le mie piccole sofferenze possono essere usate per buoni scopi unendosi a quelle di Gesù – avrebbe scritto Pell - mi dà un senso e una direzione”. E aggiunge: “Le sfide i problemi nella vita della Chiesa dovrebbero essere affrontati in un simile spirito di fede”.
Non è escluso che una decisione del Tribunale d’appello sia resa nota prima della fine del mese.
Parlando poi di temi di attualità nella Chiesa, il cardinale incarcerato scrive che “Abbiamo ragioni per essere turbati dall’Instrumentum Laboris del Sinodo amazzonico”, il documento che come i lettori della Bussola sanno bene è al centro di discussioni e polemiche particolarmente accese e profonde, e non solo per quanto riguarda la possibilità dell’ordinazione di uomini sposati - i “viri probati” a sostituire i preti nelle comunità più lontane - ma per il suo impianto generale e per le scivolate verso quello che i critici ritengono sia una sorta di panteismo sincretistico. Altrettante perplessità hanno destato le spinte verso un ruolo ordinato femminile.
Pell è icastico, e molto diretto, come è nel suo carattere: “Questo non è il primo documento di bassa qualità che la Segreteria del Sinodo ha prodotto”, scrive. Nel Sinodo del 2014 Pell parlò duramente contro la mancanza di chiarezza e l’ambiguità dei termini, da cui poi nacque l’ambiguità di Amoris Laetitia. Pell afferma che per quanto riguarda il Sinodo sull’Amazzonia “il cardinale Gerhrard Müller, già prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha scritto una critica eccellente”.
E aggiunge: “Un punto è fondamentale, la Tradizione Apostolica, l’insegnamento di Gesù e degli Apostoli, preso dal Nuovo Testamento e insegnato dai Papi e dai Concili, dal Magistero, è l’unico criterio dottrinale per ogni insegnamento e pratica dottrinale”. “Amazzonia o non Amazzonia – scrive ancora Pell, noto per il modo diretto di affrontare le questioni e i problemi – la Chiesa non può permettere nessuna confusione, tanto meno nessun insegnamento che sia di danno alla Tradizione Apostolica”.
E conclude: “Dobbiamo sempre ricordare che la Chiesa è una, non solo nel senso che le buone famiglie restano unite, quali che siano le loro differenze, ma perché la Chiesa di Cristo è basata sulla Chiesa Cattolica, che è il Corpo di Cristo”.