Le intuizioni dimenticate della destra Dc
Giuseppe Brienza, nel suo Cattolici e anni di piombo ripercorre la storia di tre riviste cattoliche uscite in Italia tra il 1954 e il 1975, tre riviste che furono importanti quanto a contenuti e firme e che si situarono, nella loro difesa della Tradizione, alla destra della Dc.
Giuseppe Brienza, nel suo Cattolici e anni di piombo (Solfanelli, pp. 110, €. 10) ripercorre la storia di tre riviste cattoliche uscite in Italia tra il 1954 e il 1975, tre riviste che furono importanti quanto a contenuti e firme e che si situarono, nella loro difesa della Tradizione, alla destra della Dc. La prima è «Carattere», che uscì dal 1954 al 1963. Diretta da Primo Siena (direttore responsabile) e Gaetano Rasi (direttore politico), su di essa scrissero personalità come Ardengo Soffici, il filosofo e germanista Attilio Mordini, il costituzionalista Carlo Costamagna, il famoso Giovanni Papini. Questi i nomi di spicco, per quel tempo.
Si affiancarono gli allora giovani Giovanni Cantoni (poi fondatore di Alleanza Cattolica), Fausto Gianfranceschi (poi responsabile delle pagine culturali del «Tempo»), Alfredo Cattabiani (poi importante editor della Rusconi Libri), Giano Accame (poi direttore de «Il Secolo»), Luigi Gedda (creatore, nel 1948, dei Comitati Civici), Gianni Baget Bozzo (sacerdote e poi noto politologo). La rivista ebbe anche contributi di Romano Guardini (poi maestro di Ratzinger). Nel 1956 i promotori crearono l’associazione Alleanza Cattolica Tradizionalista, che però, priva di ogni appoggio da parte delle autorità ecclesiastiche, ebbe vita breve.
Nel 1968 vide la luce «Europa Settanta», diretta dal più volte deputato democristiano Bartolo Ciccardini. La rivista raccoglieva seguaci e simpatizzanti di Enrico Mattei, il creatore dell’«energia» italiana perito in un misterioso incidente aereo nel 1962. Mattei, già partigiano «bianco», aveva appoggiato una lista guidata da Giulio Pastore, fondatore della Cisl, per contrastare quella consociativa (a quel tempo si diceva «ciellenista») di De Gasperi e Zaccagnini. Il tentativo sfociò nel governo Pella, appoggiato dal presidente Einaudi, che però durò poco.
Quell’esperienza rimase nella mente del gruppo dei «gollisti democristiani» che volevano un regime presidenziale e prendere le distanze dalle sinistre. Da questo gruppo uscì la rivista «Europa Settanta», che ebbe tra i primi animatori Giuseppe Zamberletti (poi creatore della Protezione Civile). Si cominciò col propugnare l’elezione diretta dei sindaci (poi sarebbe toccato ai presidenti della Regioni e infine al presidente della repubblica), con l’appoggio di Filippo Maria Pandolfi, Maria Eletta Martini, Franco Evangelisti (in seguito ministri). Il referendum di Mario Segni nel 1993 si ricollegò proprio a questa esperienza.
Con quel referendum i democristiani di centro rigettarono la partitocrazia (e in concreto, come scrisse Baget Bozzo, la sinistra dc: «E' quindi nell’area democristiana che comincia la rivolta antipartito»). Nel 1962 Fanfani inaugurava il centro-sinistra (appoggio esterno del Psi). Il cardinale di Genova, Siri, presidente della Conferenza episcopale, aveva appena scritto ad Aldo Moro («In nome di Dio la prego di riflettere bene sulla sua responsabilità e sulle conseguenze di quanto si sta compiendo»), ma non poté evitare il governo Moro del 1963 appoggiato (questa volta direttamente) dal Psi. E iniziò la svolta in senso statalista della politica economica, imposta dai socialisti come condizione del loro appoggio.
Alla fine di quell’anno Siri volle fortemente e ottenne dai vescovi il Messaggio dell’Episcopato italiano sul comunismo ateo e i pericoli dell’ora presente. In concomitanza usciva la rivista «Adveniat Regnum», diretta da Franco Belfiori. Ci scrivevano don Ennio Innocenti, Attilio Mordini, lo storico Francesco Leoni, Alfredo Cattabiani, l’avvocato rotale Neri Capponi, il sociologo Gianfranco Legitimo, il giornalista Nicola Guiso, Giovanni Cantoni.
L’anno dopo la sua chiusura le Br cominciavano con le loro intimidazioni ai danni di capireparto della Fiat. Il libro di Brienza si chiude con un’Appendice in cui Mario Adinolfi, direttore de «La Croce», rievoca l’omicidio del suo maestro, senatore Roberto Ruffilli, ucciso dalle Br nel 1988. Nell’Introduzione, Luciano Garibaldi ricorda gli anni delle tre riviste e che lui, allora vicedirettore di «Gente», chiese a un giovane ma già lungimirante Baget Bozzo di indicargli due prelati da intervistare: ne ebbe come risposta il patriarca di Venezia (Albino Luciani) e l’arcivescovo di Cracovia (Karol Wojtyla). E un aneddoto del 1954: fondata la rivista giovanile «Rinnovare», una delle copertine fu disegnata da Gino Paoli, giovane collaboratore di un’azienda grafica.