La Bussola nel mirino dei cecchini
Stefano Filippi sul Giornale e Andrea Tornielli su Vatican Insider, sono gli ultimi esempi di un tentativo di chiudere la Bussola nell'angolo dei "nemici" del Papa. Una definizione che respingiamo con forza.
Cercare di spiegare la complessità di una realtà in un articolo di giornale non è facile. Ma ricorrere a degli schemi precostituiti per ingabbiarvi la realtà è sintomo di pigrizia intellettuale, nel migliore dei casi, o di malafede e disonestà, nel peggiore. Ora, riguardo alle cose di Chiesa qualcuno ha “imposto” una gabbia di interpretazione per cui tutto viene ridotto a “pro-Bergoglio” e “contro-Bergoglio”, e schiere di giornalisti vi si accodano volentieri. Così quando quattro cardinali hanno resi pubblici i Dubia presentati al Papa, in cui si ponevano questioni decisive per il contenuto della fede dei cattolici, sono stati immediatamente bollati – e da alcuni perfino sbeffeggiati – come “nemici” del Papa. Ottima tattica per evitare di discutere dei contenuti.
Vedo che sempre di più in questo tritacarne ci si vuole far rientrare a forza anche la Bussola Quotidiana, arruolandola ovviamente tra i “nemici”. Un esempio viene dall’inchiesta che l’inviato Stefano Filippi sta pubblicando su Il Giornale (qui e qui). Quando mi ha chiamato una decina di giorni fa, in un lungo colloquio telefonico ho sottolineato più volte che è sbagliato personalizzare, che non stiamo partecipando a un referendum sul Papa, che la Bussola – quando si occupa di questioni cattoliche - si preoccupa soprattutto di giudicare i contenuti e la continuità con ciò che la Chiesa ha insegnato per duemila anni (“Permanere nella verità di Cristo” era anche il titolo del libro che cinque cardinali e altri hanno scritto in occasione del Sinodo sulla famiglia); e che in questa prospettiva vanno colti anche accenti critici su parole o azioni di papa Francesco. Come non detto: leggo le prime due puntate dell’inchiesta di Filippi, mi trovo citato in entrambe, ma in uno scenario in cui appare una folla rumorosa e scomposta di siti “tradizionalisti” che urlano contro il Papa, e il sottoscritto che appare come novello Goffredo di Buglione che lancia la Crociata ma contro Roma. Alcune frasi (vere) ma messe in un contesto che confermasse la tesi dell’autore dell’inchiesta. Evidentemente a Filippi non stiamo simpatici, ma confondere le nostre posizioni con i suoi pregiudizi, non è un bell’esempio.
Più infido (come solito) il servizio di Andrea Tornielli su Vatican Insider che, riferendo ieri della Correzione firmata da 62 fra preti, teologi e studiosi (qui), lascia intendere che la Bussola sia fra i siti sostenitori dell’iniziativa per il fatto di avere pubblicato la notizia tra i primi, e quindi eccoci messi nella compagnia di siti tradizionalisti e «giornali online collegati alla fronda anti-Francesco». Sicuramente questo è anche il modo con cui Tornielli informa sistematicamente papa Francesco, con cui ha una frequentazione assidua, facendo la lista dei buoni e dei cattivi (giornalisti).
Ma anche se a Tornielli non fa piacere, la Correzione presentata ieri costituisce una notizia rilevante al punto che lui stesso è stato costretto a parlarne, così come tanti altri quotidiani e agenzie di tutto il mondo. In ogni caso un documento aperto alla firma di chiunque lo voglia, è sostenuto solo da chi lo sottoscrive, e se la firma della Bussola non c’è, è quantomeno capzioso tirarla in ballo. Peraltro il coordinatore di Vatican Insider, sa benissimo che il sottoscritto ha il coraggio delle proprie azioni: se voglio fare mia una iniziativa lo faccio apertamente, senza ricorrere a trucchetti e sotterfugi. Ma si sa, chi è abituato ad agire in un certo modo pensa che anche gli altri facciano lo stesso.
Vorrei quindi chiarire ancora una volta che la Bussola non fa parte di alcuna fronda così come il cardinale Caffarra non guidava presunte truppe anti-Bergoglio. La Bussola, essendo una testata giornalistica cattolica, si occupa di tutti i temi con il desiderio di giudicare tutto alla luce della fede e del magistero della Chiesa: non delle idee di un Papa o di un altro, ma di ciò che la Chiesa insegna da duemila anni e che ogni Papa è tenuto a trasmettere. Come scrivevo qualche giorno fa, facciamo nostra l’immagine di san Luigi Maria Grignion di Montfort che, descrivendo le persone guidate e sostenute dalla Madonna in questi che hanno la caratteristica degli ultimi tempi, parlava di «combattere con una mano e costruire con l’altra». Non sempre saremo perfetti, faremo anche noi i nostri errori come tutti, ma questa è la nostra carta d’identità. Chi dice altro mente sapendo di mentire.
E visto che in campo cattolico ormai si usa affibbiare l’etichetta “tradizionalista” in senso dispregiativo a chiunque non si allinei ai “guardiani della rivoluzione” – un po’ come in politica si usa dare del fascista a chiunque non segua il pensiero dominante – vorrei precisare che la Bussola non è un sito “tradizionalista”. Il tradizionalismo corrisponde a un filone ben preciso nella Chiesa, con caratteristiche sue proprie, che non ha niente a che vedere con la mission della Bussola. Non è un giudizio negativo su chi tradizionalista si definisce, è una semplice constatazione e richiesta di rispettare l’identità di ciascuno, anche in questi momenti in cui la tensione nella Chiesa è al massimo.