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IL CASO

La bella villa del vescovo di Liverpool

Arrivato 4 anni fa a Liverpool, mons. McMahon si è presentato parlando di "odore delle pecore". In realtà vive isolato in una villa ed è l'emblema di un clero che ha perso contatto con i fedeli della città.

Ecclesia 28_04_2018
Monsignor Malcolm McMahon

Nella saga di Alfie, che speriamo e preghiamo abbia uno sviluppo secondo l’umanità e la ragione, c’è un elemento che interessa in particolare i cattolici. E cioè il comportamento dell’arcivescovo di Liverpool e della conferenza episcopale di Inghilterra e Galles. Ricapitoliamo i fatti. La diocesi di Liverpool si schiera, senza un dubbio, con l’ospedale. Afferma in un comunicato – dicendo il falso – che la cappellania si è occupata di Alfie e dei suoi genitori, mentre dai genitori viene detto in maniera categorica che non li hanno mai visti. La loro versione è confermata, implicitamente, dalla diocesi stessa, che afferma che la famiglia Evans non è cattolica. Mentre sia Thomas che Alfie sono battezzati. Questa bugia è stata ripetuta dall’arcivescovo al Pontefice mercoledì scorso, dopo l’udienza generale. L’arcivescovo McMahon, conscio della pessima figura che stava facendo, è corso a fare la sua corte al Pontefice. E subito dopo con la complicità del cardinale Vincent Nichols ha fatto richiamare don Gabriele, il sacerdote italiano – ma dove erano i famosi cappellani di Liverpool? – che proprio in assenza di altri ha assistito e dato conforto ai genitori nel momento più duro della battaglia. Una vera Chiesa misericordiosa.

Questi i fatti. Nel frattempo ci scrivevano da Liverpool dei cattolici per darci qualche elemento di valutazione su Malcolm McMahon. «Malcom McMahon, vescovo di Nottingham, è stato nominato arcivescovo di Liverpool. Parlando ai giornalisti quando è stato fatto l’annuncio il 21 marzo 2014, l’arcivescovo si è impegnato a ‘prendere l’odore delle pecore’ nella sua nuova diocesi, citando una frase usata da papa Francesco» (clicca qui). Ma «come può essere vicino alla gente quando vive in un parco residenziale privato (negli USA credo che li chiamino compound protetti), in una casa valutata sei volte di più di una casa media a Liverpool?» (clicca qui)

«Vivo vicino all’arcivescovo e non ha mai bussato alla mia porta. Non parlo per gelosia. Non sono né un prete né un vescovo. Non pretendo di avere ‘l’odore delle pecore’. La mia famiglia ha lavorato duramente per comprare la nostra casa: lui vive sul sudore e la fatica dei normali cattolici di Liverpool. Ci sono molte case di preti vuote, a Liverpool. L’arcivescovo ha chiuso molte chiese, compresa la nostra parrocchia, fondata nel 1839, dove sono sia la sua che la mia casa, che aveva ogni domenica sei messe. No, lui ha bisogno di una dimora signorile! Questo è simbolico. Molti vescovi e preti sono isolati dalle vite dei cattolici della classe lavoratrice, come Alfie e i suoi genitori. La Chiesa cattolica non ha niente da offrire loro. La Chiesa a Liverpool sta morendo a causa dell’incompetenza clericale. Dovrebbe esserci una Visita Apostolica della Diocesi”.

Secondo il lettore, c’è un doppio standard sistematico da parte di alcuni vescovi inglesi, nel 2017. Così se da un lato l’arcivescovo di Liverpool sembra difendere con forza l’insegnamento cattolico (clicca qui), allo stesso tempo Il Catholic Educaton Service della Conferenza episcopale (il cui presidente è appunto l’arcivescovo di Liverpool) stampa e distribuisce nelle scuole un documento sulle questioni LGBT influenzato (contenuti e soldi) dal gruppo di attivismo LGBT Stonewall (clicca qui). «Il problema non è tanto la collaborazione con Stonewall, quanto il fatto che un’agenzia della Conferenza episcopale abbia collaborato con loro, e poi abbia mentito)».

Non solo: il vescovo ausiliare di Liverpool, Tom Williams, ha senza accorgersene appoggiato l’eutanasia (clicca qui). Così, mentre c’era chi in Parlamento chiedeva l’abolizione di un certo tipo di procedura eutanasica, Tom Williams presidente del gruppo di riferimento sulla salute della Conferenza episcopale in una lettera al Tablet sosteneva che i cattolici che applicavano quella procedura bene, stavano “facendo il lavoro di Dio”.

«Questo clero manca delle risorse intellettuali e del discernimento per affrontare situazioni etiche complesse, e allora, naturalmente, si affidano “all’opinione degli esperti”, senza capire che questi esperti hanno una prospettiva antropologica fondamentalmente diversa da quella della Chiesa. Dovrebbero dimettersi, o affrontare una visita apostolica».

È difficile non condividere l’opinione di questo cattolico di Liverpool. Anche se difficilmente questa misura sarà presa. Vincent Nichols, cardinale di Londra, è della stessa filiera di Murphy O’Connor, il cardinale scomparso grande amico e consigliere del Pontefice; e alla stessa squadra appartiene McMahon, arcivescovo di Liverpool. Roma è prodiga di visite apostoliche solo verso chi è sospetto di simpatie tradizionaliste, non verso chi – come in questo caso – la meriterebbe.