Kourapaty, la foresta delle croci a rischio distruzione
Kourapaty è una foresta in Bielorussia che ai tempi di Stalin era luogo di esecuzioni di massa. Spontaneamente, in mezzo agli alberi, sono state piantate croci per ricordare le vittime. Il presidente Lukashenko (al potere dal 1994) ha però deciso di distruggerle "per la legalità". La Chiesa locale lancia un appello per salvare le croci.
Kourapaty è una regione vicino a Minsk, capitale della Bielorussia. Una foresta dove molte esecuzioni furono perpetrate dal regime sovietico dal 1937 al 1941. Il numero delle vittime uccise in quei boschi non è mai stato stabilito ufficialmente, e le stime sono estremamente imprecise. Si parla di una cifra oscillante fra le trentamila e le centomila vittime.
Tadeusz Kondrusiewicz Arcivescovo, primate della Chiesa cattolica in Bielorussia, ha lanciato un appello affinché si cessi di distruggere nella foresta Kourapaty le croci erette senza l'autorizzazione da parte delle autorità governative e piantate fra gli alberi dai genitori delle vittime delle repressioni staliniane. L'arcivescovo ha reso una dichiarazione pubblicata sul sito web della Chiesa Cattolica: "Chiedo ai responsabili di questi atti di smettere di distruggere le croci, di avviare tramite un dialogo con i rappresentanti delle diverse forze politiche e delle diverse religioni, un processo di regolarizzazione della situazione”. L’arcivescovo ha poi aggiunto che il problema di Kourapaty esiste da molto tempo e ha radici profonde, ma che è essenziale risolvere questa situazione e continua: "Dalla fine degli anni Ottanta del secolo scorso, il mondo ha scoperto il luogo delle esecuzioni, è diventato essenziale svolgere un'adeguata ricerca di base, come è stato fatto con tutte le fosse comuni per appurare che cosa è accaduto. Sfortunatamente questo non è stato fatto a suo tempo, e ne sono derivati problemi”. L'arcivescovo ha osservato che le persone colpite in qualche modo da questa tragedia hanno cominciato a visitare Kourapaty, per pregare, segnare il luogo in cui gli eccidi sono stati compiuti, e commemorare la memoria dei loro genitori e dei connazionali uccisi e sepolti qui.
"Ecco come nella foresta hanno cominciato ad apparire le croci, come è sempre stato da tempo immemorabile in qualsiasi cimitero o necropoli. Queste croci furono erette senza permesso, ma le autorità non le proibirono. [...] Ecco perché l'inaspettata distruzione di queste croci è a dir poco scioccante. Nessuno dice che non si deve mettere ordine nella foresta di Kourapaty, ma questo deve essere fatto nel rispetto dei credenti. Penso che sia essenziale organizzare una consultazione generale per un piano di occupazione di questa foresta con i rappresentanti delle diverse strutture religiose”. Inoltre questa improvvisa severità delle autorità, legata anche alla situazione politica del Paese, avviene in un momento particolare: l'arcivescovo Kondrusiewicz sottolinea che "le croci vengono distrutte durante la Quaresima, quando tutti i credenti guardano alla Croce di Cristo, il simbolo della nostra salvezza e speranza”.
Nel recente passato alcune croci sono state erette da oppositori del regime di Aleksandr Lukašenko, presidente del Paese dal 1994. Il presidente si è detto contrario alle croci, dicendo di porre fine al "pasticcio di ossa". Ha affermato anche di essere categoricamente contrario agli atti illegali, che devono essere puniti. "E che non ci devono essere dimostrazioni con croci nella zona della foresta. Perché hanno piantato tutte queste croci bianche? È una manifestazione. Sono contrario alle manifestazioni”.
È una vicenda che ricorda da vicino la Collina delle Croci (in lituano Kryžių Kalnas) che si erge vicino alla città lituana di Šiauliai, fra Kaliningrad e Riga in Lettonia. La tradizione della collina, su cui si ergono oltre quattrocentomila croci, data da alcuni secoli; ma nella seconda metà del secolo scorso, durante l’occupazione da parte della Russia, è diventata un simbolo dell’identità nazionale lituana. Nel 1900 c'erano soltanto 130 croci sulla collina. Nel corso dell’epoca sovietica, le croci furono completamente abbattute per ordine del regime; ma quello che le ruspe distruggevano di giorno, di notte veniva rimesso in piedi. La Collina delle Croci fu uno dei momenti sicuramente più emozionanti della visita compiuta in Lituania da papa Giovanni Paolo II.
A Kourapaty sono sepolte vittime di molte nazionalità, cadute sotto la mannaia delle purghe staliniane. Bielorussi, naturalmente, ma anche russi, polacchi, ebrei, lituani. E i quindici ettari di foresta sono diventati per molti, e naturalmente per l’opposizione al regime semi-dittatoriale di Lukašenko, un simbolo nazionale, e un vero e proprio santuario dell’identità del Paese, e della religione.