Il repubblicano che si dimette per dedicarsi alla figlia malata
Sean Duffy, 47 anni, parlamentare alla Camera, ha annunciato che il 23 settembre lascerà la carica per dedicarsi di più alla famiglia e ai suoi nove figli, in particolare all’ultima, la cui nascita è attesa per ottobre e che a causa di una patologia al cuore «avrà bisogno di ancora più amore, tempo e attenzione». Una decisione maturata nella preghiera, insieme alla moglie Rachel, opinionista alla Fox, che chiama ognuno dei suoi figli «una benedizione datami da Dio».
Nell’epoca in cui la carriera, il potere e il successo vengono anteposti alla famiglia e alla stessa capacità di accogliere la vita nascente, una (buona) notizia in senso contrario arriva dagli Stati Uniti. Qui, con un post pubblicato lunedì su Facebook, il repubblicano Sean Duffy, 47 anni, ha annunciato che il prossimo 23 settembre si dimetterà dalla sua carica di parlamentare alla Camera per dedicarsi di più alla famiglia e ai suoi nove figli, in special modo all’ultima, la cui nascita è attesa per ottobre e che «avrà bisogno di ancora più amore, tempo e attenzione a causa di complicazioni, tra cui una patologia cardiaca».
Sean, da otto anni e mezzo al Congresso in rappresentanza del 7° distretto del Wisconsin, ha un’alta concezione della politica, tanto da dire ai cittadini del suo Stato che «dopo il matrimonio con Rachel, rappresentare voi […] al Congresso è stato il più grande onore della mia vita. Insieme, ci siamo impegnati nelle battaglie più importanti del nostro tempo: proteggere la libertà di parola e la libertà religiosa, prenderci cura dei nostri veterani, difendere i nascituri, e salvare i posti di lavoro e il capitalismo americani». Ma appunto adesso è arrivato per lui il tempo «per concentrarmi di più sulla ragione per cui combattiamo queste battaglie: la famiglia».
Sean, insieme alla moglie Rachel, ha sempre parlato apertamente della bellezza di avere una famiglia numerosa e dell’importanza nella sua vita della propria fede cattolica, che anche in questa situazione così delicata ha giocato un ruolo cruciale. «Stare a Washington quattro giorni a settimana, lontano da casa, è impegnativo e per questa ragione sono stato sempre aperto ai segni di Dio quando si tratta di bilanciare il mio desiderio di servire sia la mia famiglia che il mio Paese».
E tra questi segni c’è stata proprio la scoperta dei problemi di salute della bambina che Rachel porta in grembo. «Con molta preghiera, ho deciso che questo è il momento giusto per prendermi una pausa dal servizio pubblico in modo da essere il sostegno che mia moglie, la bambina e la famiglia hanno bisogno proprio adesso. Non è una decisione facile – perché amo davvero essere il vostro deputato – ma è la decisione giusta per la mia famiglia, che è il mio primo amore e responsabilità».
Una testimonianza da padre davvero preziosissima di questi tempi, che vedono élite culturali e finanziarie impegnate a demolire la figura paterna, insieme a quella gioia nelle piccole cose ancora ben sottolineata nelle parole di Sean, quando afferma che potrà «stare a casa per più compleanni e partite di hockey, e avendo tempo di godere e prendermi cura della nostra nuova bambina, che è già così amata dalla nostra famiglia». Un modo per sostenerli? Lo indica lui stesso dicendosi «particolarmente grato per le preghiere dette per la nostra famiglia. Speriamo che continuino ad arrivare!».
Per sostituire Sean alla Camera sarà necessario convocare un’elezione speciale in Wisconsin, dove il distretto di Duffy si caratterizza per essere nettamente repubblicano. Per chi ne prenderà il posto non sarà semplice non farlo rimpiangere politicamente. Nel 2017 Sean ha ottenuto infatti una valutazione del 100% da parte del Family Research Council per aver votato nel verso giusto in diversi campi che riguardano vita e famiglia, come per esempio: il voto contro i fondi pubblici all’aborto; per abrogare e sostituire l’Obamacare; contro il finanziamento pubblico degli interventi chirurgici per la “rettificazione del sesso” dei militari sedicenti transgender; per approvare una legge che avrebbe bandito molti aborti tardivi; per aumentare il credito d’imposta per i figli a carico, eccetera.
Non meno luminosa appare la figura della moglie, Rachel Campos-Duffy, opinionista per la Fox News e scrittrice di libri per l’infanzia, che in un’intervista pubblicata a luglio da National Review spiega: «Non abbiamo pianificato nessuno dei miei figli; sono semplicemente arrivati. Quindi ho solo preso ciascuno di loro come una benedizione datami da Dio. A essere sincera, quest’ultima è stata una specie di sorpresa. Pensavo di stare invecchiando un po’… ma a quanto pare no!».
Dopo aver detto che i bambini «ci vengono dati da Dio» e che ognuno di loro va amato nella sua unicità, Rachel ha rivelato questo aneddoto: «Direi che il miglior complimento che ho ricevuto è dagli insegnanti che affermano di poter dire che i miei figli provengono da una famiglia numerosa perché possono vedere che anticipano i bisogni degli altri e non pensano che il mondo ruoti attorno a loro». Non si tratta di un fatto casuale, perché, continua Rachel, «loro devono aiutare e c’è molta cooperazione e lavoro di squadra in una famiglia numerosa».
Nel mezzo a ogni evento della vita matrimoniale con Sean, la fede «ha mantenuto forte il nostro matrimonio e ci ha dato una direzione e un fine». «Preghiamo insieme, andiamo a Messa insieme. Non è tutto sempre perfetto, ma penso che tutti noi abbiamo una direzione generale e il senso di ciò che è importante nella vita. E sia io che Sean veniamo da famiglie in cui la famiglia è davvero importante».
Grazie a questo senso di ciò che conta, Rachel può farsi scivolare addosso i commenti che compaiono su alcuni siti politici e che la biasimano per il numero di figli, chiamandola una «terrorista ambientale», nel solco della pervasiva ideologia ecologista che si basa sulla demonizzazione dell’uomo e sul capovolgimento dell’ordine del creato. All’ecologismo, da lei identificato in una nuova forma di religione, la signora Duffy risponde che sono proprio le persone, con il loro ingegno e creatività, a poter offrire una soluzione ai problemi, siano essi ambientali (veri o presunti), medici o di altro tipo. Perciò spiega che «più esseri umani mi sembrano una buona idea».
E quando le viene chiesto qual è la sua idea di maternità, la sua risposta è - ancora - controcorrente: «Il mio lavoro non è quello di farti entrare ad Harvard; è di portarti in Paradiso».