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Borgo Pio
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la lettera aperta

Il Giovedì Santo del card. Becciu

Il porporato ha scritto al decano e ai confratelli per motivare la sua assenza dalla Messa crismale: «La Storia mi darà ragione».

Borgo Pio 06_04_2024
GIULIANO DEL GATTO - IMAGOECONOMICA

Giorno particolare il Giovedì Santo per il cardinale Angelo Becciu, prefetto emerito dell'allora Congregazione per le Cause dei Santi e già sostituto alla Segreteria di Stato, che alle 18:02 del 24 settembre 2020 (sempre un giovedì!) scoprì all'improvviso di non essere più amico del Papa, per via del caso Sloane Avenue, costatogli una condanna a cinque anni e mezzo di reclusione con interdizione perpetua dai pubblici uffici.

Da quel drammatico colloquio con il Papa, Becciu uscì privato delle prerogative cardinalizie, incluso il voto in un eventuale conclave. Ma uno spiraglio di riabilitazione sembrava riaffiorare nel Giovedì Santo successivo, il 1° aprile 2021. Quell'anno, nell'Italia ancora costellata di zone rosse, il Papa non si recò a celebrare la Messa in Coena Domini e compiere la lavanda dei piedi in un luogo di pena o di sofferenza come suo solito, bensì in casa del cardinal Becciu.

Giovedì Santo 2024. Becciu condannato e mai reintegrato nei diritti cardinalizi, decide di non presenziare alla Messa crismale in basilica. E lo fa con una lettera aperta al decano del sacro collegio e ai confratelli cardinali, resa nota ieri, specificando il motivo della sua assenza e ribadendo la propria innocenza. «Nell’incontro avuto qualche giorno fa con il Santo Padre, nel congedarmi mi ha chiesto se avevo intenzione di essere presente alla Messa. Gli ho risposto che non avevo il coraggio di parteciparvi. È con sofferenza che così farò perché non vorrei oscurare lo splendore delle vostre porpore con la mia, macchiata da una pesante quanto ingiusta condanna». E benché ingiusta, prosegue, «L’etichetta di condannato, pur non condizionando la serenità propria di chi si sente totalmente innocente, non mi fa sentire a mio agio nelle Vostre celebrazioni».

Quello di Becciu è anche uno sfogo: «avrei desiderato la consolazione da parte di qualcuno dei Confratelli che a voce alta dicesse una semplice parola: basta! Purtroppo essa non c’è stata. Ho sempre però confidato sulla vostra preghiera silenziosa!». Il cardinale si dice «investito in maniera cruda e violenta da accuse senza fondamento, malvage e intrise di odio, di pregiudizio», rivelando altresì che «autorevoli esperti di diritto canonico ed ecclesiastico hanno rilevato una serie di gravi violazioni anche di tipo procedurale». Per questo legge la sua vicenda alla luce del Venerdì Santo e della Pasqua, ma è anche «sicuro che la verità prima o poi trionferà, può darsi anche dopo la mia morte, ma irromperà con tutta la sua forza. La Storia mi darà ragione: essa è dalla parte degli innocenti!». Il caso non sembra chiuso e non è escluso che Becciu voglia riaprirlo senza attendere la sentenza definitiva nella Valle di Giosafat.