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CONVERSIONI

Ex islamista: "Mio padre mi segregò ma Gesù mi liberò"

Da piccola si domanda il senso di "un mondo crudele di cui non volevo far parte”. Fino al tentato sucidio, alla violenza e ai contatti con l'Isis. Ma "la Bibbia mi fologrò: Gesù è un Dio che chiede di amare i nemici". Ora, pur allontanata da casa, racconta la gioia cristiana ai musulamani.

Attualità 04_12_2017

Guardando il volto pulito e pieno di letizia di una diciottenne americana come Chaima, nata da genitori africani, si rimane increduli nel vedere le sue foto solo qualche anno fa. Le espressioni sono tremende e lo sguardo è disperato. Cosa sia successo a questa ragazzina che dice di voler raggiungere tutti i musulmani lo ha spiegato lei dopo aver ricevuto il battesimo cristiano.

Cresciuta secondo i dettami islamici, fin da piccola si domandava: “Che cosa ci faccio in questo mondo?”. Chaima era sensibilissima, chiedeva il senso delle cose, e davanti ad un mondo che vedeva pieno di dolore e “crudele, non volevo farne parte”. La reazione a questo rifiuto è la violenza e l’odio contro tutti che la portarono, crescendo, a diventare “una persona cattiva. Ero molto ferita e per questo ferivo molte persone”. Ma il rifiuto per tutto si amplifica fino al tentativo di uccidersi, ripetuto per ben tre volte. Insieme a ciò l’evasione: “Facevo uso di droghe…volevo semplicemente distruggermi”. 

Ma l’odio e quindi la ricerca della violenza sono tali che “c’è stato un tempo in cui volevo andare in Siria, perché odiavo le persone che non erano musulmane. Volevo ucciderle. Ero legata a cose pericolose. MI piaceva veder morire la gente, vederle sanguinare. Su internet guardavo video di decapitazioni e mi piacevano. Si era la mia vita e volevo andare in Siria”. Chaima era stata educata  dall’idea di un Dio imperscrutabile a cui obbedire e che voleva eliminare i nemici dell’islam per liberare il mondo dal male. Un’amica, mostrandole amore, “mi influenzò: mi disse che se fossi andata in Siria, avrei avuto tutto quello che non avevo qui. Mi parlava di cose terrificanti ma nello stesso tempo mi parlava con tono materno”. E lei che non si sentiva amata da nessuno cadde “nella trappola”. Il fatto che “ero sempre sola”, inoltre, la spinse a sposare un uomo “che non avevo scelto”. 

Ma la sua passione per la lettura la salvò quando sua madre, “come tutte le mamme africane fanno quando trovano qualcosa che è gratis, qualunque cosa sia, la prendono”. Ma fra la pigna di libri gratuiti c’era anche una Bibbia di cui non si era accorta. Chaima decise di non buttarla semplicemente perché “volevo leggerla per dimostrare ai cristiani che si sbagliavano”, ma invece “la grazia di Cristo cominciò a toccarmi”. La parte più forte da accettare fu il “prega per i tuoi nemici” mentre io li odiavo…volevo solo ucciderli”. Così, sebbene “intellettualmente non volessi accettare Gesù, lui iniziò a lavorare nel mio cuore”. Fino alla conversione.

Dopodiché la ragazzina decise di comunicare quanto avvenuto alla famiglia: “Sono diventata cristiana”, prosegue Chaima con un sorriso raggiante, anche se da lì in poi “è cominciata la persecuzione”. I genitori smisero infatti di parlarle. E per mesi fu reclusa nella sua stanza, “come in prigione”, aggravando un passato di “depressione, suicidio e altro: rimanere da sola non era per nulla un bene per me”. Ma la Bibbia era rimasta con lei, “quindi ho iniziato a leggerla molto” e davvero “Gesù era lì con me. Mi incoraggiva. Lo Spirito Santo era veramente lì. Lo sentivo, lo vedevo”. La giovane verrà battezzata, ricevendo una completa liberazione dal male. Infatti, il sacramento agì come esorcismo in cui il diavolo si manifestò nelle convulsioni e nelle grida della giovane che non ricorda esattamente cosa sia successo, ma “dopo il battesimo ho sentito scomparire un peso pesantissimo, volevo evangelizzare e tutte le mie convinzioni su Cristo cominciarono a vivere in me. Volevo parlare di Gesù a tutti anche a coloro che mi hanno portata vicino al terrorismo”

Oggi Chaima è stata abbandonata dalla famiglia perciò “sono sola e non ho casa”, ma “ho una nuova famiglia” che è “la mia famiglia in Cristo, il regalo più grande che Dio mi abbia fatto”. È sicuramente rischioso per questa ragazzina, che oggi vuole evangelizzare i musulmani parlare così, ma “voglio incoraggiarvi a cercare Dio con tutto il vostro cuore, musulmani e non. Perché Dio sa a che punto sei, conosce le tue difficoltà e anche se tu lo odi Lui ti ama”. Ora, continua, “vedo la grazia di Cristo in tutta questa storia”, anche quando non Lo conosceva, e “vedo come mi ha salvata dal suicidio, dalla depressione e da tutto questo”. Ora Chaima, avendo conosciuto il vero volto di Dio, comprende anche la bellezza di essere una creatura “creata ad immagine e somiglianza di Dio”, desiderando che “i musulmani giungano alla verità e conoscano veramente Gesù, perché li ama, nonostante quello che fanno o dicono. I musulmani hanno bisogno di Gesù”. A volete penso alla mia famiglia e mi fa male…ma non sono orfana. Ho una famiglia in Cristo”.

Oltre a rischiare la vita la ragazza sa anche di apparire folle agli occhi degli islamici, ma “io ho vissuto quello che hai vissuto tu”, spiega loro aggiungendo che “l’islam non è la verità, te lo assicuro, cerca davvero Dio e lo troverai, perché sono sicura che non hai un rapporto personale con Dio. Forse stai seguendo dei dettami, ma con Dio è un avventura per cui anche se non so dove sarò domani, so che Gesù si prenderà cura di me”.