Diciotti, Salvini per ora resiste alla farsa umanitaria
Un carosello di storie raccapriccianti a bordo della nave Diciotti della Guardia Costiera, dagli uomini in fuga dal laleva obbligatoria in Eritrea ai più svariati casi di malnutrizione e malattia. Ma sarà vero? Le fonti non sono attendibili. Parrebbe di più la solita pressione sul governo per accogliere tutti i clandestini.
Dopo lo sbarco dei minori dal pattugliatore “Diciotti” della Guardia Costiera ormeggiato a Catania non sembrano aprirsi spiragli per la soluzione della vicenda che vede ancora quasi 150 somali, sudanesi ed eritrei restare a bordo dell’unità navale in attesa del permesso di sbarcare.
Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, tiene duro nonostante le scontate critiche dell’ampio fronte “immigrazionista” che rilancia il solito carosello sulle sofferenze, torture, ferite e privazioni subite dai “profughi” in Libia. Molto critico l’onorevole Francesco Giro, di Forza Italia. “I resoconti sullo stato di salute dei migranti riferiti dai volontari e dagli operatori di Medici senza Frontiere e Terre des Hommes sono poco credibili. Riferiscono di cose riferite da altri. Ma i riscontri oggettivi? Le ferite? I segni visibili e incontrovertibili delle torture? Magrezze presunte o costituzionali delle persone eritree? E insistono sulla scabbia? Ma vadano in un carcere italiano o in campo rom! La cosa è delicatissima e non può essere delegata a Ong interessate e super finanziate. La procura controlli e censuri tutte queste sciocchezze". All’onorevole di Più Europa, Riccardo Magi, un clandestino ha detto di essere scappato perché “in Eritrea fare il servizio militare è come la schiavitù" mentre il comandante del “Diciotti” avrebbe detto allo stesso deputato che circa le condizioni della nave il limite è stato superato da tempo.
Meglio però ricordare che nel Corno d’Africa vi sono molti campi dell’Onu a cui potersi rivolgere per essere accolti e chiedere formalmente asilo, come si è sempre fatto prima che venisse aperta su vasta scala la “rotta libica”. Accogliere disertori o renitenti alla leva eritrei significa di fatto riconoscere a chiunque il diritto a raggiungere l’Italia, ma solo dopo aver pagato quei trafficanti a cui i clandestini si sono rivolti volontariamente. Meglio poi sottolineare che molti eritrei giunti in Europa sono in realtà etiopi di etnia tigrina, come dimostrato da alcune inchieste giornalistiche, che non hanno alcun diritto all’asilo. Le immagini dello sbarco dal “Diciotti” dei cosiddetti “minori”, la notte di mercoledì, lascia poi aperti molti dubbi circa la reale età dei giovani migranti illegali e del resto tutte le verifiche biologiche effettuate in Italia ed Europa hanno dimostrato che i veri minori sono meno del 10% di coloro che si dichiarano tali.
Insomma, sul molo di Catania va in scena l’ennesima farsa umanitaria in cui non manca chi cerca di legittimare l’accoglienza in Italia di altri immigrati illegali. Quanto alla Guardia Costiera, cui appartiene il “Diciotti” nessuno ha ancora spiegato chi e perché abbia ordinato di imbarcare i clandestini all’interno della zona di ricerca e soccorso di competenza maltese. Un aspetto chiave per completare la lista di quanti “remano contro” il tentativo di chiudere la rotta libica dei trafficanti di uomini. Ricordiamo che nell’agosto 2017 navi della Guardia Costiera (che rispondeva al ministro Graziano Del Rio) portarono in Italia i clandestini raccolti da una nave di Medici Senza Frontiere, ong che non aveva firmato il codice di condotta del Viminale.
Sul fronte europeo nessuna nuova circa la disponibilità dei partner ad accogliere parte dei clandestini imbarcati sul “Diciotti”. "Su questa questione alcuni Paesi Ue sono in contatto al momento. Ma il processo di decisione non possiamo anticiparlo", ha risposto un portavoce del governo tedesco a una domanda dell'ANSA se la Germania sia disposta ad accogliere parte dei clandestini sulla nave. Ora che si trovano in un porto italiano e sopra una nave militare italiana è quasi impossibile che i migranti illegali vengano riportati in Libia anche perchè il governo di Tripoli non li vuole. Difficile che la Ue trovi un’intesa poiché molti partner vedono nel caso “Diciotti” una buona occasione per mettere in difficoltà il governo italiano, ben poco gradito a Bruxelles.
Non si può escludere un intervento del Quirinale per indurre il premier Giuseppe Conte a “ordinare” a Salvini di consentire lo sbarco e l’accoglienza dei clandestini. Un simile intervento costituirebbe un autogol per l’esecutivo ma porterebbe nuovi consensi al ministro dell’Interno.