Cresce nel Myanmar la persecuzione contro i cristiani Wa
Dai territori controllati dall’Esercito nazionale unito Wa arrivano notizie di religiosi cristiani espulsi, luoghi di culto e scuole chiusi, studenti arruolati a forza
Nello Stato Shan del Myanmar l’Esercito nazionale unito Wa, la milizia etnica più attiva nel paese, moltiplica gli atti ostili nei confronti dei cristiani. I militari Wa a ottobre hanno isolato la parrocchia di San Paolo a Mong Pawk, nella diocesi di Kentung. Il 2 novembre hanno ordinato al sacerdote e alle tre suore della parrocchia di andarsene entro l’8 novembre. La loro partenza mette in difficoltà non solo i cristiani, ma anche i residenti di altre religioni che usufruivano delle loro iniziative sociali. Almeno un centinaio di bambini di etnia Lahu e Wa frequentavano ad esempio la scuola gestita dalle suore. I corrispondenti locali dell’agenzia AsiaNews ritengono improbabile che ai religiosi sia consentito di ritornare così come non è stato permesso a tre sacerdoti salesiani, otto suore e agli insegnanti laici espulsi in due diversi episodi tra settembre e ottobre, periodo in cui 52 luoghi di culto sono stati costretti a chiudere e tre chiese sono state date alle fiamme. La persecuzione dei cristiani è ispirata dall’ideologia comunista delle leadership militari Wa, sostenute dalla Cina. Da tempo nella regione controllata dall’Esercito nazionale unito Wa è proibita la costruzione di nuovi edifici di culto. Un esponente cattolico locale con cui AsiaNews è entrata in contatto ha segnalato che negli ultimi mesi molti pastori e catechisti sono stati imprigionati per brevi periodi e ha confermato che decine di studenti cristiani sono stati arruolati a forza e le scuole che frequentavano costrette a sospendere le lezioni. Nelle ultime due settimane 17 degli studenti sequestrati e arruolati sono riusciti a scappare e hanno raggiunto a gruppi di due-tre la chiesa battista Lahu di Kyaing Tong.