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SCUOLA A MILANO

Arcigay contro le linee guida Sessualità Lgbt alle medie

Lezione choc all'Istituto Sandro Pertini di Milano dove un corso contro il "bullismo omofobico" si rivela una lezione di sessualità Lgbt. Si è parlato ai ragazzini di omosessualità, bisessualità, pansessualità...oltre che di vari aspetti della realtà arcobaleno. Il tutto all'indomani della pubblicazione delle linee guida ministeriali che vietano l'insegnamento del gender nelle scuole.

Educazione 31_10_2017

Dopo aver fatto indossare ai ragazzini delle coroncine colorate e aver chiesto loro se conoscessero il significato dell’acronimo LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender, ndr), sulla lavagna sono comparse scritte del calibro: “Identità sessuale. Chi mi piace? maschio+maschio = gay; maschio+femmina= etero; maschio + femmina/maschio = bisex”. E’ questo il corso che è andato in onda la scorsa settimana nelle scuole medie dell’Istituto Comprensivo Sandro Pertini di Milano. Proprio nei medesimi giorni in cui il ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, varava le linee guida per l'attuazione del comma 16 della riforma della scuola (legge 107 del 2015), dichiarando quanto segue: “Tra le conoscenze da trasmettere non rientrano in nessun modo le ideologie gender”. La vicenda ha dell’incredible, non solo perché sbugiarda le disposizioni ministeriali all’indomani della loro uscita, ma anche perché smaschera la strategia che sta dietro alla galassia dei progetti tragati arcobaleno. Ma andiamo con ordine.

COSA SAPEVANO I GENITORI?

Nel Ptof dell’Istituito, ovvero il Piano Triennale dell’Offerta Formativa che necessita del consenso informato da parte dei genitori, il corso in questione era così rubricato: nell’elenco dei “Progetti per l’inclusività”, rientrava, tra gli altri, il corso titolato “Noi: storie di libri parlanti”. Ebbene: quale può mai essere la connessione tra le “storie di libri parlanti” e la propaganda del mondo Lgbt? I genitori dell'Istituto Pertini non hanno avuto nemmeno il privilegio di porsi la domanda, dato che nel Ptof non compariva alcuna informazione circa le tematiche trattate e la qualifica degli enti promotori. E però: mai accettare una proposta scolastica a scatola chiusa, soprattutto di questi tempi, si potrebbe obiettare. Ma considerando che l'offerta formativa in oggetto consta di 173 pagine, sarebbe impensabile pretendere dai genitori di mettere in discussione tutto quello che c’è scritto ed anche quello che è taciuto. Andiamo avanti. In realtà, se si spulciano le 92 circolari che sono state pubblicate sul sito dell’Istituto dall’1 settembre ad oggi, il puzzle si ricompone. Infatti, nella circolare n.34 del 13 settembre 2017 compaiono gli argomenti trattati nel corso: “Intercultura, razzismo, disabilità, contrasto al bullismo omofobico e rispetto dell’indivisualità”. E spuntano anche i relatori, tra i quali, appunto, gli “esperti volontari del Gruppo Scuola Arcigay”.  Sempre nella medesima circolare, inoltre, sta scritto: “L’eventuale non adesione al progetto, va comunicata in presidenza entro il 30 settembre 2017”. A questa seguono poi altre due circolari che ne ricalcano i contenuti tranne che per un aspetto di assoluta rilevanza: tra i temi trattati si aggiunge “il dialogo interreligioso ed il ruolo della donna nella cultura islamica”, relatrice: Sumaya Abdel Qader. Presentata dalla scuola come semplice “scrittrice”, trattasi invece di una consigliera comunale del Pd che in tempi di elezioni aveva agitato il partito per via di presunti legami con la Fratellanza Musulmana. Ma questa è un’altra storia. Dunque: con le circolari informative tutto è risolto? Niente affatto, almeno per due ragioni.

FLUIDITA’ DELLE INFORMAZIONI

Sebbene nell’informativa scolastica si parlasse di “bullismo omofobico” in relazione all’Arcigay e nonostante per gli “addetti ai lavori” sia chiarissima la strategia che si cela dietro a tali formule, la scuola non può pretendere che il genitore sappia leggere ciò che non c’è scritto. E infatti, parafrasando il “contrasto al bullismo omofobico”: ai ragazzini delle medie è stata fatta una vera e propria lezione di sessualità improntata unicamente sulla cultura Lgbt. Se infatti si visita la pagina Facebook di Gruppo Scuola - la sezione di Arcigay di Milano dedicata alla militanza nel mondo scolastico - si incontra una foto che ritrae una lezione del corso in oggetto. In breve, i relatori hanno alle spalle una lavagna che porta il titolo: “Identità sessuale, sesso biologico (come sono) e orientamento sessuale (chi mi piace)” e in cui sono presentati agli alunni concetti come: “omosessualità, bisessualità, pansessualità e asessualità”. E via discorrendo. Mentre in un altro post, compare una foto della scuola commentata così: “Anche oggi all’IC Sandro Pertini! Arcobaleno per tutt*”. A questo punto ci domandiamo: è giusto che ai genitori vengano date informazioni a metà e prive di trasparenza su un tema così sensibile come l’educazione sessuale? Le linee guida ministeriali, pochi giorni, fa hanno detto di no. Eppure, queste sembrano a tutti gli effetti quelle cosiddette “ideologie gender” che il ministro Fedeli ha respinto con forza.

CONSENSO TRUCCATO

C’è poi un secondo aspetto che attiene al consenso informato dei genitori e alla possibilità di esonero da un certo tipo di corsi, curriculari ed extracurriculari, dai contenuti sensibili, come appunto quello in oggetto. Nelle circolari dell’Istituto compariva sì l' “eventuale non adesione al progetto da comunicarsi in presidenza” entro una determinata data. Ma di nuovo ci domandiamo: anche qualora le informazioni fossero corrette e complete, è sufficiente il silenzio assenso come forma di consenso in casi simili? Ovviamente no. E infatti la questione, affrontata in forma teorica nelle linee guida, rimane ancora aperta.

LA PROTESTA CONTINUA

Intanto un gruppo di genitori e di esponenti del consiglio di Zona 9, dove è situata la scuola, si stanno muovendo. Pare che la dirigente scolastica Maria Stefania Turco, in reazione a diverse proteste, abbia dichiarato di non essere al corrente della gravità della situazione e che intende sospendere i corsi in questione. Dal canto suo l’Assessore all' Educazione e Istruzione del municipio, Deborah Giovanati, si è detta “determinata ad agire con ogni mezzo a disposizione per sospendere questo e simili corsi. Su temi sensibili come la sessualità, il dialogo interreligioso e affini, non è ammissibile che i genitori vengano tenuti all’oscuro e non sia data loro la possibilità di scegliere per i propri figli. Anche escludendoli da simili attività”. Attendiamo il seguito, sapendo che la partita è solo all'inizio.