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AL, i vescovi polacchi stoppano le fughe in avanti

La Conferenza Episcopale polacca si è riunita nei giorni scorsi a Lublino per discutere e redigere un documento relativo alle linee guida con cui leggere l’esortazione apostolica Amoris Laetitia, e che La Nuova BQ presenta in anteprima. I vescovi rifiutano la possibilità di accesso alla comunione alle coppie che vivono "more uxorio" e leggono il documento in continuità con Familiaris Consortio

Ecclesia 17_10_2017
I vescovi polacchi

La Conferenza Episcopale polacca si è riunita nei giorni scorsi a Lublino per discutere e redigere un documento relativo alle linee guida con cui leggere l’esortazione apostolica Amoris Laetitia. Alla riunione era presente anche il nunzio Salvatore Pennacchio, da poco più di un anno rappresentante del Pontefice presso la Chiesa polacca. Si ignora quando il documento stilato dai vescovi polacchi sarà pubblicato; ma siamo in grado di anticipare alcuni punti, sia pure sommariamente, che però sono centrali, e indicativi della lettura che l’episcopato ha dato dell’esortazione. Una lettura che è in linea piena con la “Familiaris Consortio” di Giovanni Paolo II. E’ evidente che nel momento in cui le linee guida approvate a Lublino saranno rese pubbliche, si evidenzierà ancora di più la confusione creata da Amoris Laetitia, e soprattutto dalle sue interpretazioni “aperturiste”. E diventerà sempre più chiaro quanto sia imbarazzante e foriero di nuova confusione il silenzio ostinato del Pontefice a fronte delle richieste di chiarificazione.

Secondo indiscrezioni di ottima fonte, possiamo dire che i vescovi polacchi rifiutano la possibilità di accesso alla comunione alle coppie che vivono "more uxorio", cioè senza essere unite dal Sacramento del matrimonio. E’ evidente che lo stesso accade per le coppie che convivono. Naturalmente questa decisione riguarda anche le coppie dei divorziati risposati, in cui per la Chiesa sia ancora valida la prima unione. Essi non possono accedere alla Comunione sacramentale, e neanche alla comunione spirituale finché si trovino in una situazione esistenziale che contrasta apertamente con l’eucarestia; che rappresenta legame sponsale del Signore con la sua Chiesa fedele, un legame indissolubile e fecondo.

I vescovi sottolineano con forza però che la Chiesa non intende rifiutare né tantomeno discriminare persone. Ad esse vanno offerti e presentati tutti i possibili mezzi di salvezza (Parola, ritiri, formazione, adorazione, partecipazione alle messe. La loro situazione pubblica però impedisce che possano ricevere l’Eucarestia. E viene mantenuto per loro il divieto di diventare padrini e madrine al battesimo; così come non possono nei casi in cui questo è concesso ai laici, neanche distribuire la comunione. E non possono nemmeno insegnare la dottrina, cioè il catechismo.

Ai sacerdoti viene chiesto di esercitare una pastorale di accompagnamento di queste coppie e famiglie, aiutandoli a risolvere gli impedimenti oggettivi della loro situazione tramite la preghiera, penitenza e speranza.

Il documento legge Amoris Laetitia nel contesto dell'insegnamento secolare della Chiesa, e del Magistero più recente. In questo senso è stata data molta attenzione e importanza alle impostazioni stabilite da "Familiaris consortio" di San Giovanni Paolo II; al decreto della Congregazione per la Dottrina della Fede del 1994 e a quanto insegnato ed esposto dal Catechismo della Chiesa Cattolica.

Una nota finale: l’Università Cattolica di Lublino, “Giovanni Paolo II” dopo la plenaria dei vescovi ha annunciato il conferimento di una laurea honoris causa al cardinal Gerhard Mueller per la sua opera di “timone di retta dottrina”.