Violenze a Capodanno. Di nuovo. Dilaganti in Europa
Ancora una volta l'anno nuovo, per l'Europa, non è iniziato nel migliore dei modi. L'ennesima epidemia di molestie e aggressioni ai danni di forze dell'ordine e donne, oltre che attentati senza troppa eco, hanno inaugurato il 2019.
Ancora una volta l'anno nuovo, per l'Europa, non è iniziato nel migliore dei modi. L'ennesima epidemia di molestie e aggressioni ai danni di forze dell'ordine e donne, oltre che attentati senza troppa eco, hanno inaugurato il 2019.
In Svezia sono stati registrati numerosi incidenti in lungo e il largo il Paese. L'anno è iniziato esattamente come era finito: diciassette auto incendiate a Göteborg, un appartamento andato in fiamme, aggressioni alle forze di polizia e persino alle ambulanze. In diversi posti di Stoccolma i poliziotti si sono beccati anche dei razzi, e alle 4 e 30 del 1° gennaio un uomo è stato accoltellato a Haninge. La cronaca ha lesinato i commenti senza dare troppe spiegazioni del perché di aggressioni alle autorità.
Intanto, dalla Svezia ci spostiamo in Olanda dove - qui sono stati più precisi - polizia e pompieri sono stati aggrediti al grido di "Allahu Akbar", e almeno due persone sono morte per gli scontri. Nel vicino Belgio sono stati appiccati diversi incendi, tra cui a un albero di Natale, nel sobborgo di Molenbeek, popolato da immigrati, che ha visto anche disordini e il saccheggio di una farmacia locale. Anche qui i pompieri che sono arrivati sulla scena sono stati bersagliati da fuochi d'artificio.
La Francia, che è diventata famosa come la Svezia, per i roghi delle auto nel periodo di Capodanno, ha visto almeno 99 macchine incendiate nella zona di Seine-Saint-Denis, appena fuori Parigi, popolata da immigrati, e in tutto sono stati registrati 31 arresti. Altri roghi di auto si sono verificati in diverse altre città francesi, tra cui gli Yvelines, dove sono state distrutte 41 auto a causa di incendi.
L'incidente più grave del nuovo anno è avvenuto, però, a Manchester, dove un uomo è entrato nella stazione ferroviaria di Manchester Victoria e ha pugnalato tre persone, tra cui un ufficiale di polizia, al classico grido di "Allah è il più grande!". La polizia ci ha messo poco per classificare l'incidente come "terrorismo", anche se poi l'attentatore è detenuto "ai sensi della legge sulla salute mentale".
Dalla Gran Bretagna ci spostiamo in Germania, il Paese europeo che più di ogni altro sta attraversando il più importante scossone politico degli ultimi dieci anni, preda di politiche immigrazioniste deleterie. L'anno si era concluso con il discorso della cancelliera Merkel. Parlando alla nazione l'architetto della crisi migratoria d'Europa ha chiesto maggiore cooperazione "transfrontaliera" per meglio affrontare il 2019 e le sue sfide principali: terrorismo - quale? - e riscaldamento globale. Ma le vere emergenze si sono imposte sulle chiacchiere in una Germania che non riesce a dimenticare, per esempio, i fatti di Colonia che di anno in anno, in qualche modo, vengono riproposti alle donne tedesche. Se l'anno scorso, infatti, le gabbie costruite nelle varie piazze dove avrebbero dovuto nascondersi in caso di aggressioni di immigrati furono un flop, lo stesso è successo quest'anno.
La Germania è stata difatti recentemente scossa da una nuova puntata della stagione di violenze ad opera di immigrati. Teatro dell’accaduto, una cittadina della Baviera. Pochi giorni fa, un "branco di ragazzi palesemente ubriachi" ha "brutalmente aggredito e malmenato" alcune passanti nel centro di Amberg. I media tedeschi raccontano così l'accaduto e aggiungono che le vittime dell’assalto, circa una "dozzina", hanno "lesioni significative". Subito dopo l’aggressione, la polizia bavarese si è messa sulle tracce dei responsabili. Descritti come "individui di origini arabe", in quattro sono stati arrestati, tutti tra i 17 e i 19 anni e tutti richiedenti asilo. Le violenze di Amberg hanno indotto il ministro dell’Interno federale, l’esponente Csu Horst Seehofer, a proporre una "stretta" nei confronti degli stranieri con un disegno di legge che acceleri le espulsioni.
Nonostante la "tolleranza zero" promessa dal ministro federale ai danni degli immigrati, diversi sindaci hanno iniziato ad attaccare duramente l’esecutivo di Berlino, responsabile di avere compreso con troppo ritardo i pericoli connessi all’immigrazione incontrollata. Proprio il primo cittadino di Amberg, teatro delle recenti violenze, si è rivelato uno dei più feroci critici della gestione dei flussi migratori attuata finora da Seehofer e dalla Merkel. Prima delle gravi aggressioni, a Bottrop un uomo si era lanciato con la sua auto contro pedoni, ma se la polizia ha liquidato in breve la cosa come un gesto xenofobo, lo stesso non è stato possibile dirsi dell'aggressione ai pompieri di Barmbek, ad Amburgo, dove in un bar shisha c'era stato un accoltellamento. I vigili del fuoco si sono chiusi a chiave nel veicolo e hanno chiamato la polizia, che è arrivata armata di fucili e mitragliatrici insieme a un'ambulanza che ha portato la vittima in un vicino ospedale.
La fotografia di questo inizio di 2019 in Europa racconta di un fallimento plateale del multiculturalismo, ha denunciato in queste ore, Aaron Cohen, l'esperto di sicurezza nazionale e antiterrorismo a Fox News. "Quello con cui abbiamo a che fare è l'epitome di una politica d'immigrazione fallita", ha detto Aaron Cohen. "Non so in quale altro modo mettere lo stato delle cose altro rispetto al fatto di lasciare un milione di immigrati non conformi nel tuo paese e concedere loro la cittadinanza, pur se così diametralmente opposti al modo in cui vivi, ai valori in cui credi ... Stiamo assistendo inermi a simpatizzanti terroristi che crescono e allargano i loro tentacoli in tutta Europa", ha concluso Cohen.