Sesso, droga & vizi gay Paga la Regione
La Regione Emilia finanzia ong che effettua test hiv per gli omosessuali. E che promuove benefici ed effetti collaterali del chemsex, il sesso sotto l'effetto di droghe. Protesta la politica, ma nessuno si chiede perché gli omosessuali nei locali e nelle saune debbano drogarsi. Forse perché il cuore dell'uomo non mente e lancia S.O.S dicendo che l'omoerotismo è innaturale e porta malattie? Ma se lo dice la De Mari scatta il reato, se esce dal mondo gay arrivano i finanziamenti coi soldi pubblici.
La Regione Emilia Romagna finanzia con i soldi dei contribuenti chi promuove il sesso di gruppo gay. La denuncia arriva dal consigliere di Forza Italia Galeazzo Biagnami che ha inoltrato alla giunta di viale Aldo Moro una seconda interrogazione, la prima del dicembre scorso non aveva ricevuto risposta, per fare chiarezza sulle finalità della Ong Blq Checkpoint, che ha sede proprio sotto le due torri.
L’associazione ha un ufficio in centro, ma anche un sito internet all’interno del quale oltre a fornire supporto per effettuare i test dell’Hiv fuori dall’ambito ospedaliero, dà la possibilità agli omosessuali di accedere alle bacheche per lo scouting, cioè per rimorchiare, e fornisce informazioni molto dettagliate sul chem sex, la pratica di fare sesso omo sotto l’effetto di droghe. Il tutto alla luce del sole e con l’aperta volontà di ridurre il rischio; sicuramente uno strumento per propagandare la promiscuità sessuale, che anzi viene presa come dato di fatto nel mondo gay.
Bignami ha giudicato i contenuti del sito “inadeguati” e ha chiesto alla Regione il ritiro immediato dei finanziamenti perché “i contenuti non sembrano avere quelle finalità istituzionali che tale progetto dovrebbe perseguire”.
Si tratta di cifre di tutto rispetto. Nel 2013 Blq Checkpoint (Blq è la sigla aeroportuale dell’aeroporto Marconi ndr.) ha goduto “di diversi finanziamenti pubblici: nel 2013, ad esempio, è stata concessa all’Ausl di Bologna la somma di 58.000 euro da parte della Regione quale contributo per la realizzazione del progetto Blq checkpoint, finanziamenti confermati anche per l’anno 2014, con 46.000 euro, e per l’anno 2015, con 45.000 euro”. Soldi che adesso devono essere giustificati soprattutto in riferimento all’approccio che viene utilizzato nel campo dell’uso di droghe nel mondo gay.
Il progetto Blq checkpoint è nato per promuovere la cultura della prevenzione dell’Aids e per implementare l’offerta del test per l’Hiv, attraverso l’utilizzo di test rapidi a prelievo capillare, in particolare per persone ad alto rischio e gode del supporto non solo della Regione, ma anche del Comune di Bologna e dell’Asl, ma oltre a fornire test per l’Aids “presenta informazioni su come fare sesso sotto effetto di droghe, su come fare sesso di gruppo occasionale evitando il contagio, su come evitare il mix tra droghe e antiretrovirali, il tutto accompagnato da foto sessualmente esplicite e con un link che riconduce a una chat per gay”.
E’ questo l’aspetto più problematico dell’attività di Blq. Scorrendo il sito infatti ci si imbatte in una brochure che viene pubblicizzata e che si rivolge al chemsex. Il termine «chemsex» significa «sesso sotto l’effetto di droghe». E qui c’è il primo problema: se per fare sesso si deve aver bisogno di droghe, viene da chiedersi quale sia il grado di libertà di chi lo pratica. Ma andando oltre si scopre che l’opuscolo “fornisce “informazioni pratiche per un uso informato delle droghe”. Quindi, al bando i sentimentalismi di chi continua a propinare l’amore omosessuale come semplice variante dell’amore umano: se servono droghe e queste sono ammesse, l’unica cosa da fare è cercare di farlo nel modo più consapevole possibile. Della serie: puoi farlo, ma attento alle conseguenze. L’opuscolo diventa così una sorta di “bugiardino” farmaceutico in cui le proprietà benefiche delle sostanze stupefacenti nella pratica omoerotica vengono controbilanciate dai possibili effetti collaterale o controindicazioni.
D’altra parte “l’ottica è la riduzione del rischio, in particolare quello di contrarre infezioni sessualmente trasmissibili al momento di fare sesso mentre si è sotto gli effetti di droghe”. Non c’è alcuna condanna della pratica, non c’è alcun aiuto fornito agli omosessuali affinché comprendano i motivi per cui devono sentire il bisogno di fare sesso sotto l’effetto di sostanze e magari combatterli. Tutto è acriticamente accettato, salvo però cercare di farsi il meno male possibile secondo la logica della riduzione del danno e non dell’eliminazione dello stesso. Della serie: fate sesso e drogatevi come volete, non ci importa nulla di voi e nemmeno ci interessa sapere perché lo fate. Basta che lo facciate senza danni per il comparto sanitario, questo è il messaggio che al fondo arriva.
Le frasi che sono sembrate a Bignami un’esaltazione del sesso attraverso le droghe sono di questo tenore: “Le droghe ci posso dare maggiore sicurezza, ci sentiamo più a nostro agio con noi stessi e con gli altri, siamo più rilassati ed eccitati. Per alcune persone, sesso e droghe – o alcol – sono inscindibili. Se intendi farne uso, questo opuscolo ti aiuterà a prendere alcune precauzioni per proteggere la tua salute sessuale”.
E accanto a frasi come “sappiamo che mischiare sesso e droghe è spesso l’anticamera di pratiche sessuali rischiose. D’altro canto, l’uso di droghe è una scelta individuale. A parte il rischio di sviluppare dipendenza c’è quello di perdere il controllo e la lucidità, arrivando a un blackout durante il quale non sappiamo più quello che facciamo”, troviamo concetti espressi in termini di soddisfazione personale: “In un locale, a una festa privata o in sauna capita di far sesso con più persone nel giro di poche ore. Situazioni di questo tipo possono sembrare un safe space, una «bolla» in cui si sta bene e il senso di appartenenza al gruppo è molto alto, soprattutto se si usano droghe. In queste situazioni si ha l’impressione che vada tutto bene e molti dei dubbi che avresti normalmente (o le preoccupazioni per le conseguenze) scompaiono come neve al sole. Le droghe hanno il potere di aumentare il tuo appetito sessuale e la tua resistenza”.
Insomma, viene confermato quanto era emerso con lo scoop delle Iene nei circoli Anddos: nelle saune e nei circoli si pratica sesso di gruppo, lo sanno tutti, perché a questo fondamentalmente servono dato che la socializzazione nel mondo gay è quasi del tutto orientata al piacere sessuale. Ma dato che il piacere sessuale è promiscuo e rischioso per la salute, oltre che innaturale, ecco che serve un aiutino chimico che trasforma questi ritrovi in sordide stanze del buco. Da qui l’appellativo di chemsex. Basta un poco di zucchero e la pillola del sesso contronatura va giù.
Le uniche raccomandazioni dunque non sono di carattere etico, ma pratico: “Pensa bene alle situazioni in cui potresti trovarti in modo da conoscere i tuoi limiti, invece di dover improvvisare. Se fai sesso di gruppo, ricorda di cambiare preservativo passando da un partner all’altro”. E’ una questione di limiti, non di amore. Di tecniche, non di cura della persona. Il sesso gay si manifesta come una pratica prestazionistica, uno sport d’alta quota, estremo, nel quale se non si è sufficientemente accorti si possono rischiare le penne.
E ancora: “Se hai preso droghe, potresti non accorgerti di un preservativo rotto o sfilato. Lunghe sessioni di sesso penetrativo, magari particolarmente intenso, facilitano la rottura del profilattico. Il preservativo va controllato ogni tanto durante la scopata e cambiato ogni mezz’ora circa. Usare molto lubrificante riduce i rischi di cui sopra. Le droghe leniscono il dolore, per cui potresti non accorgerti di esserti fatto male nel retto o sul glande. Il rischio è provocarsi ferite e agevolare la trasmissione di infezioni come l’epatite c”.
Non solo pericoloso, ma anche doloroso e per questo ci vogliono le sostanze. Il provocarsi ferite e agevolare la trasmissione di infezioni non è forse lo stesso concetto utilizzato dalla dottoressa Silvana De Mari che da endoscopista ha messo in guardia dai rischi per la salute nel sesso gay? Lei è stata linciata e persino denunciata alla Procura di Torino, ma se gli stessi concetti sono espressi da chi è del ramo invece questi vanno premiati con lauti finanziamenti pubblici.
L’opuscolo ha quindi il catalogo delle droghe del sesso gay, con benefici e rischi connessi. Tutto alla luce del sole e soprattutto tutto chiaro circa i motivi del loro utilizzo. Ci sono gli stimolanti che sono “droghe che accelerano le funzioni del corpo. Ti fanno sentire più sveglio e sicuro di te, oltre ad aumentare il senso di empatia nei confronti delle altre persone – anche in chiave sessuale. Il down porta con sé depressione e ansia”. Tra queste viene annoverato il Mefedrone, “una droga stimolante nella forma di una polverina bianca che si può sniffare, ingoiare, iniettare in vena (slamming) o nel retto con una siringa senz’ago (booty bump)”. L’effetto? “Per circa un’ora dopo aver assunto mefedrone ti puoi sentire particolarmente allerta, vicino a chi ti circonda, sicuro di te ed eccitato. L’iniezione via slamming porta a una botta più rapida, intensa e duratura”. C’è poi il Crystal meth che “ti fa sentire vigile e sicuro di te, impulsivo e molto eccitato, senza freni inibitori. può condurre a comportamenti aggressivi, in quanto la persona si sente in grave pericolo”.
Passiamo ora alla categoria dei sedativi. “La ketamina è di solito una polvere da sniffare, i cui effetti durano tra i 45 e i 90 minuti. Se iniettata in forma liquida o ingoiata, i suoi effetti durano anche tre ore. Ha il potere di eccitarti e di far perdere sensibilità al corpo, per cui il sesso può durare anche molto a lungo senza accorgersi di lesioni al glande o al retto. Non sentendo dolore, potresti provocarti sanguinamenti o abrasioni che facilitano il passaggio d’infezioni come l’hiv e le epatiti. Se eccedi col dosaggio puoi finire nel «K-hole»: potresti non sapere più chi sei per 45-90 minuti e avere difficoltà a muoverti, a parlare, a ingerire e persino a respirare. Si ha l’impressione di abbandonare il proprio corpo entrando in un tunnel di luce”.
Al di là del coinvolgimento della Regione in questo progetto, è chiaro che questa brochure, se da un lato si propone lo scopo di informare e rendere ancor più consapevoli gli omosessuali, resta un dato di fondo: perché nessuno si interroga sul bisogno, frequente, che gli omosessuali hanno di praticare il sesso con l’uso di stupefacenti? Che cosa li spinge a imbottirsi di sostanze per non sentire dolore, per essere eccitati, per favorire l’empatia, per suscitare gli istinti più disinibiti? Se c’è una domanda ci sarà anche un’offerta e questa solitamente va sotto il nome di spaccio. Quanto la Regione è consapevole di questo?
E ancora: che cosa si cela dietro questo continuo ricorrere a droghe? Non sarà per caso che le cocaina e ketamina servono a dimenticare per un attimo l’angoscia di una situazione che resta ancor oggi irreale per la mente e per il corpo? Il cuore dell’uomo non mente, puoi ingannarlo con tutti palliativi del safe sex o della “gayezza” spensierata, ma in fin dei conti, manifestando il suo bisogno di drogarsi, sta lanciando un semplice S.O.S. Chi si droga sta male, cerca di colmare un vuoto, si aggrappa alla chimica per non sentire dolore, per negare l'abisso e non comprende che più ne fa uso più precipita in fondo. Ma tutto questo viene ignorato sistematicamente da un potere che adesso ha in pugno anche le istituzioni che si lasciano usare, complici, con il solito buonisno sentimentale.