Se la Croce Rossa rifiuta la benedizione (e la storia)
Viene inaugurata una nuova ambulanza, ma il comitato della Croce Rossa di Moncalieri rifiuta di farla benedire dal prete “per non offendere” i fedeli di altre religioni. Scoppia la polemica, ma dalla CRI locale precisano che l’emblema richiama la bandiera svizzera (vero) e «non rimanda in alcun modo alla simbologia cristiana»: ah, no? Piccola ricostruzione storica per laicisti.
Quando la pezza è peggio del buco. Riassunto: la Croce Rossa di Moncalieri doveva inaugurare, il primo di agosto, una nuova ambulanza e, per la prima volta, non ha voluto farla benedire dal prete «per non offendere» musulmani, buddisti, eccetera.
Solita solfa, perché due gocce d’acqua benedetta per certe teste sono peggio che acido solforico. Vabbe’, per certuni è una questione di principio e, quando comandano loro, dettano le regole (sennò, che gusto c’è ad arrabattarsi per andare al comando?).
Qualche leghista ha parlato di «buffonata» e, sbagliando, ha creduto di far notare che la Croce Rossa intera si chiama così per riguardo al simbolo cristiano. Non l’avesse mai detto. Il presidente della C.R.I., comitato di Moncalieri, ha sentito l’impellente dovere di rettificare (forse per riflesso antileghista, che di questi tempi tutti a prendere le distanze…). Ecco qua: «Premettiamo, per dovere di informazione, che l’emblema della Croce Rossa non rimanda in alcun modo alla simbologia cristiana. Fu invece scelto in omaggio al suo fondatore e al paese che ne vide la nascita, con la Convenzione di Ginevra del 1864. La croce rossa su fondo bianco richiama infatti, a colori invertiti, la bandiera svizzera». Vero. Ma non è tutto.
Henry Dunant, svizzero, vide la carneficina della battaglia di Solferino (seconda guerra d’indipendenza, piemontesi e francesi contro austriaci) e si scandalizzò per le migliaia di feriti che morivano senza cure. Vero è che adottò, a colori invertiti, la bandiera del suo neutrale Paese. Ma è anche vero che tale bandiera risale alla battaglia di Laupen del 1339 ed è quella del Sacro Romano Impero germanico. Gli svizzeri, formidabili guerrieri temutissimi per tutto il Medioevo e l’Età Moderna, andavano in battaglia seguendo lo stendardo del rispettivo Cantone di provenienza. Ma tutti portavano cucita sulla giubba una croce greca bianca su sfondo rosso. Perché erano cristiani e, dunque, per assicurarsi la protezione divina.
Fu Napoleone a vietare tale simbolo, costringendo gli svizzeri al tricolore rivoluzionario, così come tutte le altre nazioni da lui conquistate. Quando cadde il Corso, gli svizzeri ripristinarono quel simbolo e ne fecero la bandiera nazionale. Non a caso, la prima guerra (e unica civile) in cui fu innalzata la nuova bandiera fu una guerra di religione, quella del Sonderbund (1847), cantoni cattolici contro cantoni protestanti.
La moderna Croce Rossa sanitaria può fare tutte le professioni di laicità che vuole, ma quella Croce che innalza sui suoi mezzi e i suoi uomini (e donne, pardon) è una croce cristiana. La controprova sta nel fatto che i musulmani, proprio loro, hanno capito benissimo che quello è un simbolo religioso, tant’è che nei loro territori opera la Mezzaluna Rossa. Infatti, il presidente del comitato di Moncalieri precisa nel suo comunicato che «nessun membro di nessuna comunità musulmana ha mai avanzato una richiesta del genere al nostro comitato». Poi ribadisce l’assoluta neutralità eccetera eccetera, neutralità che però non esiste nei Paesi islamici e che nessun islamico, appunto, si sognerebbe di chiedere nei Paesi (ex) cristiani.
Per cui, è chiaro che la mini-polemica di cui sopra è scaturita dal sacco laicista cristofobo. Altro che ambulanze, sono queste le ferite (alla testa) che la Chiesa-ospedale-da-campo dovrebbe pensare a curare. Altro che la salute degli oceani!