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il caso

Scioperi selvaggi, l'abuso dei sindacati è un assist al Governo

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L'ennesima agitazione prevista per venerdì prossimo ha portato la Commissione di garanzia a denunciare l'illiceità della protesta proclamata da Cgil e Uil. E ora il governo punta alla precettazione. 

Politica 14_11_2023
Scioperi selvaggi

Lo sciopero è un diritto dei lavoratori, ma se viene usato ogni settimana, sempre alla vigilia del week-end, per contestare qualsiasi politica di governo con l’unico intento di destabilizzare il Paese, allora diventa un abuso. Anche il prossimo venerdì 17 novembre il caos piomberà nella vita degli italiani perché l’ennesima agitazione, non solo dei trasporti, ma anche del pubblico impiego e del mondo della formazione, è destinata a creare enormi disagi. La Commissione di garanzia che si occupa di garantire che l’esercizio del diritto di sciopero si eserciti nel rispetto delle norme vigenti, questa volta ha alzato il cartellino rosso nei confronti degli organizzatori, per denunciare l’illiceità della protesta proclamata per venerdì prossimo.

Lo sciopero è stato indetto da Cgil e Uil, al fine di protestare contro la manovra economica del governo Meloni, responsabile, a detta dei sindacati, di impoverire le fasce meno abbienti della popolazione e di non garantire un futuro alle nuove generazioni. In particolare, al centro delle critiche vi sono l’aumento dell’Iva per i beni di prima necessità e l’abbassamento dell’Irpef per le fasce di reddito più alte. In aggiunta, i sindacati si scagliano contro i tagli al settore dell’educazione, denunciando la riduzione delle risorse per il mondo della scuola e della ricerca. Per quest’ultima ragione, anche il personale di scuola, università, ricerca e formazione professionale prenderà parte alle proteste. Lo sciopero si estende a livello nazionale, e comporterà lo stop delle categorie del trasporto, del pubblico impiego e della conoscenza. Tutto questo per richiedere interventi pubblici volti a tutelare in misura maggiore i diritti e il benessere economico dei lavoratori.

La Commissione di garanzia è stata chiamata ad esprimere un parere in merito alla legittimità dello sciopero di venerdì e, contrariamente alle aspettative degli organizzatori, ha evidenziato irregolarità e ha chiesto il ridimensionamento dello sciopero. In particolare, secondo la Commissione, la protesta di venerdì 17 novembre viola anzitutto il principio della “rarefazione oggettiva”. La regola impone ai sindacati un distanziamento delle azioni di sciopero che consenta ai cittadini di accedere con relativa regolarità ai servizi. Questo criterio non è rispettato in quanto negli stessi giorni della data prevista per lo sciopero nazionale si terranno altre manifestazioni promosse dai sindacati di base dei Vigili del Fuoco e nel settore dell’aviotrasporto.

La seconda violazione riguarda invece la durata massima della prima azione di sciopero, che impone alla prima azione di sciopero, nel mondo dei trasporti, un’interruzione di 4 ore (8 per il settore ferroviario), ben lontane dalle 24 previste. In virtù di tali considerazioni, la Commissione ha concluso che lo sciopero non può estendersi al settore dell’aviazione e dei Vigili del Fuoco, per la concomitanza con altre proteste e che eventuali deroghe applicate a scioperi generali non possono essere prese in considerazione, in quanto i settori esclusi dalle proteste sono così numerosi che non si può davvero parlare di sciopero generale. Le confederazioni sindacali dovrebbero dunque limitare lo sciopero a 4 ore nei trasporti, senza coinvolgere gli aerei. I sindacati e il Garante hanno deciso di incontrarsi per trovare un accordo, che però ancora non c’è.

La decisione della Commissione è stata accolta con delusione dalle confederazioni sindacali e con grande gioia dalla Lega di Matteo Salvini. Il segretario generale della Uil Trasporti, Claudio Tarlazzi, ha espresso la volontà di non allinearsi alla decisione presa dal Garante, affermando che “quello proclamato per venerdì 17 novembre è e rimane uno sciopero generale e non uno sciopero intersettoriale”.

La Lega, in una nota, afferma ironicamente: «La Commissione di garanzia degli scioperi mette in castigo il capriccioso Maurizio Landini: bocciata la pretesa del leader della Cgil di trascorrere un weekend lungo il prossimo 17 novembre sulla pelle di milioni di italiani. La mobilitazione non potrà essere di 24 ore: i troppi anni a servizio del Pd al governo nazionale hanno arrugginito la Cgil che evidentemente ha dimenticato l'abc».

Il Capitano ha deciso di cavalcare queste spinte anti-sindacali perché ha fiutato che l’autorevolezza delle confederazioni nei confronti dei sindacati è scesa davvero ai minimi termini. I lavoratori si riconoscono sempre meno nelle battaglie di Cgil e Uil, che ritengono contrarie all’interesse nazionale e propedeutiche al peggioramento della già disastrata condizione dei conti pubblici italiani. La decisione della Commissione di garanzia va accettata da chi ha proclamato lo sciopero di venerdì 17 novembre, giudicato contrario alla legge. Se davvero Cgil e Uil sono intenzionate a proseguire con la protesta nei tempi e nelle modalità previste, dovranno fare i conti con una possibile precettazione da parte del ministro dei trasporti e delle infrastrutture, Matteo Salvini, che dopo la decisione del Garante ha il via libera per questo tipo di intervento.

Resta l’amarezza di dover constatare che le forze antigovernative, in questo caso sfruttando il malcontento dei sindacati, le tentano tutte per ostacolare il cammino del governo, chiamato a gestire una difficile congiuntura che meriterebbe coesione sociale e unità d’intenti tra maggioranza e opposizioni almeno sulle questioni essenziali come l’esercizio del diritto di sciopero, che incidono sulla qualità della vita di tutti i cittadini.