Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
LEGA NEL MIRINO

Russiagate, c'è puzza di regia internazionale

Esplode il Russiagate. Ma ci sono troppe cose che non convincono dello scoop di Buzzfeed. Potrebbe esserci una regia internazionale per incidere e orientare gli equilibri politici del nostro Paese. E l’ascesa di Salvini in questa fase potrebbe scombinare i piani di quanti vogliono mettere le mani su aziende italiane decotte e interessi nazionali di vario tipo.

Politica 12_07_2019

All’epoca della guerra fredda fiumi di denaro russo transitavano verso il Partito comunista italiano per sostenere la battaglia “rossa” contro il Patto Atlantico. Il pericolo sovietico era reale e l’alleanza occidentale ha assicurato al nostro Paese la ricostruzione morale e materiale post-bellica, impedendo la deriva comunista sul piano della gestione del potere. Tuttavia, il sostegno economico di Mosca a tutti i Partiti comunisti, anche quello italiano, era reale e concreto. La logica dei blocchi ha ideologizzato per decenni la dialettica politica impedendo all’Italia di crescere come democrazia liberale. E il ritardo culturale e istituzionale da questo punto di vista lo stiamo pagando ancora oggi.

Fino a trent’anni fa l’Unione sovietica ha minacciato l’Occidente, ha rappresentato un rischio concreto per le libertà democratiche. Oggi la Russia è un Paese post-comunista, si è aperto al pensiero liberale, anche in campo economico, e ha fatto enormi progressi sulla strada della democratizzazione. Per questa ragione, intrattenere relazioni con la Russia è anche per l’Italia un’opportunità e non più una tentazione demoniaca. 

Ecco perché bisogna leggere senza le lenti deformanti dell’ideologia (in questo caso anti-leghista) le ultime polemiche scoppiate a seguito delle rivelazioni riguardanti presunti finanziamenti illeciti al Carroccio provenienti da ambienti russi. La notizia è frutto di alcune inchieste giornalistiche, sia negli Stati Uniti sia in Italia. La Procura di Milano ha aperto un fascicolo sui fondi russi. L'ipotesi di reato, formulata dal Procuratore Aggiunto Fabio De Pasquale e dai pm Gaetano Ruta e Sergio Spadaro, sarebbe corruzione internazionale. Alcune persone sono già state sentite in Procura.

L'indagine nasce da alcuni articoli e in particolare dall'audio pubblicato sul sito americano BuzzFeed, con la voce di Gianluca Savoini, leghista presidente dell'Associazione Lombardia-Russia, che il 18 ottobre dell'anno scorso a Mosca avrebbe trattato con alcuni russi per far arrivare fino a 65 milioni di dollari alla Lega nell'ambito di affari legati al petrolio. L'intesa si legherebbe a strategie sovraniste anti-Ue e ad affari in ambito petrolifero. Secondo il sito americano BuzzFeed, che non spiega come ha avuto l'audio e da chi sia stato registrato, Savoini parlava di un presunto affare e di una percentuale del 4% su una grossa fornitura di petrolio da una grande compagnia russa all'Eni, per stornare fondi, quel 4%, per finanziare la Lega. L’oggetto dell’accordo sarebbe stato l’importazione di petrolio russo in Italia, con un meccanismo che avrebbe coinvolto anche l’Eni e fatto affluire 65 milioni nelle casse della Lega. L'Eni ha però smentito qualsiasi ruolo nella vicenda. Immediata la reazione di Matteo Salvini: «Già querelato in passato, lo farò anche oggi, domani e dopodomani: mai preso un rublo, un euro, un dollaro o un litro di vodka di finanziamento dalla Russia». 

Ma ci sono troppe cose che non convincono dello scoop di Buzzfeed. Anzitutto il momento in cui arriva. Nell’ultimo mese il vicepremier leghista, peraltro in crescita costante nei sondaggi, è stato negli Usa per una visita di accreditamento/avvicinamento e ha strizzato l’occhio al segretario di Stato Usa, Pompeo. Nei giorni scorsi, il Presidente russo, Vladimir Putin è stato in Italia. Due visite importanti che hanno comunque significato molto sul piano degli equilibri diplomatici internazionali, soprattutto per quanto riguarda i risvolti economici, commerciali e militari nei rapporti tra Italia e Usa e tra Italia e Russia.

Stupisce la vaghezza con la quale in questa inchiesta si parla di soldi che la Russia avrebbe dato a Salvini, senza minimamente interrogarsi su dove siano finiti. E il ruolo dell’Eni, che peraltro ha subito negato ogni suo coinvolgimento? Questo “Russiagate” proprio non sta in piedi. BuzzFeed scrive che «la registrazione segreta mostra come la Russia di Putin cercava di dare milioni al Trump italiano». Sembra tutto davvero inverosimile e poco credibile. Un colpo basso a Salvini da parte di alcuni poteri per la sua eccessiva esuberanza e spavalderia sul proscenio internazionale? Una minaccia al leader leghista affinchè non rovesci il banco del governo per andare all’incasso elettorale attraverso un voto anticipato e la conquista di Palazzo Chigi in alleanza con la sovranista Giorgia Meloni?

Un avvertimento affinchè rimanga con i 5 Stelle e risparmi all’alleato grillino un altro disastro elettorale? Tutte semplici congetture, che però non sembrano prive di fondamento. Tanto più che ora con le divisioni nel Csm la magistratura italiana presenta un’immagine ancora più appannata e quindi una sua eventuale offensiva anti-leghista potrebbe rivelarsi un boomerang. Questa inchiesta ha un respiro internazionale e sembra sfuggire a quelle ricostruzioni dietrologiche, che invece sono tutt’altro che oziose.

Potrebbe esserci una regia internazionale per incidere sugli equilibri politici del nostro Paese e per orientarli in una certa direzione. E l’ascesa di Salvini in questa fase potrebbe scombinare i piani di quanti vogliono mettere le mani su aziende italiane decotte e interessi nazionali di vario tipo. Tutti moventi che possono spiegare molte cose e alimentare tanti dubbi sull’attendibilità di queste accuse rivolte al Carroccio.