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TEOLOGIA

Rapporto ebrei-cristiani, critiche a Benedetto XVI

Un articolo del Papa emerito sulla rivista Communio, dedicato al rapporto tra ebrei e cristiani, ha suscitato forti critiche da parte di teologi cristiani e rabbini di lingua tedesca.

Borgo Pio 03_08_2018
Benedetto XVI

Benedetto XVI nel calderone dottrinale. Ad attaccarlo, questa volta, sono stati “teologi cristiani” e “rabbini di lingua tedesca”. La polemica è stata segnalata da International La Croix, che ha elencato per filo e per segno tutte le dichiarazioni emerse in questi giorni. A scatenare la consueta “furia” degli anti-ratzingeriani è stata la pubblicazione dell’articolo sul dialogo tra la religione cattolica e quella ebraica.

Il papa emerito non voleva che la sua riflessione divenisse pubblica. Poi è intervenuto il cardinale Koch, che l’ha convinto della bontà di far apparire lo scritto inedito sulla rivista Communio. Un articolo, quello del “mite professore” di Tubinga, attraverso cui viene smentita una volta per tutte l’ipotesi della “teologia della sostituzione”. I cristiani, secondo il papa emerito, non hanno mai preso il posto degli ebrei nella loro missione. L’alleanza tra il popolo eletto e Dio - ha voluto ribadire Benedetto XVI - non si è mai sciolta. Nonostante questo assunto, il rabbino Walter Homolka, ha addirittura accusato l’ex pontefice di incoraggiare una “nuova forma di antisemitismo su base cristiana”.

"Dopo averlo esaminato con molta attenzione ... sono arrivato alla conclusione che le riflessioni teologiche che conteneva dovrebbero essere introdotte nel futuro dialogo tra la chiesa e Israele", ha scritto il porporato svizzero nell’introduzione. Di tutt’altro avviso è stato padre Christian Rutishauser, svizzero e superiore provinciale della Compagnia di Gesù, che in articolo di risposta (sette pagine) a quello di Benedetto XVI ha definito “problematico” il fatto che il papa rinunciatario continui a istruire gli ebrei sull’interpretazione dell’Antico Testamento.

Michael Böhnke, professore di teologia sistematica all'Università di Wuppertal, ha dichiarato: "Da un punto di vista teologico, Benedetto, preoccupato per la sua eredità, ovviamente tira ancora le fila dietro le mura del Vaticano. Il fatto che il testo originariamente non fosse destinato alla pubblicazione - ha continuato - dimostra che il contenuto non avrebbe dovuto essere portato all'attenzione pubblica”.Böhnke ha poi attaccato Benedetto XVI per la revisione della preghiera del Venerdì Santo e per la riabilitazione del vescovo Williamson. Nelle affermazioni di questo professore, sembrerebbe nascondersi la supposizione che il tedesco conti ancora qualcosa all’interno della Santa Sede.

Arie Folger, rabbino capo di Vienna, ha voluto ricordare che: "Dato che tanto sangue è stato versato a causa dell'ostilità cristiana nei confronti degli ebrei, dovrebbe essere chiaro a Benedetto che non può esserci un approccio positivo al proselitismo degli ebrei". Joseph Ratzinger ha ancora il diritto di dire la sua? A leggere certi virgolettati, qualcuno sembrerebbe rispondere con un “no”.