«Quando la musica canta Dio i giovani tornano alla Vita»
A una settimana dalla strage di Ancona i riflettori si spengono e le vere domande rimangono come drammi in sospeso. «Non è solo la cattiva musica, c'è un vuoto che viene prima nel cuore di questi ragazzini». Alessandro Gallo ha fondato una band proprio per cantare il messaggio della Salvezza ai più giovani. E ci racconta la sua storia di droga, disperazione e rinascita: «La vera Gioia è possibile ed ha un nome: Gesù Cristo».
«Cosa cercano questi ragazzini? Che grido ci stanno lanciando dal buio di quelle discoteche? Cosa vogliono dirci ascoltando quella musica? E cosa desiderano davvero?». Mentre Alessandro si pone queste domande, ci confessa tutto il suo dolore per la strage di Ancona dove, com’è noto, cinque adolescenti e una giovane mamma sono morti soffocati nel tentativo di fuggire da un locale notturno, come da un girone infernale.
In questi giorni s’è detto un po’ di tutto: dallo spray urticante spruzzato nella folla per derubare i presenti, alle colpevoli inadempienze dei gestori della discoteca. Dai genitori assenti che lasciano i figli in balìa del nulla, alla descrizione di tutto il male che una certa musica vomita addosso ai nostri bambini e adolescenti.
E si è fatta una sorta di gara collettiva per scaricare le responsabilità ed anestetizzare i sensi di colpa. Intanto, le vere domande sono rimaste lì, sospese in tutto il loro dramma: chi ha guardato in faccia alle vittime? Chi ha guardato davvero a questi sei morti e a tutti i giovanissimi che rappresentano? Perché è facile gridare indignazione e poi voltar pagina. Diverso è mettersi in discussione veramente e accettare di cambiare vita, a partire dal riconoscere che questi ragazzini ci implorano di guardarli negli occhi, non quelli ipnotizzati dagli smartphone, ma quelli del cuore.
Alessandro Gallo queste domande se le è poste eccome. Non solo perché ha vissuto sulla sua pelle quel buco nero di droga e disperazione che il trapper (cantante, ndr) di turno vende come libertà ai nostri figli. Ma soprattutto perché Alessandro sulla musica ci ha scommesso la vita, facendone uno strumento per testimoniare a tutti la Salvezza. Nel 2009 infatti, insieme alla moglie, Francesca Cadorin, e ad un gruppo di amici, ha fondato “I Reale” una Christian rock band, con un’intuizione chiarissima: «Cantare Dio e la Salvezza, facendo musica bella e di qualità, per offrire ai giovani un’alternativa credibile. Per noi la musica cristiana non è una scelta di serie B, ma è la migliore musica che si possa offrire a questo mondo! Ascoltarla ti può cambiare la vita, proprio come è successo a noi!».
Alessandro, partiamo proprio da qui: la musica. Molti in questi giorni si sono scandalizzati, a buon diritto, per i testi delle canzoni di Sfera Ebbasta e colleghi (che i ragazzini di Ancona erano lì per ascoltare) …
Quando stavo in comunità di recupero a Medjugorje, madre Elvira ci ripeteva sempre: “Riempitevi gli occhi e il cuore di bellezza, allora dormirete sognando cose belle e vivrete costruendo cose belle!”. Insomma, è innegabile che se un ragazzino ascolta notte e giorno un tizio che gli ripete di usare le donne con violenza, di vivere per il dio denaro, di drogarsi senza limiti... alla fine quale potrà essere il suo modello di vita? Senza contare poi che questi messaggi sono ripetuti in continuazione su internet, tv e giornali. È evidente che tutto oggi spinge a scegliere il peggio, sempre peggio. Però bisogna stare attenti a non attribuire tutta la responsabilità di quello che è successo alla musica o ad un genere musicale, identificandolo come il male assoluto. Anche questo atteggiamento può essere un modo per scaricare una responsabilità che invece deve interrogare ciascuno di noi. Credo che il problema vada ben oltre la musica, questi ragazzini portano dentro un vuoto enorme che viene prima.
Quale?
Facciamo un esempio. Io e mia moglie Francesca abbiamo due figli: Samuele di 11 anni e Gioia di 8 anni. A casa nostra è una “lotta” continua, e sa perché? Perché Samuele è l'unico dei suoi amici senza il cellulare, perché lui è l’unico dei suoi amici che non sta alzato fino a tardi a vedere la tv, è l'unico che non può stare a giocare per ore e ore davanti al computer... per questi e simili motivi, ogni giorno, è una battaglia continua. Allora: io genitore so che lui sta facendo la sua battaglia, quella della sua età, quella per ottenere ciò che crede di desiderare…ed è giusto così! Quello che non è giusto è se mamma e papà rinunciano a combattere con lui, perché questa è una lotta necessaria perché lui cresca. Siamo bravi? Siamo migliori? Avremo meno problemi degli altri? Assolutamente no! Però noi non possiamo rinunciare ad educare i nostri figli! Non possiamo tirarci indietro, loro hanno bisogno che noi gli mostriamo la differenza tra il bene e il male, ogni giorno, concretamente, ed hanno anche bisogno che li proteggiamo dal male quando è necessario.
Vuole dire che i genitori di oggi stanno rinunciando ad educare?
Voglio dire che c’è un vuoto che viene prima. Voglio dire che questi ragazzini che stipano le discoteche piene di droga e di alcol, per ascoltare il nuovo trapper di turno, vivono un vuoto che viene prima della musica che ascoltano. Un vuoto di educazione, un vuoto di compagnia, un vuoto di senso della vita. E in questo vuoto devastante, tutto ciò che il mondo propone fa presa e riempie lo spazio lasciato da chi doveva riempirlo con un’instancabile proposta di Bene.
Quanto ha a che fare la vostra scelta di fare musica con questo vuoto?
Tutto. Come ho detto quando avevo 17 anni sono finito in una comunità di recupero per uscire dalla tossicodipendenza: prima di compiere la maggiore età, ero già arrivato al capolinea. Fu proprio lì, alla comunità Cenacolo di suor Elvira, che l’incontro reale con Gesù Cristo mi guarì completamente. E fu sempre lì che ebbi modo di conoscere, per la prima volta, la Christian music. Mi piaceva un sacco, era davvero bella da ascoltare, ma fu solo quando scoprii che i testi (in inglese) parlavano di Vangelo, di brani della Bibbia, di preghiere a Dio…che rimasi completamente folgorato. Capii una cosa fondamentale: a quel Dio di cui mi stavo innamorando, io potevo parlargli così com’ero, proprio con la mia formula, quella che Lui mi aveva messo nel cuore da sempre: la musica! Ma non è tutto…
Continua.
Un giorno Suor Elvira ci disse: “D’ora in poi, tutto ciò che avete imparato nel male, dovrete usarlo nel bene!”. Aveva perfettamente ragione! Noi, per il male, siamo stati disposti a fare di tutto. Per la droga, per i nostri piaceri e per il nostro egoismo abbiamo fatto veramente di tutto, abbiamo usato tutte le nostre forze e la nostra intelligenza. Ora dovevamo usare la stessa forza e la stessa intensità per fare il Bene! I Reale nacquero tempo dopo, il cammino di recupero fu lungo e impegnativo, rimasi in comunità per circa sei anni. Poi una volta fuori mi sposai con Francesca e solo nel 2009 fondammo, insieme ad alcuni amici, il nostro gruppo musicale. Ma quella promessa fatta a suor Elvira quel giorno segnò profondamente la nostra scelta di fare musica e ci guida tutt’ora. Ogni mattina ci svegliamo con l’urgenza di capire come comunicare ai giovani la Gioia. Come fargli capire, in qualunque situazione si trovino, che una vita bella è possibile, che la vera felicità esiste e che ha un nome un volto: è Gesù Cristo che aspetta ciascuno di noi!
Nel concreto cosa significa per voi fare musica così?
Innanzitutto vuol dire fare sul serio: una buona qualità, una buona produzione, dei buoni arrangiamenti, una rete professionale seria, un messaggio molto chiaro e non annacquato... perché non si può portare il messaggio della Salvezza in modo blando e, allo stesso tempo, non si può ostentare il nome di Dio in un luogo dove può essere svalorizzato. D’altra parte vuol dire che ogni giorno noi stessi viviamo alla luce della parola di Dio, della preghiera, dell'Adorazione Eucaristica. Vuol dire che quando siamo in crisi e quando siamo felici, ci mettiamo in ginocchio per domandare e per ringraziare Dio: così nascono le nostre canzoni. E’ una scelta di tutti i giorni, è un cammino e una lotta quotidiana.
Ai vostri concerti voi proponete anche l’Adorazione Eucaristica, come mai?
La nostra è una proposta che facciamo ai sacerdoti delle parrocchie in cui suoniamo dopodiché sono loro a decidere. Questo per noi è il fondamento di tutto ed il motivo è molto semplice: l’Adorazione a noi ha letteralmente salvato la vita e crediamo che sia un modo autentico per fare incontrare Gesù ai giovani. La presenza reale di Gesù Eucaristia supera tutti nostri tentativi e scavalca tutti i nostri limiti. E succede esattamente così: chiunque incontra Gesù non se ne va via uguale a prima, qualcosa accade sempre.
Mi fa qualche esempio?
Dopo ogni concerto riceviamo un'infinità di messaggi di ragazzi che trovano il coraggio di mettersi in gioco, di rischiare tutto, di scommettere sul Bene. L'ultimo che ci è arrivato, per esempio, è di una ragazzina di 16 anni che ha deciso di accettare l'invito di una compagna da cui subisce atti di bullismo: "Non so se è una trappola – ci ha scritto - ma non mi importa, voglio andare da lei e la voglio perdonare, perché dopo il vostro incontro ho capito che anche io voglio diventare santa". Oppure ci ha scritto un sacerdote che ci ha ospitato di recente per un concerto: "La vostra testimonianza è stata da stimolo per un giovane che ha deciso di intraprendere il cammino di discernimento per il sacerdozio". Sono notizie che non fanno notizia, ma sapeste quante ce ne sono! Quanta fame di verità, di bellezza di amore vero c’è nei giovani! Per questo è un dolore ancora più grande vedere tutto il vuoto e il male devastante che li circonda. Ma non ci dobbiamo scoraggiare, questa oggi è la nostra terra di missione: le nostre città, le nostre piazze, le nostre famiglie sono il luogo di missione e noi dobbiamo ringraziare Dio perché possiamo metterci umilmente al suo servizio per costruire il Suo Regno!
I REALE: Giurisato Luca (chitarra elettrica), Francesco Lora (chitarra elettrica), Rubiliani Diego (basso), Minazzo Dario (batteria), Alessandro Gallo e Francesca Cadorin.
SITO UFFICIALE: www.realemusica.it
ULTIMO ALBUM: Travolgimi
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