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BOLOGNA

Permute e affitti stracciati: il regalo rosso agli islamici

Il Comune di Bologna concede un immobile pubblico a una associazione islamica applicando uno sconto del 91%, da 46mila a 4000 euro all'anno di affitto. E grazie a una permuta gli islamici potranno edificare nello stabile che usano come moschea anche un minareto. Insorge il deputato forzista, E' un'operazione che ha il sapore dell'islamizzazione a tappe forzate del Paese. 

Politica 08_08_2018

Da due a tre torri. Bologna potrebbe presto cambiare non soltanto la sua skyline, ma anche l’appellativo per la quale è conosciuta in tutto il mondo. Di qua la Garisenda e la Torre degli Asinelli, imperitura testimonianza della Bologna ghibellina da là un minareto, qualche cosa di più di un campanile che potrebbe essere costruito grazie al contributo del Comune. Anzi, grazie a un vero e proprio regalo politico di marca Pd, la cui giunta amministra la città.

Un regalo che danneggia tutti i contribuenti. E’ quello che l’amministrazione guidata dal sindaco Virginio Merola si appresta a concedere un terreno alla locale comunità musulmana di Bologna che è riconosciuta come associazione Markaz ath-Thaqafa al-Islamiyya. E’ la classica moschea travestita da associazione di promozione sociale, escamotage ormai rodato per far passare luoghi di culto senza il necessario riconoscimento urbanistico e conseguenti oneri. L’obiettivo? La costruzione di una moschea con tanto di minareto, ma il tutto viene praticamente concesso a titolo gratuito attraverso un sistema di permute, concessioni e affitti irrisori che ha fatto alzare le antenne delle opposizioni che siedono a Palazzo d’Accursio. Qui infatti i consiglieri azzurro Marco Lisei e Francesco Sassone hanno coinvolto il consigliere regionale e neo deputato Galeazzo Bignami.

I tre hanno scoperto un sistema di concessione che ha dell’incredibile. In particolare infatti, dal 2014, per l’utilizzo dell’immobile di proprietà comunale di via Pallavicini, attualmente adibito a luogo di culto, il Comune ha applicato uno sconto del 91,30% sull’affitto dell’immobile usato dal centro islamico e di proprietà di tutti i contribuenti. Le carte dell’ufficio tecnico parlano chiaro: “Invece che 46.000 € il Comune fa pagare agli islamici 4.000 €”, tuona Bignami.

Il motivo di questo sconto così caritatevole è presto detto: “E’ in ragione del rilevante valore sociale e culturale delle attività promosse dall’Associazione”. Della serie: se sei islamico, il valore sociale della tua attività è assicurato e deve essere “premiato”. Rispetto dunque ai prezzi di mercato dei canoni di affitto di strutture simili, gli islamici risparmiano la bellezza di 42mila euro all’anno.

Ma ciò che ha mandato su tutte le furie il parlamentare è stato conoscere le modalità della permuta che risulta vantaggiosa solo per l’associazione musulmana. Il Comune ha infatti deciso di acquisire un’area verde di 6587 mq in via Felsina e in cambio, ha concesso all’ente di gestione dei beni islamici in Italia, il diritto di superficie per 99 anni del centro di cultura islamica di via Pallavicini.

“Questa permuta è uno sfregio alla Città di Bologna e ha un solo evidente scopo: consentire alla comunità islamica, in un futuro nemmeno tanto lontano, di realizzare la moschea con tanto di minareto – ha denunciato Bignami -. Questo del resto era l’obiettivo che Merola aveva dichiarato fin dal 2016”. I tre eletti sono disposti a ricorrere al Consiglio di Stato e persino a un referendum popolare anche perché ad oggi manca del tutto una legislazione che regolamenti i rapporti per il culto della religione islamica.

Favoritismi e corsie preferenziali nel nome dell’islamofilia. Sembra essere questa la strategia del Comune rosso che non ha ancora replicato alle denunce di Bignami & co.

Ma c’è di più: nella delibera è compresa anche la possibilità di una ulteriore edificabilità dato che la normativa comunale "prevede la possibilità, a fronte di documentata esigenza e nel rispetto delle prestazioni richieste" di fare "interventi di nuova costruzione per volume totale non superiore a 7.000 metri cubi una tantum". Tradotto, spiega Bignami: "Se un giorno vorranno fare il minareto, una foresteria e costruire spazi commerciali nessuno potrà impedirglielo".

Se l'Ente islamico decidesse poi di acquistare la zona dovrà soltanto attendere qualche anno per poterlo pagare una fischiata. Tra 10 anni edificio di via Pallavicini costerà 250mila euro. Tra sessanta "solo" 110mila. Un bello sconto. E soprattutto un bel favore alla crescente islamizzazione del Paese.