Pd e Berlusconi meditano sulle loro macerie
Amministrative. La Lega resta nel centrodestra, ormai unica forza trainante. Mentre Forza Italia è in crisi nera. Il Pd perde quasi ovunque, tranne che a Brescia. Flessione del Movimento 5 Stelle. A Forza Italia e Pd, comunque, conviene restare all'opposizione più che sperare in una ormai improbabile caduta di questo esecutivo.
Non ci sono state particolari sorprese nel voto amministrativo di domenica, tanto più che le sfide di maggior impatto si decideranno nei ballottaggi di domenica 24 giugno. Nel complesso, i candidati del centrodestra vanno molto bene perché trainati da una Lega in forte avanzata. Forza Italia appare sempre più in affanno, tanto che lo stesso Silvio Berlusconi ieri, in una lettera al Corriere della Sera, ha annunciato una vera e propria rifondazione del partito, con l’innesto di forze nuove, del mondo delle professioni e della società civile, per frenare l’emorragia di voti che rende il suo partito sempre più subalterno al Carroccio. In casa dem si discute sull’ennesima debacle, sia pur tamponata da alcuni successi come quello di Emilio Del Bono, riconfermato sindaco a Brescia già al primo turno.
Alle urne sono andati il 61% degli aventi diritto, che erano 6,7 milioni di cittadini. I comuni da rinnovare erano 761, tra cui 20 capoluoghi di provincia e 2 municipi di Roma. Sono state le prime grandi elezioni dopo quelle politiche dello scorso 4 marzo. Come detto, il centrodestra, soprattutto grazie all’impennata di consensi di Salvini e i suoi, è andato bene in tutta Italia, ed è tornato a vincere in diverse città in tutto il Paese. Il centrosinistra, che governava la maggior parte delle città dove si sono tenute le elezioni, è andato male, ma in alcune regioni è riuscito a limitare la sconfitta oppure a prevalere, come a Brescia. Il Movimento 5 Stelle ha perso consensi ovunque rispetto alle politiche di tre mesi fa, ma è cresciuto in molte realtà territoriali rispetto a 5 anni fa, quando si presentava in alcuni casi per la prima volta.
Tra le sfide più significative quella di Sondrio, dove è arrivato in testa Marco Scaramellini del centrodestra, con il 46 per cento dei voti. Al ballottaggio il prossimo 24 giugno sfiderà Nicola Giugni, candidato del centrosinistra, che ha raccolto il 36 per cento dei voti. Il Movimento 5 Stelle è appena sopra il tre per cento, nonostante alle politiche avesse raccolto quasi il 16 per cento dei voti.
Com’era prevedibile, nel nord-est la Lega ha raccolto percentuali elevatissime. A Treviso il candidato verde Mario Conte ha vinto al primo turno con il 54 per cento dei voti, battendo il candidato del centrosinistra e sindaco uscente Giovanni Manildo, che ha raccolto il 37,91 per cento dei voti. A Vicenza, dove il sindaco uscente era del centrosinistra, Francesco Rucco si afferma con il 50,7% su Otello Della Rosa, del Pd, che rimane al 45,8. Rucco è di una lista civica, che porta il suo nome, ma ha ricevuto il sostegno essenziale del Carroccio e degli azzurri.
A Imperia si andrà al ballottaggio tra l’ex ministro dell’Interno durante il secondo governo Berlusconi Claudio Scajola, che è molto radicato in città e si è presentato alla guida di una lista civica, e il candidato del centrodestra Luca Lanteri, appoggiato dalla coalizione, dal presidente della regione Giovanni Toti e perfino dal nipote di Claudio Scajola, Marco, che fa l’assessore nella giunta Toti. A Massa il candidato del centrosinistra Alessandro Volpi è arrivato primo con il 33 per cento dei voti e andrà al ballottaggio con il candidato del centrodestra, Francesco Persiani. Il Movimento 5 Stelle, che ha candidato Luana Mencarelli, ha esattamente dimezzato le percentuali di voti raccolti rispetto alle politiche del 4 marzo, ottenendo il 15 per cento dei consensi.
Significativa l’affermazione della Lega anche in Toscana e Umbria, in particolare a Pisa, dove Michele Conti, sostenuto da Fi e Lega, sfiderà al ballottaggio Andrea Serfogli del Pd. Il Carroccio con il 24,7% è il primo partito (segue il Pd col 24). In Toscana si profila un minimo vantaggio dei dem ma il ballottaggio è pieno di incognite. A Siena, città simbolo del dissesto finanziario, si scontreranno il sindaco uscente Bruno Valentini (Pd) e Luigi De Mossi del centrodestra. A Massa Alessandro Volpi del centrosinistra sfiderà Francesco Persiani della destra.
Ancona è stato l’unico capoluogo di regione dove si è votato. Valeria Mancinelli, candidata del PD e sindaco uscente, è arrivata vicino alla vittoria al primo turno raccogliendo il 47,9 per cento. Al ballottaggio sfiderà Stefano Tombolini candidato del centrodestra che ha ottenuto il 28,39 per cento. Il Movimento 5 Stelle, che alle politiche aveva ottenuto il 35 per cento dei voti risultando quindi il partito più votato, si è dovuto accontentare di metà dei consensi, ottenendo il 17,14 per cento con il suo candidato Daniela Diomedi. A Terni, roccaforte della sinistra, arrivano al ballottaggio il candidato sindaco del centrodestra, l'avvocato Leonardo Latini, con il 49.2%, e il candidato M5s Thomas De Luca al 24%.
A Viterbo, dopo aver governato per cinque anni in una coalizione di centrosinistra, il Pd non arriverà al ballottaggio. La sfida del 24 giugno sarà tra il candidato del centrodestra Giovanni Arena (40,2%) e Chiara Frontini, della lista civica Viterbo2020, al 17,5%. Neppure in Sicilia i grillini sfondano. A Catania ha vinto al primo turno Salvo Pogliese, candidato del centrodestra che ha ottenuto poco più del 51 per cento dei voti. Enzo Bianco, sindaco uscente del centrosinistra e candidato sindaco per la quinta volta, si è fermato appena al 26,74 per cento. Molto indietro il Movimento 5 Stelle che ha raccolto appena il 16,24 per cento (alle politiche aveva ottenuto in città quasi il 50 per cento dei consensi).
A Messina in testa c’è il candidato di centrodestra Placido Bramanti. Dietro di lui, e probabilmente destinato ad affrontarlo al ballottaggio, è arrivato Cateno De Luca, sostenuto da una lista civica centrista che ha raccolto quasi il 20 per cento. Ragusa è l’unico comune capoluogo attualmente governato dal Movimento 5 Stelle dove si è votato e dove i Cinque Stelle tengono rispetto alle politiche del 4 marzo.
Ma ai ballottaggi come si regoleranno gli esclusi? La Lega e il Movimento Cinque Stelle non faranno apparentamenti ufficiali ma Matteo Salvini ha già fatto sapere che nei comuni in cui il centrodestra non sarà in competizione la Lega darà indicazioni "per il cambiamento". Luigi Di Maio difende il risultato pentastellato, pur ammettendo un parziale arretramento, e assicura impegno nelle due settimane che separano molti comuni dallo svolgimento del secondo turno. "E’ importantissimo –dice il Ministro del Lavoro - rispondere a queste esigenze di cambiamento". Si consolano con Brescia e con qualche altro risultato positivo gli esponenti dem. Paolo Gentiloni twitta: "Il Pd deve cambiare da cima a fondo, ma la notizia della sua morte era fortemente esagerata". Gli fa eco il segretario reggente Maurizio Martina, che scrive sempre su Twitter: "Al voto dei comuni segnali incoraggianti. Pd e centrosinistra crescono rispetto alle politiche".
Un voto amministrativo che in larga misura, quindi, stabilizza il quadro politico esistente e conferma che per Pd e Forza Italia è decisamente più conveniente fare un’opposizione costruttiva anziché forzare la mano e sperare nella caduta dell’attuale esecutivo. Un voto anticipato, anche fra un anno, difficilmente ribalterebbe i rapporti di forza, e quasi sicuramente porterebbe Lega e Cinque Stelle a consolidare la loro egemonia.