Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi

ZAGABRIA

Nuovo governo croato, allarme per i cattolici

Dalla crisi politica è nata una nuova maggioranza che ha inglobato la piccola pattuglia dell'HNS, partito ferocemente laicista e anticlericale, che ha chiesto e ottenuto il ministero dell'Istruzione. E proprio nel momento in cui è in corso la riforma dei programmi scolastici. E potrebbe rispuntare l'ideologia gender. 

Esteri 14_06_2017
Il premier croato Plenkovic

La crisi politica croata (vedi qui) scoppiata dopo l'allontanamento di tre ministri del piccolo partito di centro-destra Most da parte del primo ministro, Andrej Plenkovic dell’HDZ, partito di centro-destra di maggioranza relativa e votato dalla maggioranza dei cattolici croati, è stata risolta - almeno per il momento - con l’ingresso nella maggioranza di governo del Partito croato del popolo (HNS). L'HNS è una formazione di sinistra e laicista i cui deputati, alle elezioni dello scorso anno, erano stati eletti all’interno della coalizione di sinistra guidata dall’ex premier socialdemocratico Milanovic. 

Alla fine, con tre soli voti di maggioranza, i nuovi ministri, tra i quali due dell’HNS, hanno ottenuto la fiducia del Parlamento. Questa soluzione alla crisi ha tuttavia provocato uno tsunami politico sia nell’HNS sia nell’HDZ che a lungo termine potrebbe sconvolgere il quadro politico croato. L’HNS si è spaccato, quattro suoi deputati su nove - tra cui l’ex ministro degli Esteri, Vesna Pusic - hanno votato contro la fiducia, finendo per essere espulsi dal partito. 

Sebbene neppure nell’HDZ non siano mancati fortissimi malumori per questa svolta, i deputati di questo partito, alla fine, hanno quasi compattamente votato la fiducia ai nuovi ministri. Il partito di maggioranza relativa ha tuttavia perso per strada due popolarissimi deputati della sua ala destra, Bruna Esih e l’ex ministro della cultura, Zlatko Hasanbegovic, mentre il ministro degli esteri, Davor Ivo Stier, ha platealmente espresso il proprio dissenso nei confronti di questa nuova alleanza di governo dando le dimissioni dalla sua carica, pur non lasciando il partito.

La nascita di quest’alleanza di governo conferma quanto si era pensato di Plenkovic lo scorso anno, quando era stato eletto alla leadership dell’HDZ, e cioè che da perfetto “cattolico adulto” egli avrebbe impresso al partito una brusca sterzata in senso liberale; il dissenso dei tre ministri di Most sulla mozione di sfiducia presentata contro il ministro delle Finanze Maric ha probabilmente dato al premier solo l’occasione per fare ciò che aveva in mente già da tempo, vale a dire liberarsi di Most per allearsi con l’HNS. Quest’ultimo partito, tra l’altro, non solo ha egualmente votato la sfiducia al ministro delle Finanze, ma è stato anche l’iniziatore della medesima mozione di sfiducia, cose che, a quanto pare, ora non rappresentano più un problema per nessuno. 

L’ingresso al governo dell’HNS, partito ferocemente laicista e anticlericale, rappresenta per i cattolici della Croazia una pessima notizia. Questo partito ha chiesto e ottenuto il Ministero dell’Istruzione, e ciò proprio nel momento in cui è in corso una riforma dei programmi d’insegnamento delle scuole di ogni ordine e grado - la sostituzione dei membri cattolici della commissione che sta preparando la riforma dei programmi con membri laicisti è, del resto, uno degli scopi dichiarati della neo-ministro Divjak. La trasformazione della Commissione in senso laicista potrebbe rappresentare una premessa per la reintroduzione dell’ideologia gender nelle scuole, dopo che, a causa della durissima reazione dei genitori cattolici e della Chiesa, il governo socialdemocratico di Milanovic aveva dovuto rinunciarvi.

Questa nuova maggioranza ha un margine assai risicato, e considerando l’antiteticità di visione del mondo che comunque ancora sussiste tra questi due partiti, è assai difficile che possa durare fino alla fine della legislatura. C'è molta preoccupazione per ciò che potrebbe succedere dopo la fine di questa alleanza, definita in modo assai colorito dal leader di Most, Bozo Petrov, come «frutto di un meretricio». Eventuali nuove elezioni potrebbero riproporre la medesima situazione di stallo, senza che si possa riproporre l'alleanza tra HDZ e Most che si è già frantumata due volte per iniziativa dell'HDZ. 

L'unica speranza per i cattolici è che Nezavisni za Hrvatsku (NH - Indipendenti per la Croazia), il nuovo partito di destra e fortemente anticomunista di Bruna Esih e Zlatko Hasanbegovic, al quale guardano con grande simpatia molti cattolici, tra cui la leader referendaria Zeljka Markic e il suo movimento, possa ottenere un buon risultato e in questo modo costringere l'HDZ ad allearsi con esso in opposizione alla sinistra e in funzione anti-laicista.

Le premesse sono molto buone. Alle recenti elezioni per il sindaco di Zagabria, Bruna Esih ha ottenuto circa il 10% dei voti, il doppio del candidato dell’HDZ. Sarà difficile erodere di molto il patrimonio di consensi dell’HDZ, fondato quasi esclusivamente sul ricordo del primo presidente croato e fondatore del partito, Franjo Tudjman, e su una fittissima rete corruttivo-clientelare ormai penetrata ovunque, soprattutto nell’amministrazione dello Stato. Tuttavia è possibile che l’innaturale alleanza con l’HNS venga punita dagli elettori, e a beneficiarne sarebbe sicuramente il partito della Esih e di Hasanbegovic.