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IL CONCORSO

Nonni 2.0, tra solide radici e vita eterna

Grande successo per il concorso scolastico "Io e i miei nonni: esperienze e riflessioni". Ricchissimo il materiale raccolto, per quantità (2414 temi), ma soprattutto per il prezioso contenuto. Emerge con forza che i nonni rimangono una presenza fondamentale nelle famiglie italiane e nel cuore dei più piccoli. E anche quando non ci sono più, continuano ad educare: insegnando ad alzare lo sguardo verso il Cielo.

Famiglia 08_06_2019

Martedì 4 giugno alle ore 11 si è tenuta, presso la Sala Koch del Senato, alla presenza del Presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati, la premiazione del primo concorso scolastico indetto dall'Associazione NONNI 2.0 (in collaborazione con la rivista Tempi), intitolato; “Io e i miei nonni: esperienze e riflessioni”. 

Oltre ogni aspettativa, il concorso ha raccolto del ricchissimo materiale, sia per numero (2414 temi) sia per la bellezza dei contenuti, per non disperdere questo patrimonio perciò l’Associazione ha annunciato la stampa di un libro.

La Nuova Bussola Quotidiana, ha deciso di selezionare i due temi più significativi da proporre ai suoi lettori.


1° Premio  Dario La Russa - Scuola G. Marconi, 4 C - Trapani

Commovente lettera, segnata da una viva capacità di osservazione (il bianco vitale della farina sul vestito a lutto è un piccolo capolavoro) e da una intensità affettiva netta e chiara.

Cara nonna Nice,
mi hai conosciuto così poco e mi hai donato così tanto. Nonna mia, che mi dai sempre la buonanotte sorridendomi dalla foto sul comodino. Dicono che non ci sei più, ma io sento che non è così! Certo prima mi bastava scendere due piani di scale per venirti a trovare, ora invece la tua porta resta chiusa. Se mi avvicino posso quasi sentire il tuo profumo di acqua di rose. Lo sai, una volta ho pure bussato e con la mia mente sono entrato. Tu eri lì che mi prendevi per mano e mi accompagnavi in cucina. Mi sono seduto a guardarti mentre preparavi le busiate. La farina si posava sul tuo vestito nero. Quel vestito, indossato in ricordo di tua figlia, si imbiancava del cibo e della vita che tu regalavi a tutti noi. Quanto dolore hai dovuto sopportare e nonostante tutto ci portavi ancora tanta gioia! Nonna mia, mi mancano le tue vecchie canzoni, mi manca quando mi facevi vincere a scopa, la pazienza che avevi con me, i tuoi bacetti piccoli e veloci, il calore morbido dei tuoi abbracci! Adesso  la tua porta è chiusa, nonnina, e tu resti dentro una cornicetta bianca e dentro al mio cuore. “A matinata fa a iurnata”, lo dicevi spesso. Allora io la mattina quando mi sveglio me lo ripeto. Ricambio il tuo sorriso del buongiorno e mi alzo, promettendo di fare sempre del mio meglio come tu mi hai insegnato con il tuo esempio e il tuo breve ma grande, grandissimo ricordo. So, che questa lettera non può arrivare mai a te, ma spero che le mie parole arrivino lassù dove ti trovi tu.

Tuo Dario!

2° Premio Caterina Nonne, Liceo Musicale F. Casorati, 1M – Novara  

C'è tanta sofferenza e tanta pazza gioia nel racconto promemoria di Caterina, una forza e una consapevolezza rare. E soprattutto una gratitudine per questa figura di nonno che nei giri in bici e nelle occhiate ha dato tanto a una ragazzina che come tante ha sofferto ma sa riconoscere dove guardare per attingere forza e sorriso.

Caro nonno,
Vedendo la tua sedia vuota al pranzo di Natale ho iniziato a pensare a te e finalmente ho avuto il coraggio di prendere in mano carta e penna e scriverti. Ti penso tutti i giorni, ma oggi ancora di più. Oggi è martedì, il nostro giorno speciale. Quest’anno la mia festa preferita è caduta nel mio giorno preferito, ma senza te è come se vivessi in un film muto in bianco e nero: mancano i colori e la musica. Tutti i martedì mi venivi a prendere fuori da scuola e andavamo insieme a fare lunghi giri in bici, non ti importava se piovesse, nevicasse o il sole fosse così forte da bruciare la pelle, volevi farmi assaporare ogni singolo angolo della tua città, dove hai passato i tuoi momenti migliori. Ogni strada, casa o panchina era un tuo ricordo e diventava un mio. Tu ridevi spesso durante quei viaggi e ora quando al martedì passo da sola fra le case e i marciapiedi sento ancora la tua buffa e contagiosa risata. Ho avuto paura quando te ne sei andato nonno, non della solitudine ma di dimenticare, allora ho preso quel bellissimo quaderno rilegato che mi avevi regalato e ho iniziato a scrivere. Forse una parte di me sapeva che non potevo dimenticare, ma sentivo il bisogno del concreto, del palpabile. Ci ho messo tutta la notte, non mi sono fermata fin quando non ho sentito di aver scritto tutto ciò che dovevo. Cercavo una certezza e me la sono creata, proprio come mi hai insegnato tu. Non so se te ne sei mai reso conto, ma se io sono quella che sono lo devo a te e ora se mi sentirò persa mi basterà leggere di noi e tornerà la luce nel mio cuore perchè tu ci sei ancora ad abbracciarmi ed ad insegnarmi, ti trovo ovunque. Non è sempre facile, non lo è stato nemmeno per te eppure sei arrivato in questa terra col sorriso e con il sorriso te ne sei andato, piangevi tanto ma lo nascondevi, io l’ho capito tardi e non credo di aver imparato abbastanza da te, mi hai insegnato tantissimo ma sono ancora piena di insicurezze, di lividi invisibili, ho bisogno di te.. Quando mi manchi mi basta andare a fare un giro in bici o leggere quel bellissimo quadernino che mi hai regalato. Sei nel sole, sei nel vento e a volte sei pure nelle mie risate o in quelle di mamma. Al tuo funerale mi sono vestita coloratissima come mi ripetevi tu: “Piccola mia, come tutti sono destinata a morire, ma non vuol dire che sparirò, rimarrò qua a proteggerti, ma dovrai imparare a vedermi. Quindi vestiti colorata, ridi e balla e non piangere io sarò sempre .” Ho provato a fare ciò che mi hai detto e in parte ci sono riuscita, ho ballato sotto la pioggia fortissima, ridendo, ma anche i miei occhi piovevano con il cielo e non ho potuto fermarli. Non ero mai rimasta sotto una pioggia così forte così a lungo, le mie lacrime si sono mescolate al temporale, avevo lampi e tuoni nel cuore. Tu dicevi sempre che sono un’ anima delicata, di quelle che rendono ogni goccia del mare importante. Ma a me non piaceva essere così, dare importanza ad ogni cosa, emozionarmi per tutto finchè, il giorno in cui ti abbiamo salutato ufficialmente, ho capito che la tua anima è come la mia. Delicata e fragile. Se non fosse così non mi avresti mai portata a fare quei giri in bici, ad osservare ogni particolare, e non ti saresti messo a ridere perchè il sole ti stava illuminando il viso e il vento accarezzando i capelli, non avresti sofferto in silenzio di tutto ciò che è successo a mamma e papà, anche se i tuoi occhi sembravano cielo nuvoloso, di quelli che porta pioggia io l’ho notato troppo tardi. Senza te nonno non so che fine avrei fatto, la mamma si è spenta da quando papà se n’è andato e non può di certo prendersi cura di me. Sai ora mi prendo io cura di lei, qualche volta i suoi occhi si illuminano e sono sicura che con un po’ di tempo riuscirò a riaccendere il sole nel suo cuore, tornerà l’estate. Io voglio essere come te nonno, aiutare gli altri e sorridere fino alla fine, la vita è la cosa più bella che mi sia capitata e devo viverla al meglio. Questo Natale voglio farti un regalo, dato che sei sempre stato tu a farli a me, un regalo da un’anima delicata ad un’altra. Tutti i martedì andrò a fare un giro in bici, ci porterò tutta la città, urlerò il tuo nome alle colline e tu mi risponderai. Sarò felice per te che mi hai insegnato a esserlo. Quando i miei capelli argento verranno spostati da una brezza leggera con in braccio i miei nipoti sussurrerò “grazie” al vento sarà rivolto sempre a te, mio fantastico e incredibile nonno.