Migliaia di minori nepalesi sono vittime di tratta ogni anno
Con il favore dei confini incustoditi e di connivenze prospera la tratta di giovani nepalesi portati in India e in altri stati asiatici dai trafficanti
Secondo l’Unicef ogni anno 12.000 bambini nepalesi sono oggetto di tratta, portati clandestinamente in India per essere avviati alla prostituzione o a lavorare in condizione di schiavitù oppure destinati a matrimoni combinati o all’espianto di organi. Le ragazze usate come prostitute, ad esempio, sono costrette a ricevere fino a 15 clienti al giorno e per ripagare il debito contratto con i trafficanti e con i proprietari delle case chiuse impiegano 10-15 anni vissuti in sostanziale asservimento. Dall’India una parte di loro vengono trasferite in altri stati asiatici: Pakistan, Bangladesh, Cina, paesi del Golfo Persico. La tratta è facilitata dal fatto che il confine tra i due stati è segnato solo da cippi e tratti di filo spinato, ma soprattutto da corruzione e connivenze. Inoltre un bacino a cui attingere giovani vittime sono stati i campi creati in Nepal per accogliere decine di migliaia di sfollati a causa del rovinoso terremoto del 2015 dove i trafficanti hanno rapito o acquistato da parenti e tutori migliaia di giovani donne approfittando delle carenze nelle strutture di protezione. “Il tutto – spiega la rivista Mondo e Missione in un articolo pubblicato il 24 luglio scorso – nel quadro di una democrazia debole e conflittuale, inefficiente per la litigiosità delle parti politiche che si è estesa anche alla gestione dell’emergenza, sicuramente meno efficace di quanto sarebbe stato possibile dato l’enorme sostegno internazionale”. Qualche risultato deriva tuttavia da alcune recenti iniziative private, tra cui la Ong nepalese Maiti che ha ottenuto l’autorizzazione a monitorare una dozzina di località di frontiera e informare le autorità dei casi di traffico di minori di cui viene a conoscenza.