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NUOVA NOMINA PER FARREL

McCarrick scaricato, ma il suo delfino fa carriera

Dopo l'incarico di Prefetto per la famiglia il Papa affida a Kevin Farrell il ruolo di camerlengo di Santa Romana Chiesa, praticamente il più alto in grado per gli affari Vaticani alla morte dei pontefici. Eppure Farrel è stato il principale tra i protetti del cardinal McCarrick. Che è stato ridotto allo stato laicale, mentre il suo "delfino" fa sempre più carriera. 

Editoriali 16_02_2019

La nomina del cardinale Kevin Farrell, prefetto del Dicastero per la famiglia e i laici a Camerlengo di Santa Romana Chiesa è stata interpretato da non pochi commentatori, specialmente oltreoceano come un segnale non incoraggiante per il summit che si aprirà la settimana prossima a Roma sugli abusi nei confronti dei minori. Kevin Farrell, come peraltro Cupich, Tobin, Wuerl, McElroy, è considerato uno degli esponenti del gruppo McCarrick, di quelli che l’ex cardinale suggeriva al Pontefice per posti di responsabilità nelle nomine episcopali e cardinalizie negli Stati Uniti, per contrastare quelli che venivano definiti “cultural warriors”. Cioè i vescovi che si opponevano alla politica antropologicamente devastante di Obama. Come già ampiamente atteso stamattina è arrivato il decreto della Congregazione per la Dottrina della Fede che riduce allo stato laicale l’ex cardinale Theodore McCarrick, così da consentire al vertice sugli abusi sessuali che inizia giovedì di presentarsi all’appuntamento con un colpevole eccellente, ma questo non impedisce ai suoi protetti di fare carriera, e di assumere posti di rilievo nella Chiesa.

La carica di Camerlengo era rimasta scoperta dal 5 luglio scorso, con la morte del cardinale francese Jean-Louis Tauran. La figura del cardinale Camerlengo è centrale nella gerarchia della Chiesa Cattolica. È regolata dalle Costituzioni Apostoliche Pastor Bonus e Universi Dominici Gregis. Questa stabilisce che "il Camerlengo di Santa Romana Chiesa deve accertare ufficialmente la morte del Pontefice alla presenza del Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, dei Prelati Chierici e del Segretario e Cancelliere della stessa Camera Apostolica. Il Camerlengo deve, inoltre, apporre i sigilli allo studio e alla camera del medesimo Pontefice, disponendo che il personale abitualmente dimorante nell'appartamento privato vi possa restare fino a dopo la sepoltura del Papa, quando l'intero appartamento pontificio sarà sigillato; comunicarne la morte al Cardinale Vicario per l'Urbe, il quale ne darà notizia al Popolo Romano con speciale notificazione; e parimenti al Cardinale Arciprete della Basilica Vaticana; prendere possesso del Palazzo Apostolico Vaticano e, personalmente o per mezzo di un suo delegato, dei Palazzi del Laterano e di Castel Gandolfo, ed esercitarne la custodia e il governo; stabilire, uditi i Cardinali Capi dei tre Ordini, tutto ciò che concerne la sepoltura del Pontefice, a meno che questi, da vivo, non abbia manifestato la sua volontà a tale riguardo; curare, a nome e col consenso del Collegio dei Cardinali, tutto ciò che le circostanze consiglieranno per la difesa dei diritti della Sede Apostolica e per una retta amministrazione di questa. È infatti compito del Camerlengo di Santa Romana Chiesa, in periodo di Sede Vacante, di curare e amministrare i beni e i diritti temporali della Santa Sede, con l'aiuto dei tre Cardinali Assistenti, premesso, una volta per le questioni meno importanti, e tutte le volte per quelle più gravi, il voto del Collegio dei Cardinali".

Il cardinale Farrell, già Legionario di Cristo all’epoca di Maciel Degollado, ha vissuto nello stesso appartamento con l’ex cardinale McCarrick per diversi anni. Quando lo scandalo McCarrick è venuto alla luce l’anno scorso, molti si sono chiesti – e hanno chiesto – di quanto erano a conoscenza i vescovi che avevano servito con McCarrick, e se, essendo a conoscenza o sospettando, non avessero fatto nulla. Farrell era il più alto in grado fra di loro; è stato scelto da McCarrick nel 2001 come vescovo ausiliare, ha occupato l’importante ruolo di vicario generale nell’arcidiocesi di Washington e ha vissuto nello stesso appartamento di McCarrick per sei anni. Farrell afferma di non essersi mai accorto di nulla, e di non essere stato a conoscenza di lamentele relative all’arcivescovo a Washington, e di non avere sentito voci.

Nel 2016 il Pontefice lo ha scelto come cardinale prefetto del nuovo dicastero vaticano per i laici, la famiglia e la vita. In tale posizione Farrell ha firmato la prefazione di uno dei libri più discussi di questi anni “Building a bridge” opera di una figura certamente controversa, il gesuita James Martin, attivista per il mondo LGBT nella Chiesa. Farrell è stato il regista dell’incontro mondiale delle famiglie a Dublino, a fine agosto scorso; e si attribuisce a lui la decisione di affidare a James Martin una delle relazioni centrali dell’evento.

La sua nomina, visti i legami con McCarrick, ha provocato reazioni indignate o sconcertate nella stampa americana. Ma è frutto di una scelta coerente, e potrebbe sorprendere solo chi non avesse chiara la predilezione del Pontefice per la corrente di prelati americani legati all’ex cardinale. Quando il cardinale Wuerl è stato obbligato – a 78 anni – a lasciare formalmente il posto di arcivescovo di Washington (dove comunque continua a esercitare un ruolo di comando, in attesa della nomina del successore), la lettera di elogi del Papa ha suscitato reazioni severe, persino da parte del New York Times. Wuerl ha lasciato dopo la pubblicazione del Report del Grand Jury della Pennsylvania, che metteva in luce aspetti molto negativi della sua gestione di abusi a Pittsburgh.

E venendo al prossimo appuntamento in Vaticano, quello sugli abusi, il cui raggio di azione si è venuto via via restringendo fino a focalizzarsi solo sui minori (quindi niente seminaristi, né adulti vulnerabili, né abusi legati all’omosessualità) a organizzarlo è stato nominato un altro uomo della filiera McCarrick, il cardinale di Chicago Blase Cupich, quello che nell’estate scorsa, dopo l’esplosione di denunce e la testimonianza dell’arcivescovo Viganò disse in televisione che il Pontefice aveva cose più importanti degli abusi, di cui occuparsi, come l’ambiente e i migranti.

C’era una candiatura naturale, a quel ruolo: quella del cardinale di Boston O’Malley, presidente della commissione anti-abusi del Vaticano. Ma – come rivela Francis X. Rocca sul Washington Post ,ci sono state frizioni con il Pontefice, perché la linea “dura” di O’Malley non piaceva. Esattamente come non piaceva la linea dura del cardinale Mūller, e dei suoi tre collaboratori licenziati bruscamente e senza spiegazioni da parte del Pontefice. Che, evidentemente preferisce un approccio più morbido alla questione abusi, a dispetto dei proclami mediatici. Anche se McCarrick è stato sacrificato sull’altare dei media, i suoi protetti fanno carriera.