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IL DISCORSO DI FINE ANNO DEL PRESIDENTE

Mattarella e la filosofia allarmante del Paese

Tra i temi toccati dal presidente della Repubblica nel discorso di fine anno la centralità del lavoro, il richiamo all’Europa sui migranti, il rischio terrorismo e le altre emergenze che minacciano un Paese ancora povero e diviso. Ma anche la doverosa fiducia nei giovani, le crescenti esigenze di solidarietà economica e sociale.

Politica 01_01_2017
Sergio Mattarella

La centralità del lavoro, il richiamo all’Europa affinchè affronti in modo collegiale e condiviso il problema dei flussi di migranti, il rischio terrorismo e le altre emergenze che minacciano un Paese ancora povero e diviso, la doverosa fiducia nei giovani, le crescenti esigenze di solidarietà economica e sociale, la fragilità del sud e delle periferie delle grandi città, l’auspicabile tutela dei più deboli e indifesi, in particolare gli anziani e i diversamente abili, la necessità di definire quanto prima regole elettorali certe per rendere davvero sovrano il popolo alle prossime elezioni ma, soprattutto, il dovere di superare l’odio come strumento di lotta politica, anche sul web. Questi alcuni dei principali spunti contenuti nel secondo messaggio radiotelevisivo a reti unificate del suo settennato che il Presidente della Repubblica ha rivolto ieri agli italiani.

Una fotografia allarmante del nostro Paese, quella scattata da Mattarella, che tuttavia ha molto insistito sul senso di comunità dimostrato dagli italiani nelle difficili sfide di quest’anno. "Il senso diffuso di comunità costituisce la forza principale dell’Italia anche di fronte alle difficoltà che incombono", ha puntualizzato il Presidente, riaprendo alcune pagine buie del 2016 degli italiani, dall’assassinio di Giulio Regeni alla morte delle ragazze Erasmus in Spagna, dalle stragi di Dacca, Nizza e Berlino al disastro ferroviario in Puglia, dal terremoto nel centro Italia, con tante vittime italiane ai tanti infortuni sul lavoro, fino ai 120 femminicidi. Ma accanto ai tanti momenti tragici e luttuosi il Capo dello Stato ha ricordato anche quelli gioiosi e contrassegnati da un diffuso entusiasmo, dal rientro dei marò ai trionfi italiani nello sport.

Chi si aspettava un Mattarella vincolato alla difesa del lavoro del governo Renzi è rimasto deluso, anzi le parole che giungono dal Quirinale sembrano sferzare la politica ("le diverse forme di illegalità vanno contrastate con fermezza"), richiamandola alle sue responsabilità, e potrebbero avere l’effetto di allungare la vita alla legislatura. Per almeno due ragioni. A detta del Presidente, "la crescita è debole, va ristabilito un circuito positivo di fiducia, a partire dai risparmiatori e dai loro diritti", il che sembrerebbe allontanare per ora il voto anticipato; in secondo luogo, votare anticipatamente prima di aver definito sistemi elettorali chiari e che rendano efficace il voto dei cittadini equivarrebbe ad alimentare seri rischi di ingovernabilità. Di qui anche la difesa della sua decisione di affidare a Gentiloni il mandato di formare un nuovo governo: troppo pericoloso lo scioglimento anticipato delle urne in una situazione del genere, con tanti impegni internazionali alle porte.

Due delle novità più interessanti del discorso di Mattarella hanno riguardato il web e i giovani: "Il web consente a tutti la libera espressione e di ampliare le proprie conoscenze. Internet è una rivoluzione democratica che va preservata, ma il rischio è che verità e falsificazione finiscano per confondersi". Nemico insidioso della convivenza è l’odio come strumento di lotta politica, che intossica la società, il che è pericolosissimo perché "una società rissosa e in preda al risentimento smarrisce il senso di comune appartenenza e minaccia la sua stessa sopravvivenza".

Quanto ai giovani, il Capo dello Stato è entrato nello specifico e ha indirettamente condannato le parole pronunciate dal ministro Poletti su quelli che vanno all’estero per cercare la propria fortuna: "La vostra è la generazione più istruita, avete potenzialità e conoscenze molto grandi e potete essere protagonisti della vita sociale. Se si è costretti a lasciare l’Italia per mancanza di occasioni si è di fronte a una patologia, e i giovani che decidono di farlo meritano rispetto e sostegno".

In definitiva un Mattarella che non vede elezioni all’orizzonte e che invita la politica a recuperare la sua nobiltà, mettendo ai margini interessi particolari e calcoli di piccolo cabotaggio. Le sue parole troveranno concreto ascolto?