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Dottrina sociale
a cura di Stefano Fontana

L’intervento

Marcello Pera spiega il tipo di laicità che uccide l’Occidente

L’ex presidente del Senato, liberale, ha tenuto una relazione che si discosta molto dalle tesi liberali sottolineando che la laicità, per essere autentica, deve fondarsi sul cristianesimo. Sennò genera mostri.

Dottrina sociale 07_02_2024

Mercoledì 31 gennaio, presso la Biblioteca del Senato della Repubblica, si è svolto il convegno “Il suicidio dell’Occidente”. Introdotti da Domenico Airoma, vicepresidente del Centro Studi Rosario Livatino, e moderati da Francesco Pappalardo, sono intervenuti il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dottor Alfredo Mantovano, il professor Marcello Pera, già presidente del Senato, e il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo emerito di Genova e già presidente della Conferenza Episcopale Italiana.

Di grande significato è stata la relazione di Marcello Pera [leggi qui il testo integrale] che, da liberale, si è discostato molto dalle tesi liberali. Tutto il suo argomentare è stato rivolto a sostenere che la società aperta liberal-democratica è una forma di laicità che non può fondarsi laicamente: la laicità ha bisogno di qualcosa che non sia solo laicità. Questo qualcosa è il cristianesimo. Avendo l’Occidente inquinato la visione originaria di laicità – che Pera attribuisce principalmente a Locke con argomenti non del tutto condivisibili – muovendosi contro il Dio creatore del Cristianesimo, esso è votato al suicidio. Riportiamo qui quanto il nostro autore ha detto sul suicidio dell’Europa:

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«Si potrebbe cominciare riformulando la risposta di Popper alla domanda: a che cosa crede oggi l’Europa? Crede a tante cose buone e a tante cose cattive che scacciano le cose buone. Ecco un elenco, incompleto e non sistematico, di alcuni episodi in cui si manifestano come veleni le cose cattive. L’ho già steso altre volte ma ho bisogno di ripeterlo.

L’Europa ha evitato di menzionare le radici giudaico-cristiane nella sua Costituzione, nata, defunta, poi risorta.

L’Europa ha condannato un politico italiano per aver sostenuto che il matrimonio omosessuale è contrario al suo credo cristiano.

L’Europa promuove legislazioni che violano princìpi cristiani sui principali temi etici. Sostiene l’aborto, l’eugenetica, l’eutanasia, la manipolazione degli embrioni, il matrimonio omosessuale, l’identità di genere, e già tollera la poligamia.

L’Europa non ha difeso un Papa, Benedetto XVI, attaccato perché in una sua lezione aveva sostenuto che il cristianesimo è religione del logos e non della spada e aveva chiesto all’islam di pronunciarsi in modo analogo.

L’Europa ha impedito a questo stesso Papa di parlare in una università, dopo averlo invitato.

L’Europa nasconde i suoi simboli cristiani, non insegna più a dire Buon Natale o Buona Pasqua, perché dice di non voler offendere i non credenti o gli altri credenti.

L’Europa concede nei propri Stati la massima libertà religiosa e di culto agli islamici, ma tollera che, nei loro Stati, questa stessa libertà sia conculcata fino al martirio dei cristiani, in Africa, in Asia, in Turchia, in India, dappertutto.

L’Europa protegge sotto lo scudo della libertà di espressione le opere d’arte blasfeme nei confronti del cristianesimo, ma sospende questa stessa libertà quando si tratti di irriverenza satirica nei confronti dell’islam.

L’Europa reagisce flebilmente al fondamentalismo e al terrorismo islamici perché si considera colpevole di esportare la civiltà cristiana.

L’Europa sanziona alcuni suoi paesi perché violano la Stato di diritto ma pone in questo Stato la difesa, la tutela e la promozione della cultura Lgbt e della teoria del gender.

E così via.

Non fa meraviglia che seri studiosi parlino ormai di una “Europa senza Dio” e che i dati provino che l’Europa sia tra le aree più secolarizzate dell’Occidente. E neppure meraviglia che l’Unione Europea metta assieme tante istituzioni ma stenti a unificarsi come popolo. Con le sue carte fondamentali, l’Unione europea dice di voler diventare “sempre più unita”, ma produce il contrario: più si pensa laica, cioè a-cristiana o anti-cristiana, meno realizza una vera unione. Se non c’è concordia di fede comune, non c’è concordia di valori morali, e se non ci sono valori morali comuni tenuti per fede, gli interessi, anche meglio combinati, resteranno sempre discordi e discorde resterà lo Stato. Anche – ove mai ce ne fosse uno – lo Stato dell’Europa».