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EVACUATO DALL'AEROPORTO

L'ultima disavventura del discusso Maradiaga

Il cardinale Maradiaga è stato evacuato dall'aeroporto di Tegucigalpa per il timore di un linciaggio per mano di centinaia di manifestanti, furiosi con il porporato per il suo sostegno alle cattive politiche del governo honduregno. L'episodio giunge pochi giorni dopo l'intervista in cui papa Francesco ha preso le difese del coordinatore del C6, già discusso per la vicenda Pineda e pesantemente accusato nel libro “Sacri Tradimenti”.

Ecclesia 01_06_2019

L’uomo forte di questa stagione del pontificato di Jorge Mario Bergoglio, il cardinale honduregno Oscar Rodriguez Maradiaga, è stato evacuato giovedì dall’aeroporto di Tegucigalpa secondo un tweet di Edward Pentin, il direttore del National Catholic Register, corredato da diverse immagini.

Maradiaga sarebbe dovuto partire per Panama, quando una folla di centinaia di manifestanti si è riversata sull’aeroporto, bloccandone l’attività. E secondo le fonti di Pentin, Maradiaga è stato fatto uscire discretamente dall’aereo e poi dall’aerostazione perché i responsabili della sicurezza temevano “che la folla ponesse un pericolo di linciaggio”. Pentin ha aggiunto che “il suo appoggio alle cattive politiche del governo fa sì che sia visto come un funzionario pagato dal governo”. In un video, postato anch’esso su Twitter, si vedono numerose persone, stimate in centinaia, che camminano sulle piste di volo. Una fonte diversa, TeleSur, ha detto che le proteste oggi in Honduras erano dirette “contro le privatizzazioni”, e che i manifestanti “hanno paralizzato l’aeroporto nella capitale del Paese”.

Questo episodio giunge pochi giorni dopo che il Pontefice regnante ha spezzato una lancia in difesa del discusso coordinatore del “C9” (il Consiglio dei cardinali), ora ridotto a C6, in un’intervista con Valentina Alazraki di Televisa: “Gli dicono di tutto, ma non c’è nulla di certo, no, è onesto e mi sono preoccupato di esaminare bene le cose. Si tratta di calunnie. Sì. Perché nessuno ha potuto provare nulla. Può essersi sbagliato in qualcosa, può aver commesso qualche errore, ma non del livello che gli vogliono addossare. Questo è l’importante, perciò lo difendo”, ha detto papa Francesco su Maradiaga. Sono parole estremamente impegnative, a fronte di una situazione che dall’esterno non appare così limpida come vorrebbe far credere il Pontefice.

A questo proposito non si può dimenticare che il suo comportamento appare molto simile a quello tenuto nel caso del vescovo cileno Juan Barros, prima che il Pontefice fosse obbligato a cedere davanti alla pressione dei fedeli e a rimuoverlo dalla diocesi. E lo stesso discorso può valere per il vescovo Zanchetta, in fuga dall’Argentina e nominato assessore dell’Apsa (incarico creato per lui), prima che finalmente partisse un’inchiesta della Congregazione per la Dottrina della Fede, mentre in Argentina scattava una denuncia penale.

Il vescovo ausiliare di Tegucigalpa, Juan José Pineda Fasquelle, braccio destro e fedelissimo di Maradiaga, è stato obbligato a dimettersi nel luglio 2018, dopo che in una lettera aperta decine di seminaristi lo avevano accusato di molestie sessuali e comportamenti inappropriati. È stato anche accusato di avere una serie di amanti omosessuali e di una gestione allegra delle finanze dell’arcidiocesi retta da Maradiaga. In particolare, nella primavera del 2018 , il vescovo ha guidato l'arcidiocesi mentre il cardinale era assente per ragioni di salute.

Prima delle dimissioni del vescovo Pineda, le accuse di corruzione morale e finanziaria avevano portato a una visita apostolica nel maggio 2017. I risultati dell’inchiesta, consegnata nelle mani del Pontefice, non sono mai stati resi pubblici. Così come non è stata resa di pubblico dominio alcuna sanzione contro il vescovo, o la notizia di alcun atto di riparazione da parte del vescovo stesso. Che anzi, secondo quanto ci dicono fonti in Vaticano, esercita una reale posizione di potere nella diocesi, a dispetto delle dimissioni. Le accuse di cattiva condotta finanziaria riguardano la presunta appropriazione indebita di 1,3 milioni di dollari elargiti da parte del governo honduregno, e destinati a progetti caritatevoli; e che sarebbero “completamente scomparsi", secondo le fonti. La Nuova Bussola Quotidiana si è occupata in dettaglio della vicenda Pineda-Maradiaga qualche tempo fa (clicca qui).

La vita nascosta dello stretto collaboratore di Maradiaga è stata esposta al pubblico da un sito giornalistico, ConfidencialHN, secondo cui Pineda ha usato i soldi "per pagare favori sessuali, mantenere una rete di amanti, per i quali ha comprato diversi immobili, automobili, motociclette, e fare viaggi all'estero con un amante pagato, tra gli altri". Questi sono poi elencati in dettaglio, così come le presunte pratiche omosessuali. Questi atti sessuali erano praticati in modo "nascosto", ma sempre con finestre lasciate "aperte alla curiosità e al sospetto", e presumibilmente si svolgevano spesso a Villa Iris, residenza del cardinale. Nel marzo scorso il National Catholic Register ha scritto che per anni Erick Cravioto, presunto amante di Pineda, ha vissuto in una spaziosa stanza adiacente all’appartamento del cardinale nella residenza dell’arcidiocesi. Anche il vescovo Pineda viveva nella villa.

Ma le accuse più pesanti vengono a Maradiaga da un libro, intitolato Traiciones Sagradas (“Sacri Tradimenti”), scritto e pubblicato per ora solo in spagnolo da Martha Alegria Reichmann, vedova di colui che è stato per moltissimi anni l’ambasciatore dell’Honduras in Vaticano, che ospitava Maradiaga quando veniva a Roma, si era adoperato per farlo diventare cardinale, ma la cui fiducia era stata poi tradita dal porporato.

Maradiaga, secondo quanto riportato nel libro, avrebbe convinto fra l’altro i Reichmann a investire la quasi totalità dei loro risparmi in un fondo britannico rivelatosi fasullo, negando poi qualsiasi responsabilità, e rifiutandosi di incontrare Martha. Che spiega che il titolo è stato scelto perché “sono stata tradita da persone che portano una sacra investitura: l'ex vescovo Juan José Pineda, il cardinale Oscar Andres Rodriguez Maradiaga e Papa Francesco, tre persone di cui mi sono fidata ciecamente. Nel mio libro, tutto è molto ben spiegato e dimostrato. Non c'è dubbio che sia così”. Aggiunge la donna: “Nel mio libro, spiego come il Vaticano abbia manovrato in modo che Maradiaga non fosse ufficialmente implicato come il ‘protettore’ di Pineda; in quel modo ha potuto essere tenuto nel ‘Consiglio dei cardinali’. Quella è stata un'azione grottesca e una presa in giro dell’onestà, perché gli hanno concesso l’impunità”.