Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Giuseppe Lavoratore a cura di Ermes Dovico
ABORTO

L'Italia pro-life è una galassia in espansione

"Mese di maggio per la vita" il 22 a Roma e il 28 a Desenzano del Garda. La pluralità delle sigle e le differenze di sensibilità sono una ricchezza.

Attualità 18_05_2011
no all'aborto

 

A 30 anni dal referendum che il 17 maggio 1981 cercò di abrogare parte di quella legge 194 con cui nel 1978 era stato introdotto l’aborto legale e gratuito nel nostro Paese, i pro-lifer italiani scendono finalmente per le strade a manifestare l’intangibilità del diritto alla vita come oramai si fa, e da tempo, in numerose città europee, americane e australiane. E, per colmare il ritardo storico, di marce gli antiabortisti italiani ne hanno organizzate ben due, a pochi giorni di distanza l’una dall’altra.

La prima avrà luogo a Roma domenica 22 maggio 2011, con inizio alle 10,30 in Piazza Risorgimento.

La seconda si svolgerà sabato 28 maggio a Desenzano del Garda, partenza alle 10,15 da Piazza Malvezzi, di fronte al Duomo.

Il doppio appuntamento segnala inequivocabilmente un fatto importante. Il mondo pro-life italiano è vasto e variegato, certamente più ampio e articolato di quello rappresentato dallo storico Movimento per la Vita (MpV) che, allora presieduto da Francesco Migliori e oggi da Carlo Casini, nacque per diffondere la cultura dell'enciclica Humanae vitae, s'impose all'attenzione di tutti promuovendo il referendum del 1981 e quindi ha sempre tenuto alta la fiaccola del diritto alla vita.

Lo dimostra palesemente la selva rigogliosa di sigle antiabortiste cresciute in Italia, spesso lontano dai riflettori, in questi decenni e oggi catalizzate dalle due marce di maggio. La prima, quella di Roma, è organizzata da Amici per la Vita, la realtà animata dal giornalista Piero Pirovano - che fra i molti meriti ha pure quello di avere, di recente, portato nel nostro Paese la testimonianza diretta dell’ex medico abortista americano poi campione della vita Bernard Nathanson attraverso la pubblicazione del libro Aborting America -, e gode del sostegno dell’MpV. La seconda, quella di Desenzano del Garda, è tenuta a battesimo dal Movimento Europeo Difesa Vita e dall’Associazione Famiglia Domani.

Dietro, si staglia quindi una legione di organizzazioni e di associazioni che non si riducono nemmeno all’elenco di quelle che esplicitamente aderiscono alle due manifestazioni: i Centri di aiuto alla vita (Cav),  l’Associazione Italiana Medici Cattolici, l’Associazione Papa Giovanni XXIII, l’associazione Voglio Vivere, Federvita, l’Associazione Difendere la vita con Maria, il Comitato verità e Vita, la Laogai Research Foundation Italia Onlus, il Comitato Nazionale Associazione Difesa Scuola Italiana, il Centro Culturale Lepanto, i periodici Il Timone, Radici Cristiane e Studi cattolici, la Fondazione Lepanto, le Sentinelle del mattino, Alleanza Cattolica, l’Apostolato Giovani per la Vita, le Famiglie Numerose Cattoliche, Libertà e persona, l’editore Fede & Cultura, BastaBugie, Riscossa Cristiana, l’Associazione Nazionale Famiglie Numerose, Kaine per il nuovo umanesimo, l’Associazione Cattolica Infermieri e Medici, Vita Umana Internazionale, Con Cristo per la Vita, I Tre Sentieri, la Scuola di Cultura Cattolica di Bassano del Grappa, il Columbia Institute, il Centro Studi Russell Kirk, Militia Christi, Identità Europea, Italia Cristiana, la Fondazione Cajetanus, l’Associazione Culturale "Amici della Liturgia" e Catholic.net Italia.

L’elenco rivela del resto assai bene come, oltre alle sigle "dedicate", la premura per la vita attraversi per intero lo spettro dell’associazionismo cattolico "generalista", ampliando ancora di più il già vasto panorama dei pro-lifer "professionisti" italiani.

Insomma, l’MpV ha indubbiamente un primato d’importanza e di carisma, di rappresentatività e di longevità, ma non esaurisce affatto la galassia pro-life. Vi è invece un movimento madre attorno a cui sono sbocciati negli anni ambienti ed esperienze che arricchiscono la generosità, l’operosità e la significatività di una battaglia culturale, politica, mediatica, medica e umana di inderogabile centralità per la vita del Paese. La differenza di sensibilità, di approccio, di giudizi pratici e d’impegno concreto è cioè solo il segno che agli italiani, e in specifico al mondo cattolico italiano, altrettanto composto di mille vocazioni e carismi, la vita sta davvero a cuore, e che di tempo e di energie per impegnarsi a difenderla gli italiani ne trovano sempre, di occasioni di testimonianza e d’incontro ne creano, di modalità di battaglia ne inventano.

Certo, sarebbe pusillanime fingere di non sapere che le due marce rivelano pure l’esistenza di screzi e dissapori. Ma non può al contempo non colpire il vedere per esempio diverse realtà locali dei Cav, nati dall’esperienza del MpV, partecipare all’una o all’altra marcia, ma anche a entrambe; persino sezioni locali dell’MpV aderire pure a quella di Desenzano del Garda benché a livello nazionale il Movimento sia sponsor di quella romana; l’associazione Voglio Vivere sottoscrivere sia un evento sia l’altro; e con enorme probabilità moltissimi attivisti, privati cittadini, semplici fedeli e persone di buon senso partecipare, gambe in spalle (è proprio il caso di dirlo), a tutt’e due e con affettata nonchalance. A costoro, infatti, interessa probabilmente poco di eventuali battibecchi tra associazioni; interessa soprattutto difendere pubblicamente il diritto alla vita dal concepimento alla morte naturale.

A conti fatti, il dato più evidente, e perché no pure confortante, di questo "maggio italiano per la vita" è che nel nostro Paese la cultura della vita è forte, e in deciso aumento. Come in qualunque altro Paese di quelli che da tempo marciano orgogliosi per le strade delle proprie città dicendo no all’aborto, anche gli italiani presentano oggi al mondo una ricca e diversificata galassia pro-life. È sempre l’unione che fa la forza, mai (come recitava un frusto slogan politico di qualche anno fa) il contrario.