Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
L'ESEMPIO DALL'AUSTRALIA

Libertà religiosa, anche i politici ne godano

Dopo la vittoria imprevista alle elezioni, il primo ministro australiano Morrison ha esultato parlando di "miracolo" e ringraziando Dio. Nessuno si è permesso di tacciarlo di ipocrisia o blasfemia, diversamente da quel che è successo in Italia a Salvini per aver invocato il Cuore Immacolato di Maria. Non c'è polemica che tenga: questi atteggiamenti, di cristiani che chiedono l'aiuto del Cielo e non temono di manifestarlo pubblicamente, dovrebbero confortarci.

Libertà religiosa 24_05_2019

Il primo ministro Scott Morrison, leader del Partito Liberale, i conservatori australiani, dopo la vittoria dello scorso weekend alle elezioni, vittoria tanto imprevista quanto impossibile se si fosse dato ascolto a tutti i sondaggi delle ultime settimane, ha esultato dicendo: "Ho sempre creduto ai miracoli, questo successo è un miracolo, Dio benedica l’Australia".

Negli ultimi mesi, lo stesso Morrison, un cristiano convinto, aveva respinto ogni idea di legiferare a favore dell'eutanasia, si era espresso per tutelare maggiormente la libertà religiosa e i diritti di genitori, studenti e scuole dopo l’approvazione in alcuni Stati di norme che obbligano gli alunni a partecipare a lezioni Lgbt. Non solo, è in discussione nel Parlamento australiano una proposta di legge che tutela le confessioni religiose e i loro riti, oltreché la loro fede, e li esenta da ogni obbligo di celebrare o accondiscendere verso i matrimoni di gay e lesbiche. Le scuole delle chiese cristiane, a pochi giorni dal voto, si erano appellate ai cittadini, chiedendo esplicitamente di votare per quel partito e quei politici che avevano in animo di tutelare la libertà religiosa.

Morrison, da cristiano, ha ringraziato Dio per la propria vittoria e per il miracolo che gli è stato donato. Nessuno, nemmeno un piccolo curato o pastore di campagna australiano, si è permesso di tacciarlo di ipocrisia o di blasfemia. Non così in Italia, dove è necessario prendere atto che il leader della Lega, Matteo Salvini, ha invocato una benedizione e invocato il Cuore Immacolato di Maria. Per dire la verità, sfuggita a molti dei critici e degli inquisitori, Salvini ha “affidato l’Europa ai sei santi patroni dell’Europa: a san Benedetto da Norcia, a santa Brigida di Svezia, a santa Caterina da Siena, ai santi Cirillo e Metodio, a santa Teresa Benedetta della Croce, affidiamo a loro il destino, il futuro e la prosperità dei nostri popoli (europei)”.

Salvini ha poi proseguito dicendo di affidare se stesso e l’Italia al “Cuore Immacolato di Maria” (qui il video). Non è chiaro cosa di queste parole colpisca l’emozione ed ecciti la critica. Certo, come nel caso di Morrison, ci troviamo di fronte a politici che credono in Dio, nel Dio dei cristiani e nella sua Divina Provvidenza che si mostra a noi, poveri cristi, attraverso la grazia di vita dei suoi Santi e dei miracoli. Politici che non nascondono il loro essere credenti, diversamente da molti altri che abbiamo visto in questi decenni di storia italiana ed europea. Poveri cristi come tutti noi che nell’affrontare le sfide del loro impegno pubblico, invocano la necessità di un aiuto dal Cielo. Non c’è polemica che tenga: questi atteggiamenti dovrebbero confortarci e non essere oggetto di critiche, le stesse che vengono dal campo di coloro che non certo sostengono la dottrina né affidano la propria vita a Gesù, Maria e i Santi.

Ciò non toglie che ciascuno possa votare come vuole e che non si debba certo far condizionare dalle invocazioni e dalle preghiere dei politici. Tuttavia, lo dico per me, l’affidarsi a Maria, ai Santi e ringraziare per l’intervento miracoloso della Divina Provvidenza è parte della vita quotidiana dei cattolici e dei cristiani in tutto il mondo. Solo coloro che non hanno visto e ascoltato le parole commosse e tremule di Morrison e di Salvini può pensare che siano stati gesti spavaldi e per nulla dal cuore nascenti.

Sono felice che ci siano politici così sfrontatamente liberi nella loro religiosità, così convinti di vivere pubblicamente la propria fede come un diritto umano fondamentale, in privato quanto in pubblico. Si voti quel che si preferisce: il documento della Dottrina della Fede sui princìpi non negoziabili e il Catechismo della Chiesa Cattolica non sono stati abrogati, e son certo un buon criterio di giudizio per orientarsi al voto. Ripeto, si voti quel che si ritiene più opportuno, si guardi pure ai tanti devoti cattolici che non hanno il carattere di dichiararlo pubblicamente, allo stesso tempo però si lascino in pace anche i credenti che fanno politica, ringraziano e pregano Dio pubblicamente. Almeno sino a quando la devastante marea del politicamente corretto laicista non ci avrà sommerso, come accade già nel Regno Unito, lasciamo a tutti, anche ai politici di godere pienamente della propria libertà religiosa.