Lettera del vescovo di Parma: importante ciò che dice, più importante ciò che non dice
Luci ed ombre della lettera del vescovo di Parma sulle persone omosessuali.
Mons. Enrico Solmi, vescovo di Parma, scrive una lettera sulla cura pastorale delle persone omosessuali. Molti gli aspetti positivi allorchè Solmi richiama il dovere di ciascuno di accostarsi a queste persone con delicatezza e sensibilità o quando indica differenti cammini pastorali di vario livello o laddove sottolinea l’importanza di non mutare la dottrina della Chiesa su questo punto.
Però forse pesa di più ciò che manca in questo documento. Manca l’esplicitazione del fine per cui si deve fare tutto ciò: abbandonare la condizione omosessuale e le condotte omosessuali. A leggere la lettera di Solmi infatti parrebbe che l’intento della Chiesa sia solo quello di confortare la persona omosessuale afflitta per il suo stato - dando così per assodato, notiamo a margine, che tutti gli altri non possano essere convertiti – e nulla più. Quasi che l’omosessualità distonica possa essere associata ad un lutto, cioè ad un evento umanamente immodificabile.
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