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NUOVO RAPPORTO

Le coppie in cui la fede è importante? Vivono meglio

Anche quest’anno è stata pubblicata la World Family Map, che analizza l’incidenza della religiosità sulla vita delle famiglie, studiando 4 fattori: qualità della relazione, fecondità, violenza domestica e infedeltà. Diversi gli spunti interessanti, come ad esempio il fatto che le donne in relazioni molto religiose fanno in media più figli e hanno il 50% in più di probabilità di dichiarare di essere fortemente soddisfatte della loro relazione sessuale rispetto alle ‘laiche’.

Famiglia 16_06_2019

La World Family Map, ricerca pubblicata dall’Institute for Family Studies e dalla Wheatley Institution, ogni anno stupisce ed è fonte di grandi approfondimenti e riflessioni in tutto in mondo. Il volume di quest’anno, elaborato grazie ai dati raccolti nel 2018, mette in relazione la famiglia e la religiosità nei Paesi e continenti del mondo. Più specificatamente, la “religione favorisce la solidarietà, o alimenta conflitti e disuguaglianze?” o, ancor più profondamente, “è la fede una forza globale che contribuisce al bene o al male delle famiglie?”.

Il rapporto di quest’anno, pubblicato qualche settimana fa, risponde a questa domanda esaminando la relazione tra religione e quattro importanti fattori: qualità delle relazioni, fertilità, violenza domestica e infedeltà. Undici i Paesi considerati tra le Americhe, l’Europa e l’Oceania. La World Family Map 2019, elaborata grazie ai dati della World Values ​​Survey (Wvs) e della Global Family and Gender Survey (Gfgs), suggerisce che:

Quando si parla di qualità relazionale nelle relazioni uomo-donna, le coppie altamente religiose godono di una maggiore qualità della relazione e più soddisfazione sessuale, rispetto a coppie meno religiose, a coppie ‘miste’ (un membro religioso e l’altro no) e a coppie secolari. Ad esempio, le donne in relazioni altamente religiose hanno il 50% in più di probabilità di dichiarare di essere fortemente soddisfatte della loro relazione sessuale rispetto alle ‘laiche’ e meno religiose.

Quando si parla di fertilità, i dati dei Paesi a bassa fertilità nelle Americhe, in Asia orientale e in Europa dimostrano che l'influenza positiva della religione sulla fertilità è diventata più forte negli ultimi decenni. Oggi, tra le persone di 18-49 anni, coloro che frequentano le funzioni religiose regolarmente hanno +0,27 bambini in più di quelli che non frequentano mai, o praticamente mai o non praticano la loro fede. Gli uomini e le donne religiosi hanno maggiori probabilità di sposarsi rispetto ai loro coetanei più laici, e gli sposi hanno più figli di quelli non sposati.

Quando si parla di violenza domestica, le coppie religiose nelle relazioni eterosessuali non hanno un ‘vantaggio’ nei confronti delle coppie secolari o coppie miste/meno religiose (less/mixed religious couples). Il dato sulla violenza domestica - che include l'abuso fisico, così come l'abuso sessuale, l'abuso emotivo e il controllo dei comportamenti - non differiscono in modo statisticamente significativo rispetto alla religiosità.

Le relazioni tra fede, femminismo ed esiti familiari sono complesse. L'impatto dell'ideologia di genere sui risultati trattati in questo rapporto, ad esempio, varia spesso a seconda della religiosità degli intervistati. Tuttavia, le donne in relazioni altamente religiose, specialmente quelle tradizionaliste, riportano i più alti livelli di qualità della relazione. Per molti aspetti, questo rapporto indica che la fede è una forza positiva nella vita familiare contemporanea nelle Americhe, Europa e Oceania (http://socialtrendsinstitute.org/publications/family/the-world-family-map-2019-mapping-family-change-and-child-well-being-outcomes) . Nel complesso, quindi, questo rapporto suggerisce che le famiglie e le reti associate alle comunità religiose rafforzano i legami nella famiglia stessa oltre che nella comunità.

Infine, dagli indicatori globali della struttura familiare, aggiornati per il rapporto del 2019, emerge che:

I bambini in Asia e in Medio Oriente hanno maggiori probabilità di vivere con due genitori rispetto ai bambini nelle altre regioni vicine;

I bambini in Africa e Centro/Sud America hanno meno probabilità di vivere con due genitori.

La percentuale di adulti sposati in età riproduttiva è elevata in Asia, Medio Oriente e Africa sub-sahariana.

Le convivenze sono particolarmente comuni in America centrale e meridionale e in Europa settentrionale.

L'America Centrale/Meridionale ha i tassi più alti al mondo di figli non (ancora) sposati, mentre i tassi più bassi si verificano in Asia e Medio Oriente, dove grandi proporzioni di adulti sono sposati e pochi vivono in rapporti di convivenza.

L'Africa sub-sahariana ha la più alta fertilità del mondo. In Medio Oriente, Asia e Centro/Sud America, tutte aree generalmente al di sopra della soglia di sostituzione (2.1 figli per donna in età feconda), anche se qualche Paese è al di sotto di questa soglia. Europa, Oceania, Canada e Stati Uniti sono tutte aree stabilmente al di sotto della soglia per il ricambio generazionale, ma i livelli sono particolarmente bassi nell'Europa meridionale e orientale e in alcuni Paesi dell'Asia orientale.

Un consiglio: vista la mole enorme di dati e spunti di riflessione, non mancate di sfogliare questa ricerca annuale, valutandola capitolo per capitolo. La leggessero anche i politici europei, visto l’inverno demografico del Vecchio Continente: siamo certi farebbe loro solo un gran bene.