Le coppie in cui la fede è importante? Vivono meglio
Anche quest’anno è stata pubblicata la World Family Map, che analizza l’incidenza della religiosità sulla vita delle famiglie, studiando 4 fattori: qualità della relazione, fecondità, violenza domestica e infedeltà. Diversi gli spunti interessanti, come ad esempio il fatto che le donne in relazioni molto religiose fanno in media più figli e hanno il 50% in più di probabilità di dichiarare di essere fortemente soddisfatte della loro relazione sessuale rispetto alle ‘laiche’.
La World Family Map, ricerca pubblicata dall’Institute for Family Studies e dalla Wheatley Institution, ogni anno stupisce ed è fonte di grandi approfondimenti e riflessioni in tutto in mondo. Il volume di quest’anno, elaborato grazie ai dati raccolti nel 2018, mette in relazione la famiglia e la religiosità nei Paesi e continenti del mondo. Più specificatamente, la “religione favorisce la solidarietà, o alimenta conflitti e disuguaglianze?” o, ancor più profondamente, “è la fede una forza globale che contribuisce al bene o al male delle famiglie?”.
Il rapporto di quest’anno, pubblicato qualche settimana fa, risponde a questa domanda esaminando la relazione tra religione e quattro importanti fattori: qualità delle relazioni, fertilità, violenza domestica e infedeltà. Undici i Paesi considerati tra le Americhe, l’Europa e l’Oceania. La World Family Map 2019, elaborata grazie ai dati della World Values Survey (Wvs) e della Global Family and Gender Survey (Gfgs), suggerisce che:
• Quando si parla di qualità relazionale nelle relazioni uomo-donna, le coppie altamente religiose godono di una maggiore qualità della relazione e più soddisfazione sessuale, rispetto a coppie meno religiose, a coppie ‘miste’ (un membro religioso e l’altro no) e a coppie secolari. Ad esempio, le donne in relazioni altamente religiose hanno il 50% in più di probabilità di dichiarare di essere fortemente soddisfatte della loro relazione sessuale rispetto alle ‘laiche’ e meno religiose.
• Quando si parla di fertilità, i dati dei Paesi a bassa fertilità nelle Americhe, in Asia orientale e in Europa dimostrano che l'influenza positiva della religione sulla fertilità è diventata più forte negli ultimi decenni. Oggi, tra le persone di 18-49 anni, coloro che frequentano le funzioni religiose regolarmente hanno +0,27 bambini in più di quelli che non frequentano mai, o praticamente mai o non praticano la loro fede. Gli uomini e le donne religiosi hanno maggiori probabilità di sposarsi rispetto ai loro coetanei più laici, e gli sposi hanno più figli di quelli non sposati.
• Quando si parla di violenza domestica, le coppie religiose nelle relazioni eterosessuali non hanno un ‘vantaggio’ nei confronti delle coppie secolari o coppie miste/meno religiose (less/mixed religious couples). Il dato sulla violenza domestica - che include l'abuso fisico, così come l'abuso sessuale, l'abuso emotivo e il controllo dei comportamenti - non differiscono in modo statisticamente significativo rispetto alla religiosità.
• Le relazioni tra fede, femminismo ed esiti familiari sono complesse. L'impatto dell'ideologia di genere sui risultati trattati in questo rapporto, ad esempio, varia spesso a seconda della religiosità degli intervistati. Tuttavia, le donne in relazioni altamente religiose, specialmente quelle tradizionaliste, riportano i più alti livelli di qualità della relazione. Per molti aspetti, questo rapporto indica che la fede è una forza positiva nella vita familiare contemporanea nelle Americhe, Europa e Oceania (http://socialtrendsinstitute.org/publications/family/the-world-family-map-2019-mapping-family-change-and-child-well-being-outcomes) . Nel complesso, quindi, questo rapporto suggerisce che le famiglie e le reti associate alle comunità religiose rafforzano i legami nella famiglia stessa oltre che nella comunità.
Infine, dagli indicatori globali della struttura familiare, aggiornati per il rapporto del 2019, emerge che:
• I bambini in Asia e in Medio Oriente hanno maggiori probabilità di vivere con due genitori rispetto ai bambini nelle altre regioni vicine;
• I bambini in Africa e Centro/Sud America hanno meno probabilità di vivere con due genitori.
• La percentuale di adulti sposati in età riproduttiva è elevata in Asia, Medio Oriente e Africa sub-sahariana.
• Le convivenze sono particolarmente comuni in America centrale e meridionale e in Europa settentrionale.
• L'America Centrale/Meridionale ha i tassi più alti al mondo di figli non (ancora) sposati, mentre i tassi più bassi si verificano in Asia e Medio Oriente, dove grandi proporzioni di adulti sono sposati e pochi vivono in rapporti di convivenza.
• L'Africa sub-sahariana ha la più alta fertilità del mondo. In Medio Oriente, Asia e Centro/Sud America, tutte aree generalmente al di sopra della soglia di sostituzione (2.1 figli per donna in età feconda), anche se qualche Paese è al di sotto di questa soglia. Europa, Oceania, Canada e Stati Uniti sono tutte aree stabilmente al di sotto della soglia per il ricambio generazionale, ma i livelli sono particolarmente bassi nell'Europa meridionale e orientale e in alcuni Paesi dell'Asia orientale.
Un consiglio: vista la mole enorme di dati e spunti di riflessione, non mancate di sfogliare questa ricerca annuale, valutandola capitolo per capitolo. La leggessero anche i politici europei, visto l’inverno demografico del Vecchio Continente: siamo certi farebbe loro solo un gran bene.