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VERTICE DI JOHANNESBURG

L'Africa si fa aiutare a casa sua. Dalle potenze emergenti

Mentre nell'Unione Europea si continua a discutere di nuovi "piani Marshall" per l'Africa, per aiutare gli africani a casa loro, a Johannesburg (Sudafrica) si è riunito il decimo vertice dei Brics, le potenze emergenti (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), con una serie di accordi bilaterali e comunitari per sostenere le economie locali.

Esteri 29_07_2018

L’Unione Europea promette nuovi “Piani Marshall” per l’Africa, garantisce di “aiutare gli africani a casa loro”, un dovere al quale non intende sottrarsi. Intanto l’Africa fa affari e stipula accordi con alcune delle maggiori potenze mondiali. Il 27 luglio si è concluso a Johannesburg, in Sudafrica il 10°è vertice dei Brics, le cinque maggiori economie emergenti – Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica – che insieme comprendono circa il 40% della popolazione del pianeta e rappresentano da un quinto a un quarto dell’economia mondiale.

Al vertice, durato tre giorni, hanno partecipato, oltre ai leader degli stati membri dell’organismo, alcuni capi di stato africani: Paul Kagame, presidente del Rwanda e presidente di turno dell’Unione Africana, Joao Lourenco, presidente dell’Angola, secondo produttore di petrolio del continente, Macky Sall, per il Senegal, Yoweri Museveni, per l’Uganda, Hage Geingob, per la Namibia, Ali Bongo Ondimba, per il Gabon, e Faure Gnassingbé, per il Togo. Inoltre sono stati invitati alcuni paesi nell’ambito del “Brics plus”, creato nel 2017 durante la presidenza della Cina per approfondire la cooperazione tra la prima e la seconda generazione di potenze emergenti. Al summit del 2017 in Cina avevano partecipato Tajikistan, Messico, Kenya, Thailandia ed Egitto. A Johannesburg i paesi invitati, rappresentati dai rispettivi capi di stato, sono stati la Turchia, che presiede l’Organizzazione per la cooperazione islamica, l’Indonesia, in rappresentanza dell’Asean, Associazione delle Nazioni del Sud-Est asiatico, l’Egitto, che rappresenta il gruppo dei 77 alle Nazioni Unite, l’Argentina, per il G20 e il Mercosur, Mercato comune dell’America del Sud, e la Giamaica, per la Caricom, la Comunitò caraibica.

A margine del vertice si sono svolti una serie di incontri bilaterali. Inoltre sia il presidente cinese Xi Jinping che il primo ministro indiano Narendra Modi prima di raggiungere Johannesburg hanno fatto visita ad alcuni paesi. Xi Jinping si è recato in Senegal e in Rwanda per definire con i suoi omologhi africani una serie di accordi di cooperazione. Con il presidente Macky Sall  ha firmato progetti di cooperazione in diversi settori tra cui quello delle infrastrutture, della giustizia e della aviazione civile. La Cina dal 2017 è il primo partner economico del Senegal: gli investimenti diretti nel paese sono passati da 100 milioni di dollari nel 2015 a 1,6 miliardi di dollari nel 2017. In Rwanda il leader cinese ha concluso con il presidente Kagame 15 accordi in diversi settori tra cui commercio, infrastrutture, investimenti, risorse umane, scienza e tecnologia, aviazione, risorse minerarie, e-commerce. Xi Jinping ha elogiato il Rwanda per i suoi progressi: “il paese gode di armonia e stabilità sociale – ha detto durante una conferenza stampa – i suoi abitanti vivono una vita felice e contenta”. Auspico, ha aggiunto, di stabilire “rapporti di mutua utilità” con il Rwanda e con altri stati africani.

Con il Sudafrica, dove Xi Jinping ha concluso il suo viaggio africano, la Cina inoltre ha firmato il 24 luglio accordi che prevedono investimenti per 14 miliardi di dollari in vari settori: infrastrutture, economia del mare, economia verde, scienza e tecnologia, agricoltura, ambiene e finanza. “Lo scopo del nostro incontro – ha spiegato alla stampa il presidente sudafricano Cyril Ramapohosa – è stato rivedere e rafforzare la nostra lunga amicizia che ha le sue radici nei legami di solidarietà che si sono sviluppati tra i nostri popoli durante la lotta di liberazione”. Il Sudafrica è già il principale partner commerciale della Cina in Africa con un interscambio nel 2017 pari a quasi 24 miliardi di dollari.

Anche il primo ministro indiano Narendra Modi ha visitato il Rwanda dove ha firmato sette accordi bilaterali che includono cooperazione nel settore della difesa, interscambi commerciali e un programma di scambi culturali. È stato inoltre siglato tra Rwanda e India un memorandum d’intesa che prevede rapporti di cooperazione in agricoltura, risorse animali e nell’industria del cuoio e dei pellami. Modi si è poi recato in Uganda per firmare altri accordi di cooperazione e annunciare un prestito di 205 milioni di dollari per potenziare la rete elettrica e l’agricoltura commerciale del paese. “La libertà dell’India – ha detto nel suo discorso al parlamento ugandese – non sarà completa finché l’Africa sarà asservita”. I cittadini di origine indiana, pur rappresentando meno dell’1% della popolazione ugandese, contribuiscono a più della metà delle entrate tributarie del paese. Negli anni 70 del secolo scorso tutti gli asiatici, in gran parte indiani, erano stati espulsi dall’Uganda per ordine dell’allora presidente Idi Amin Dada.

Il premier Modi ha annunciato l’intenzione di aprire 18 nuove ambasciate in Africa. L’India dispone già di 29 sedi diplomatiche nel continente. Tra il 2005 e il 2016 il volume degli scambi commerciali tra India e Africa è quintuplicato salendo a 52 miliardi di dollari.

A conclusione del summit, i Brics hanno firmato un documento in 102 punti, la Dichiarazione di Johannesburg,  nella quale si impegnano a riformare la governance mondiale, rafforzare la cooperazione dei Brics per la pace, intensificare la partenership economica, commerciale e finanziaria, realizzare una cooperazione che ponga la persona al centro, con una speciale attenzione al ruolo delle donne nello sviluppo (a tal fine i Brics si propongono di creare un Forum delle donne Brics e una Alleanza delle donne Brics in affari).