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il caso a malta

La danza macabra: un segnale di great reset della medicina

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Lo sconcerto per la "danza macabra" effettuata durante un'esercitazione di medicina legale a Malta non ammette giustificazioni: è il segno del great reset della Medicina che perde il senso della cura e del rispetto per tutte le persone, anche quelle morte.  

Editoriali 17_04_2024 English

Un video sta diventando virale sui social in questi giorni: medici legali che ballano e cantano accanto ad un cadavere. Non è una fake news: è accaduto davvero nei giorni scorsi a Malta, a margine di un corso di formazione della Società italiana di medicina legale. Nel video (che non mostriamo per rispetto per il defunto e perché la sua diffusione è sottoposta a denuncia penale ndr), i professionisti sembrano divertirsi parecchio, mentre su un tavolo c’è un corpo umano, una persona deceduta.

Davanti a queste immagini, vengono in mente le “danze macabre”, un genere artistico diffuso in Europa nel XIV secolo, dopo che era terminata la spaventosa epidemia di peste del 1348. Tuttavia, quelle immagini volevano significare quanto sia fragile la condizione umana, sulla quale incombe sempre la morte. Era una riflessione artistica e filosofica sulla vita e sulla morte, ed un invito esplicito a rispettare entrambe.

La scena degli allegri convegnisti invece appartiene a quella cultura dell’irrisione che sta sempre più imponendosi. L’irrisione di Dio, perpetrata da spettacoli e mostre blasfeme, poi l’irrisione dei valori della famiglia, della maternità, delle virtù. Infine l’irrisione della morte, l’irrisione e la mancanza di rispetto della persona umana deceduta.

Una esagerazione? In realtà questa volta anche molti medici si sono indignati e hanno fatto sentire la loro protesta. Diversi medici legali si sono subito dissociati, hanno chiesto spiegazioni e annunciato di voler chiedere provvedimenti disciplinari da parte del ministro della Salute, Orazio Schillaci e del presidente della Fnomceo, la Federazione degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli. Lo stesso Anelli, interpellato, ha già dichiarato che il ballo dei medici legali durante un'autopsia «è un comportamento disdicevole anche se fatto all'estero.(…) Credo che la professione meriti rispetto e ci voglia anche rispetto nei confronti dei cadaveri».

In una nota Francesco Introna, presidente della Società italiana di medicina legale (Simla) ha dichiarato che «il comportamento ripreso nel video è riprovevole ed estraneo alla cultura medico legale. Le autopsie, al pari degli interventi chirurgici, sono realizzati da specialisti del settore e il comportamento deontologico dei medici legali italiani è da sempre improntato al massimo rispetto della dignità del cadavere e dei parenti». Il presidente Simla ha voluto puntualizzare che il corso durante il quale si è verificato questo episodio «non è stato organizzato né patrocinato dalla Società italiana di medicina legale. Si trattava di un'esercitazione didattica svolta all'estero e non di un'autopsia giudiziaria».

Ci mancherebbe. Il fatto che questa vergognosa  esercitazione ripresa nel video si sia svolta all'estero, cosa sottolineata anche da Anelli, francamente non toglie nulla alla sua gravità. L’etica e la deontologia non devono conoscere confini: questa scena risulta inaccettabile sia a Malta che in Italia. Come per altre forme di irrisione, come quelle sopra citate, sembra non esserci la coscienza del male che è presente in questi comportamenti. E se da un verso è auspicabile che ci sia da parte degli Ordini dei medici una valutazione deontologia sul comportamento dei professionisti coinvolti, dall’altra sono già state espresse delle tesi che tendono a cercare delle giustificazioni e addirittura a contraccare, lamentando che il video in oggetto è stato «diffuso illegalmente».

Lo sostiene Cristoforo Pomara, professore ordinario di Medicina legale dell'università di Catania: «Apprendo con sconcerto dagli organi di stampa della diffusione illegale di un video effettuato durante una esercitazione anatomica all'estero e che fa riferimento impropriamente ai lavori preparatori di una sessione del Convegno nazionale della Società italiana di medicina legale dal titolo Live autopsy e della cui sessione sono responsabile. A differenza di quanto erroneamente riportato, il video, illegalmente diffuso, è stato realizzato in una pausa di una esercitazione anatomica all'estero su corpi donati a fini di studio e formazione e quindi assolutamente avulso dal contesto professionale medico legale. Non era una autopsia giudiziaria né un riscontro diagnostico».

Appellarsi ad un diritto alla privacy in una situazione scabrosa come questa non ha molte ragioni di essere. Questo tipo di atteggiamento irrispettoso verso la morte e verso una persona deceduta non è che non andava filmato: non andava proprio fatto.

Il professor Pomara tuttavia aggiunge ulteriori considerazioni che fanno riflettere: «Durante il corso si è lavorato per una settimana a tecniche di dissezione difficilissime - sottolinea - anche più di 12 ore al giorno dalla mattina alla sera tardi in sala anatomica per sfruttare al massimo il tempo previsto per le attività», mentre il video è stato «realizzato in una pausa».

Quindi, tanto duro lavoro, giustificava un momento di relax, quasi di goliardia? Una riedizione di “dottori in allegria”? Certamente no. Nessun tipo di attività, anche se gravosa, può giustificare delle forme di “rilassamento etico”; eppure non di rado i medici (e non solo loro) portano come alibi lo stress a comportamenti non esattamente virtuosi.

Anche questo è un brutto segnale dei tempi che stiamo vivendo, i tempi del Grande Reset della Medicina e della Professione medica, dove si rischia di perdere di vista quello che deve essere il compito e la missione del medico: prendersi cura e rispettare le persone, da vive e da morte.