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FEDE E SMORFIA

Il Papa oggi a Napoli: san Gennaro farà il miracolo?

Un Papa che viene a Napoli, e oggi arriva Francesco, deve per forza farsi ricevere da san Gennaro, sennò che è venuto a fare? Così pensano i napoletani e, in cuor loro, vogliono vedere se il Santo squaglierà il suo sangue per l’occasione. Scioglimento straordinario perché il miracolo avviene solo in date precise.

Ecclesia 21_03_2015
San Gennaro

Uno spiritoso articolo di Chiara Santomiero su aleteia.org suggerisce ai napoletani di aggiungere un numero alla cinquina che la “Smorfia” tradizionalmente collega al patrono principale di Napoli, san Gennaro, e che è: 9, 15, 18, 53, 55. Il numero nuovo è 21. Perché? Perché è il numero della visita dei Papi. Giovanni Paolo II visitò Napoli un 21 ottobre nel 1979, l’emerito Benedetto XVI arrivò nella città del Golfo anche lui un 21 ottobre di molti anni dopo, nel 2007. E il 21 marzo 2015 arriverà papa Francesco assieme alla primavera. 

Un Papa che viene a Napoli deve per forza farsi ricevere da san Gennaro,sennò che è venuto a fare? Così pensano i napoletani e, in cuor loro, vogliono vedere se il Santo squaglierà il suo sangue per l’occasione. Sì, perché si tratterebbe di una squagliata straordinaria, in quanto il Santo esibisce il suo miracolo solo in date precise e prefissate. E cioè: il 19 settembre, suo dies natalis, anniversario del martirio, festa grande; poi il sabato che precede la prima domenica di maggio e infine il 16 dicembre. E basta. Talvolta viene sollecitato quando la città è in particolare apprensione, che so, per una colata del Vesuvio, una calamità naturale o artificiale, un pericolo grave e prossimo. In quei casi la teca contenente il sangue raggrumato viene estratta dalla cassaforte in cui è custodita e subito assillata di preghiere. Se il sangue liquefa, i napoletani tirano un respiro di sollievo perché vuol dire che il Santo ha assicurato la sua protezione. Ma quando non lo fa, un brivido percorre le schiene partenopee. Infatti, nel 1973 il sangue non si sciolse e Napoli fu invasa dal vibrione del colera annidato nelle amatissime cozze. Ci furono morti, purtroppo, e la paura del contagio percorse l’Italia intera. 

Quell’estate fu disastrosa anche per il turismo, perché nessun bagnante, temendo il contagio, osò immergersi in mare. Nel 1980 fu ancora peggio, perché fu l’anno del tremendo terremoto dell’Irpinia. E in quell’anno il Santo aveva fatto mancare il consueto miracolo. Nel caso di visite di personaggi altolocati la statistica è variabile. Innanzitutto occorre dire che non basta essere Vip per aver diritto a un’estrazione della teca col sangue miracoloso dalla cassaforte. L’arcivescovo concede solo in casi eccezionali e a suo insindacabile, e giudizioso, giudizio. Certo, il Papa non è un Vip qualsiasi e, come dice il Tasso, a cotanto intercessor nulla si nega. Va detto, comunque, che quello dei Papi viaggiatori è fenomeno recente; prima, il problema non si poneva neppure. Fu Paolo VI a interrompere una tradizione di sedentarietà che risaliva a Pio VI, Pio VII e Pio IX, tre Papi che si erano mossi da Roma, sì, ma solo perché costretti: il primo dai giacobini, il secondo da Napoleone, il terzo da Mazzini. 

Paolo VI, infatti, fu detto il «Papa pellegrino» solo perché era andato in Terrasanta. Il suo successore, Luciani, non ebbe il tempo, ma Wojtyla fu subito il «Papa globetrotter» e si recò a Napoli l’anno appena seguente alla sua elezione. Epperò san Gennaro tacque di fronte a lui, che pur doveva diventargli collega sugli altari. Identico riserbo col Papa seguente. Così, nessun Papa in visita ha visto lo scioglimento del sangue. Nessuno? No, non è esatto. Uno, uno solo. Pio IX. Sì, proprio lui, il pontefice più vituperato dai laiconi da due secoli a questa parte. Nel 1848 quel Papa dovette scappare da Roma, invasa dai “patrioti” del trio Mazzini-Armellini-Saffi e dal mangiapreti Garibaldi. Fu accolto da Francesco II di Borbone, a cui da lì a pochi anni avrebbe dovuto ricambiare il favore. Il re lo portò a far visita a san Gennaro e questi squagliò il suo sangue per l’occasione. Pio IX, commosso, gli donò un prezioso calice. Il favore del Santo, di cui lo squagliamento era pegno, si estrinsecò quasi subito perché i francesi di Napoleone III sgombrarono manu militari la cosiddetta Repubblica Romana e il Papa poté rientrare, accolto trionfalmente dai romani a cui pochi mesi di Repubblica garibaldina erano bastati per non poterne più. 

A volte accade che il Santo si produca nel miracolo per scansare la città da guai peggiori. Così, per esempio, accadde quando il generale «giacubbino» Championnet puntò una pistola alla tempia dell’arcivescovo imponendogli di far sciogliere immediatamente il sangue famoso. Già: i positivisti credevano e credono che sia tutto un trucco clericale per fanatizzare la plebe, invece lo sanno tutti che certe sostanze chimiche reagiscono agli scuotimenti liquefacendo. Peccato che quello nella teca del Santo sia sangue-sangue e non “sostanza chimica”, come le analisi spettroscopiche confermano. E hai voglia scuotere, quando il Santo decide di non ottemperare! Championnet ebbe quel che voleva, ma i napoletani se la legarono a dito e sostituirono immediatamente san Gennaro con sant’Antonio di Padova. Poi, quando anche Garibaldi ebbe il richiesto squaglio, compresero la tattica del loro Patrono e lo riabilitarono. Ora è la volta di Bergoglio. Squaglierà quel sangue davanti a lui? Se non lo farà, che cosa vorrà dire? Niente, come nel caso di Wojtyla e Ratzinger, o qualcosa? Boh. Alla “Smorfia” l’ardua sentenza.