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VERSO DUBLINO/IV

Il caso abusi segna il tracollo dell'Operazione America

Lo scandalo McCarrick, un cardinale che per anni ha abusato o cercato di abusare seminaristi e giovani preti, e le rivelazioni del Rapporto del Grand Jury in Pennsylvania, con la loro orrenda galleria di storie di preti pederasti e di vescovi occupati a tacitare, nascondere e pagare il silenzio segnano il tracollo dell’operazione “America” lanciata sin dall’inizio del suo mandato dal Pontefice regnante. 
-MASCHIO E FEMMINA, DONO RECIPROCO di San Giovanni Paolo II

Ecclesia 23_08_2018

Lo scandalo McCarrick, un cardinale che per anni ha abusato o cercato di abusare seminaristi e giovani preti, e le rivelazioni del Rapporto del Grand Jury in Pennsylvania, con la loro orrenda galleria di storie di preti pederasti e di vescovi occupati a tacitare, nascondere e pagare il silenzio segnano – o dovrebbero segnare – il tracollo dell’operazione “America” lanciata sin dall’inizio del suo mandato dal Pontefice regnante. 

Papa Bergoglio non aveva e non ha in simpatia i vescovi amati da Giovanni Paolo II e da Benedetto, quelli che i giornalisti del regime bergogliano chiamavano “culture warriors”. Non a caso è stato mandato come nunzio negli Stati Uniti un diplomatico, Christophe George, noto per essere un pedissequo esecutore degli ordini di marcia che provengono dal Centro. E che ha ricevuto istruzioni ben precise: dissuadere personalmente i vescovi che avessero, non si sa mai! la malaugurata idea di invitare, o tollerare l’invito di persone come il card. Raymond Burke. Non solo: stilare una lista ben precisa e aggiornata dei vescovi “conservatori”, quelli non abbastanza “pastorali”, quelli che si battevano contro l’aborto e la cultura gender. Evitare di proporli per promozioni o al cardinalato. Non tenere in conto, per la creazione di nuovi vescovi, dei suggerimenti che dovessero venire dagli appartenenti alla lista dei reprobi. Così come guardarsi da proposte e suggerimenti episcopali di alcune realtà troppo conservatrici…

Lo scandalo McCarrick ha portato alla luce però che la Chiesa “progressista” americana, o per meglio dire, la sua ala liberal e marciante, ha padri molto discutibili. Uno dei consiglieri di Jorge Mario Bergoglio era – e forse è ancora – quel cardinale Roger Mahony che il successore, mons. Gomez (ancora non cardinale, probabilmente perché dell’Opus Dei) sollevò da incarichi pubblici ed episcopali in seguito alla scoperta, tramite documenti, del suo ruolo nella copertura di abusi da parte di sacerdoti. Un brutto affare. Come lo era stato quello di un’altra stella dell’universo progressista cattolico americano, Rembert Weakland, benedettino, arcivescovo di Milawaukee, che pagò 450mila dollari a un suo amante (maschio) per tacitare le sue pretese. 

Ma il caso McCarrick è ancora più pesante, da un punto di vista di politica ecclesiale. Grazie a McCarrick è diventato arcivescovo di Chicago – e cardinale – Blaise Cupich. Cupich è un fan e protettore del gesuita attivista LGBT James Martin. Cupich ha pubblicato, sulla questione degli abusi, un lungo intervento sul website della diocesi; e riesce a non usare una sola volta la parola “omosessualità”, quando è evidente – e lo era sin dai tempi  del rapporto del John Jay College – che l’80 per cento dei preti condannati per abusi all’epoca erano omosessuali.  Grazie alla sponsorizzazione di McCarrick è diventato cardinale di Newark (giusto per opporlo a Dolan…) Joseph William Tobin. E sempre di quel gruppo fa parte il card. Kevin Farrell, nominato prefetto del dicastero dei Laici, Famiglia e Vita. Farrell, che ha vissuto nello stesso appartamento con McCarrick per sei anni (sei anni!) e sostiene di non essersi mai accorto delle inclinazioni del suo protettore…Farrell che fa parlare al Meeting Mondiale delle Famiglie James Martin, sj, sul tema dell’accoglienza alle famiglie LGBT!

E McCarrick trascina con sé un altro capofila dell’ala progressista dei vescovi americani. Cioè il cardinale arcivescovo di Washington, Donald Wuerl. Di cui molti chiedono le dimissioni – dovute, a nostro modesto parere – a causa della sua gestione di preti abusatori quando era arcivescovo di Pittsburgh. Ma che aveva anche nella sua diocesi McCarrick, quando gli è succeduto come arcivescovo di Washington. E se è vero – come ci dicono – che Benedetto XVI avesse imposto, a causa di denunce e lettere, a McCarrick una vita riservata, senza celebrazioni pubbliche e strettamente privata, bisogna vedere se e come Wuerl abbia fatto rispettare la consegna. Certamente sembra che l’operazione “America” del Pontefice si basi su pilastri più marci di quelli del ponte Morandi. E la gente, in America, se ne sta accorgendo, come dimostra la rivolta di molti soci della Papal Foundation, qualche mese fa.