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SIRIA

I russi ampliano la loro presenza in Siria

Nonostante la tragica perdita del Coro dell'Armata Russa (precipitato nel Mar Nero, a bordo di un aereo militare), i russi possono ben festeggiare una vittoria strategica: la presa di Aleppo in Siria. E' solo l'inizio e non la fine della loro presenza nel paese arabo. Che rimarrà, presumibilmente, sotto la tutela militare di Mosca.

Esteri 27_12_2016
Assad e Putin

La Russia ha osservato ieri una giornata di lutto nazionale per commemorare i 92 morti, per lo più militari, dell’ancora misterioso incidente occorso al Tupolev Tu-154 schiantatosi sul Mar Nero mentre era in volo da Sochi alla Siria.

Sul velivolo anche il celebre coro dell’Armata Russa che avrebbe celebrato il nuovo anno con uno spettacolo nella base russa di Hmeymin con le truppe di Mosca schierate nel Paese mediorientale (oltre 5 mila uomini). Vladimir Putin ha chiesto "un'attenta indagine" per determinare le cause del disastro. Secondo le agenzie russe, sono allo studio tutte le possibili ipotesi, ma il ministro dei Trasporti, Maxim Sokolov, ha reso noto che quelle più probabili al momento sono l'errore del pilota o un guasto tecnico. Le ipotesi - ha specificato - non includono "l'idea di un attacco terroristico". Anche l'agenzia Ria, citando una fonte della sicurezza non identificata, ha scritto che dai dati preliminari risulta che l'aereo si sia schiantato a causa di un malfunzionamento tecnico.  Le scatole nere non sono state ancora trovate e le squadre di emergenza hanno lavorato tutta la notte per individuare nel Mar Nero, al largo di Sochi, i detriti. Più di 3.000 persone, tra cui 100 sommozzatori, attrezzati con equipaggiamento idroacustico, sono arrivati da tutta la Russia e sono impegnati nella ricerche insieme a 32 navi e diversi elicotteri. I sommozzatori hanno ispezionato la fusoliera, individuata a 1,7 chilometri dalla costa e a una profondità di 27 metri; e stanno valutando le opzioni per riportarla in superficie.

La recente vittoria strategica conseguita dalle ruppe russe, siriane e alleate ad Aleppo sembra coincidere con un ulteriore rafforzamento della presenza militare di Mosca in Siria. Le forze di Assad hanno assunto il pieno controllo di Aleppo dopo che l’ultimo convoglio militare dei ribelli ha lasciato i quartieri orientali della città il 22 dicembre. Circa 40.000 persone, tra miliziani, loro famigliari e civili hanno lasciato la città per raggiungere la zona di Idlib ancora controllata dai ribelli. Migliaia di persone sono scese in strada ad Aleppo ovest per festeggiare la riconquista completa della seconda città della Siria da parte delle forze fedeli al governo. Spari celebratori sono esplosi nella città e la folla ha riempito le strade non appena l’esercito ha annunciato che gli ultimi ribelli avevano lasciato Aleppo Est. La parte occidentale della città è stata sotto il controllo delle forze di Assad durante il conflitto e ha subito anche pesanti danni per i colpi di mortaio in termini di perdita di vite umane e distruzioni materiali.

Auto piene di persone hanno sfilato in corteo suonando i clacson nelle piazze della città. Alcuni hanno portato in corteo le immagini di Assad e le bandiere della Siria e della Russia, che ha contribuito a questa vittoria di Assad con i suoi raid aerei. Il ruolo di Mosca esce quindi rafforzato anche in termini di consenso popolare dalla battaglia di Aleppo, grazie anche allo sforzo umanitario compiuto da Mosca (a fianco dell’impegno militare) che ha fornito aiuti alla popolazione in misura molto maggiore di qualunque altre organizzazione nazionale o internazionale.

Uno smacco politico e simbolico per l’amministrazione Obama e l’Europa che hanno continuato fino all’ultimo a sostenere i ribelli che ad Aleppo Est erano rappresentati per la stragrande maggioranza da milizie jihadiste per lo più qaedisti e salafiti. “Alleati” imbarazzanti per un Occidente che deve fare i conti con un terrorismo islamico sempre più aggressivo, soprattutto oggi che da Aleppo Est giungono le notizie del ritrovamento delle prime fosse comuni contenenti resti dei tanti civili uccisi a sangue freddo dai ribelli. "Abbiamo trovato fosse comuni con decine di corpi di persone che avevano subito torture e mutilazioni", ha detto Igor Konashenkov, portavoce del ministero della Difesa russo, segnalando che probabilmente si tratta soltanto dei primi tragici rinvenimenti di questo tipo. "E' stata una scoperta scioccante: nelle fosse ci sono parti di corpi umani e quelli rinvenuti integri portano i segni di esecuzione con un colpo alla testa".

Mentre in Europa si continua a chiacchierare circa il possibile invio di osservatori ad Aleppo, i russi hanno schierato nei quartieri liberati della città un battaglione di 400 uomini della polizia militare che assisterà le autorità siriane a organizzare e mantenere il processo di composizione politica nelle città sconvolte dalla guerra. Il ministero della Difesa di Mosca ha annunciato che il dispiegamento del battaglione ha lo scopo di mantenere la sicurezza e l’ordine ma anche di garantire la sicurezza dei militari russi del centro di riconciliazione, degli specialisti del centro russo internazionale di sminamento nonché del personale degli ospedali mobili e dei convogli umanitari che arrivano nella città di Aleppo.

A completare le notizie sul rafforzamento militare russo in Siria giunge la conferma che verrà ampliata la base navale della Marina Russa a Tartus. Vadimir Putin ha firmato una direttiva con la quale si ordina di stipulare con il regime siriano un accordo per “l’ampliamento, lo sviluppo e la modernizzazione” delle strutture portuali e militari della base navale di Tartus, l’unica di cui la Russia dispone nel Mediterraneo, e che dovrà in tal modo assumere un carattere permanente.

L’intesa con Damasco servirà inoltre a favorire l’accesso delle navi da guerra russe alle acque territoriali, a quelle interne e agli altri porti della Siria. A quanto pare quindi il regime di Damasco resterà a lungo sotto la tutela militare di Mosca.