Governo Conte, bis. Lega e M5S non hanno più alibi
Dopo quasi 90 giorni di stallo, la legislatura finalmente parte. Il governo tra Movimento Cinque Stelle e Lega decolla. Il premier sarà il professor Giuseppe Conte. Dentro anche Savona, agli affari comunitari. Ora Lega e Cinque Stelle non hanno più alibi. Devono dare attuazione al Contratto.
Dopo quasi 90 giorni di stallo, la legislatura finalmente parte. Il governo tra Movimento Cinque Stelle e Lega decolla. Il premier sarà il professor Giuseppe Conte, che nei giorni scorsi, dopo aver ricevuto l’incarico dal Presidente della Repubblica, aveva dovuto rimetterlo nelle sue mani, a causa del veto quirinalizio su Paolo Savona, destinato al Ministero dell’Economia.
Il compromesso trovato conserva Savona al governo, ma nel ruolo di Ministro delle politiche comunitarie, e punta su Giovanni Tria, presidente della Scuola nazionale dell’amministrazione e professore ordinario di economia politica all’Università di Tor Vergata per il delicato dicastero di Via XX Settembre. Pare che Tria, che ha collaborato col forzista Renato Brunetta quando era ministro dei governi Berlusconi, sia favorevole alla flat tax ma dubbioso sul reddito di cittadinanza.
Anche gli altri tasselli del puzzle governativo vanno a posto, dopo 4 ore di vertice tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini: agli Esteri va Enzo Moavero Milanesi; Vicepresidente del Consiglio e Ministro del Lavoro e Sviluppo Luigi Di Maio; Vicepresidente del Consiglio e Ministro dell'Interno Matteo Salvini; ai Rapporti con il Parlamento e democrazia diretta: Riccardo Fraccaro (M5S); alla Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno (Lega); agli Affari regionali Erika Stefani (Lega); al Sud Barbara Lezzi (M5S); ai Disabili Lorenzo Fontana (Lega); alla Giustizia Alfonso Bonafede (M5S); alla Difesa Elisabetta Trenta (M5S); alle Politiche agricole Gian Marco Centinaio (Lega); alle Infrastrutture Mauro Coltorti (M5S); all’Istruzione Marco Bussetti (Lega); ai Beni culturali Alberto Bonisoli (M5S); alla Salute Giulia Grillo (M5S). Il numero due della Lega, Giancarlo Giorgetti diventa sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.
Dunque il Presidente del Consiglio incaricato, Carlo Cottarelli ha rimesso il mandato che Mattarella gli aveva conferito per costituire un governo tecnico e ha fatto i suoi sinceri auguri al nascente esecutivo Conte, precisando che .
Ma tra gli ostacoli che Di Maio e Salvini hanno dovuto superare prima di poter ufficializzare l’accordo di governo c’è stato, oltre al nodo Savona, anche quello legato al possibile ingresso nel governo di Fratelli d’Italia. Ieri si era affacciata la concreta possibilità che Giorgia Meloni o Guido Crosetto diventassero ministri e la casella a loro assegnata da alcuni rumors era quella di ministro della difesa. Ma i veti provenienti soprattutto da ambienti pentastellati hanno stoppato quella possibilità. Il partito della Meloni sulla fiducia si asterrà e, al pari di Forza Italia, valuterà provvedimento per provvedimento, senza preconcetti, le iniziative governative, decidendo di volta in volta se sostenerle o osteggiarle.
Il Pd, invece, si prepara alle barricate. Proprio ieri Walter Veltroni ha invitato i dem a riorganizzarsi e a puntare su Paolo Gentiloni per rilanciare l’azione politica del Pd. Ma il cammino sarà lungo e tortuoso. Intanto, però, i toni usati dai vertici del Pd dopo l’ufficializzazione dell’accordo Lega-Cinque Stelle sono stati pesanti: . Forza Italia, invece, ribadisce che il centrodestra resterà unito e che questo governo non allontanerà la Lega da Forza Italia.
Ora Lega e Cinque Stelle non hanno più alibi. Devono dare attuazione al contratto scritto per l’Italia e per gli italiani e affrontare fin da subito le emergenze soprattutto economico-finanziarie che preoccupano il Paese e allarmano i partner europei.
Il giuramento dei ministri al Quirinale avverrà già oggi, il che assume un significato simbolico alla vigilia dell’inizio delle celebrazioni per la Festa della Repubblica. Dopo le tensioni degli ultimi giorni torna dunque il sereno e si scongiurano ulteriori lacerazioni sociali e politiche. Rimane però l’incognita delle reazioni dei mercati.