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GIOVANI E SANTI

Giulia, la giovane Sposa che ha vinto la morte con Gesù

«Dobbiamo dire grazie al Signore, solo GRAZIE!». A pronunciare queste parole è una ragazzina di 14 anni sul letto d'agonia, dopo il calvario di un tumore che l'ha consumata nel giro di due anni. Eppure è stato chiaro a tutti: Giulia Gabrieli ha vinto. E' salità al Cielo di corsa, a piedi nudi e con un sorriso luminoso. Perchè quel «Dio Amore» che l'aveva scelta come Sposa già in terra, le ha regalato il Paradiso per l'eternità.

Cultura 10_06_2018
Giulia Gabrieli

«Noi a Dio chiediamo sempre qualcosa, ma non pensiamo mai a dirGli solamente grazie. GRAZIE Signore per tutto quello che fai per noi!». Così, sul letto di morte e con gli ultimi respiri a disposizione, Giulia termina la sua preghiera. La chiama “Coroncina di Ringraziamento”, affinché sia ben chiaro: nulla in questa orazione si deve chiedere a Dio, ma solo ringraziarLo e lodarLo. Il risultato è una dolcissima melodia d’Amore al Padre che Giulia arriva a ringraziare anche per «l’ottima salute». Proprio lei che, a soli 12 anni, è stata travolta da un tumore che stroncherà la sua vita dopo due anni di durissimo calvario. Sì, parrebbe una completa follia. Ma Giulia non parla del corpo, lei parla della salute della sua anima che, convolata a nozze con lo Sposo già in terra, gode libera sulle vette dell’Amore. Proprio al culmine dell’agonia, Giulia vuole scrivere l’ultimo Grazie a Gesù perché «sulla croce ci ha donato la sua giovane Madre”. Qualche ora dopo aver concluso la sua preghiera, termina anche il suo cammino su questa terra: il 19 agosto 2011, Giulia Gabrieli, a soli 14 anni, sale in Paradiso con il sorriso sulle labbra e i piedi nudi «per sentire quanto sono soffici le nuvole sotto i piedi».

DIO AMORE

Per capire chi sia Giulia, quella ragazzetta nata a Bergamo il 3 marzo 1997, basterebbe guardare i pochi minuti di video che lei stessa ha girato circa un mese prima della sua dipartita. Il suo viso è visibilmente gonfio di cortisone e il suo corpo porta i segni di un calvario di cure, terapie e operazioni: due anni interi per tentare l’impossibile, data l’aggressività del tumore alla mano e la giovanissima età che velocizza lo sviluppo del male. Eppure, nel vederla, tutto ciò pare impossibile a dirsi: Giulia emana una luce, una bellezza, una fierezza che fanno invidia al più sano tra i sani. I movimenti del suo volto, il suo sguardo, la sua voce, tutto è come rapito da un Amore tanto grande da essere palpabile in quella quattordicenne che porta dentro la sapienza dello Spirito Santo: «Quando sarò guarita» dice con naturalezza disarmante a pochi giorni dalla sua morte, «se guarirò», si corregge poi senza grande importanza, «devo fare assolutamente qualcosa per i giovani che non hanno ancora conosciuto questo grande Amore per il Signore. L'Amore è il più grande e il più bello tra i sentimenti, l'Amore racchiude tutto". Poi, con la voce sospesa tra la terra e il Cielo e con lo sguardo inebriato dalla Verità, spiega: «Io faccio un pensiero d'amore, faccio un gesto d'Amore, provo Amore nel parlare, provo serenità, provo allegria: tutto è Amore. Tutto porta all'Amore. E guarda a caso, Dio si chiama Amore. Per me la parola Amore potrebbe essere proprio un modo per chiamare il Signore: Dio Amore, Dio Signore, Amore, Papà». Ma da dove viene tanta sapienza in quella che è poco più che una bambina? E come sono possibili quelle parole recitate nella sofferenza più acuta?

FAME DI VITA

Ciò che più sconvolge nel sentirla parlare è la sua semplicità. E’ scoprire che il segreto di tanta sapienza Giulia lo incontra, giorno dopo giorno, nella realtà: «Noi non ci rendiamo conto di quanto quello che abbiamo valga veramente. Quando le cose ti vengono a mancare ti accorgi ancora di più di quanto siano importanti, profonde e servano per andare avanti». Frasi fatte? Non per Giulia che nel tumore avanza con il sorriso che cresce sulle sue labbra. Ma Giulia è così, è sempre stata così: “piena di vita”, come lo sono tutti i bambini ancora vergini del mondo e plasmati dell’originale Verità: «Lei faceva tutto con entusiasmo – racconta papà Antonio -  andava a scuola con entusiasmo…se andava a fare la spesa, la viveva con entusiasmo. In ciò che faceva metteva un entusiasmo che era contagioso perché ti faceva sentire come se stessi vivendo sempre qualcosa di veramente importante». E nemmeno la feroce malattia riesce a spezzare questo teorema di vita, il cui sigillo è impresso nel suo giovane cuore: «Giulia adorava fare shopping - racconta la mamma -  a pochi giorni dalla sua partenza per il Cielo c'erano i saldi e lei non si era fatta scappare l'occasione. Era indecisa, così aveva voluto comprare due tute e poi ci aveva riso su: "non so nemmeno se le potrò mettere"». Sapeva bene Giulia che non avrebbe vissuto ancora a lungo, ma tanto le bastava: questa vita la amava immensamente, la gustava tutta nel presente, dalle cose più alte fino a quelle banali, che per lei banali non erano mai. Persino nei momenti più difficili Giulia riesce a prendere la Forza dalla vita stessa, a scoprirla proprio lì, dentro alla sua ordinarietà: “Se continui a pensare sto male, povera me, ti deprimi e stai sempre peggio. Se ci fai sopra una risata e dici: bene oggi è andata come è andata, basta, adesso pensiamo al presente! Ora sto bene?  Allora mi godo questo momento. Ora sto male? Ok, speriamo che domani io possa stare meglio. E andare avanti. Perché la vita è bellissima. La cosa che Dio ha creato, la cosa più bella al mondo è la vita!”. E ancora: «Ciò che mi spinge a continuare ad andare avanti, siete proprio voi. Perché se io vedo tante persone intorno a me che mi dicono “Vai Giulia, vai avanti, dai che ce la farai!” questo mi fa pensare che allora io sono importante, che davvero vale la pena combattere e andare avanti!». La giovane sta parlando dei familiari, dei medici e dei tanti amici che le sono vicini giorno per giorno. E ancora una volta, con estrema naturalezza, dice un’altissima verità, oggi sempre più dimenticata e tradita: il dolore più duro, anche quello che pare insopportabile, è degno di essere vissuto se accompagnato, abbracciato e amato.

CON LA MAMMA CELESTE DA GESU’

«Ma Dio dov'è? Adesso che sto malissimo, ho addosso di tutto, Dio dov'è? Lui che può fare grandi miracoli, può alleviare tutti i dolori perché non me li leva? Dov'è?». Arriva l’ora della notte oscura. Giulia che è sempre stata gioiosa anche nel dolore, lei che ha sempre pregato per tutti tranne che per se stessa, lei che al posto della collanine colorate porta al collo il Rosario della Madonna che recita ogni giorno, ebbene, ora che il dolore si fa insopportabile e le speranze di guarigione clinica si fanno nulle, Giulia cade nel buio. A rialzarla da terra sarà proprio la mano della Mamma Celeste che le viene incontro. Accade un giorno. Giulia è a Padova per via della radioterapia e, data l’angoscia che porta dentro, decide di andare sulla tomba di Sant’Antonio. D’un tratto, mentre è inginocchiata davanti alla statua del Santo, una signora, mai vista prima, le mette la mano sopra la sua mano malata. «Non mi ha detto niente – racconterà lei stessa - ma aveva un'espressione sul volto come se mi volesse comunicare: forza, vai avanti, ce la fai, Dio è con te! Sono entrata arrabbiata, in lacrime, proprio in uno stato pietoso, sono uscita dalla basilica con il sorriso, con la gioia che Dio non mi ha mai abbandonata. Ero talmente disturbata dal dolore che non riuscivo a sentirlo vicino, ma in realtà penso che lui mi stesse stringendo fortissimo. Quasi non ce la faceva più!». Arriva anche l’attesissimo viaggio a Medjugorje come regalo per i suoi 14 anni: «Da quel viaggio in poi – spiega papà Antonio - per Giulia non sarà più un cammino, ma una vera e propria corsa tra le braccia di Gesù». La verità è che Giulia non ha accetto la malattia, Giulia l’ha proprio abbracciata. E la Mamma celeste l’ha accompagnata dritta da Suo figlio: «Sia fatta la Tua volontà Signore! Sia fatta la Tua volontà Signore!» è la frase che più ripete negli ultimi tempi, prima di salire al Cielo.

GIULIA E I GIOVANI

La mattina del 19 agosto 2011, il vescovo di Bergamo, Francesco Beschi, che con Giulia aveva intessuto un dialogo fitto e confidenziale, racconta la storia di Giulia ai mille e più ragazzi bergamaschi riuniti per la Giornata Mondiale della Gioventù a Madrid. Quella stessa sera, durante la Via Crucis dei Giovani, arriva la notizia: Giulia è andata in Paradiso. Ci è andata di corsa e a piedi nudi «per sentire come sono soffici le nuvole e attraversale quel cancello dorato, oh…. è bellissimo!».

Possa la luminosissima vita di Giulia essere luce per tanti ragazzi che come lei ardono del desiderio di trovare l’unico Cibo che sazi la loro fame di vita. E GRAZIE Signore, Lode a Te perché attraverso Giulia, ancora una volta ci hai parlato del tuo Amore per noi.