Gay, la Chiesa tedesca suona la marcia nuziale
La Chiesa tedesca apre la partita per un riconoscimento delle “nozze” gay. Niente matrimonio, ma una benedizione. L'affondo dei pro family: “Il progressismo tedesco vuole cancellare tutto l’insegnamento cattolico e creare una religione nuova”.
La chiesa tedesca apre ufficialmente la campagna per arrivare a qualche sorta di riconoscimento ecclesiale delle coppie omosessuali. Dopo la spinta vero i divorziati risposati, culminata nell’Amoris Laetitia, e mossa potentemente dal cardinale Walter Kasper, nel tentativo di colmare, abbassando le asticelle della dottrina e della morale, i buchi che ogni anno si aprono sempre più ampi nelle fila dei fedeli, cerca nuove strade.
L’ultima uscita in questo senso è del Vicepresidente della Conferenza Episcopale tedesca, mons. Fraz-Josef Bode, che ha chiesto che si discuta della possibilità di benedire le relazioni omosessuali, perché crede che in queste relazioni “ci sia molto di positivo”.
Questa nuova iniziativa in realtà fa seguito a un’intervista concessa dal card. Reinhard Marx, presidente della Conferenza episcopale, all’Herder Korrespondenz. Marx oltre a essere uno dei consiglieri più ascoltati dal Pontefice regnante, fa parte del C9, la commissione di cardinali incaricata di studiare la riforma della Chiesa e della Curia.
Marx propone che la Chiesa cattolica ridiscuta il suo pensiero, e insegnamento, in fatto di morale sessuale, e abbandoni atteggiamenti di “rigorismo cieco”. Secondo il porporato sarebbe difficile dire dall’esterno se qualcuno è in stato di peccato mortale. Un principio che si può applicare sia agli uomini e alle donne in situazioni irregolari, ma anche a chi vive una relazione omosessuale. È evidente da un lato l’influsso dell’ambiguità creata dalle noticine di Amoris Laetitia, e dall’altro il voluto abbandono dei criteri chiaramente stabiliti da quella che fino a prova contraria è la “Magna Charta” dell’essere cattolici, cioè il Catechismo.
Per Marx ci “deve essere rispetto per una decisione presa in libertà”, e “per la coscienza di ciascuno”. Non solo: bisogna tenere conto delle “circostanze concrete”, e ricordarsi della “responsabilità di ciascuno alla luce del Vangelo”. Anche se naturalmente “bsogna anche ascoltare la voce della Chiesa”.
Mons. Bode invece parlava al giornale Neue Osnabrücker Zeitung. “Credo che dobbiamo discutere di questo problema più in dettaglio all’interno della Chiesa”; perché, ha aggiunto, non serve “continuare a mantenere il silenzio” su questi temi. La proposta di cui vorrebbe discutere riguarda una qualche forma “benedizione” per le coppie omosessuali, anche se questa non deve essere scambiata per un matrimonio. Si chiede Bode, rispetto alle coppie omosessuali: “Come rendamo loro giustizia? Come le accompagniamo pastoralmente e liturgicamente? Più in generale Bode, che ha partecipato ai Sinodi sulla Famiglia suggerisce di riconsiderare la posizione della Chiesa nei confronti dell’omosessualità attiva, che è considerata peccato grave. “Dobbiamo riflettere sul problema di come giudicare in un modo differenziato la relazione fra due persone omosessuali. Non c’è in essa così tanto di positivo, e di buono e di giusto, così che dobbiamo essere più giusti?”.
Al vescovo ha risposto Mathias von Gersdorff, un noto attivista cattolico in campo di vita e famiglia, oltre scrittore, che commenta sul suo blog le parole di Bode, e avverte “i cattolici tedeschi ortodossi” a essere pronti: “Il progressismo tedesco non vuole solo cambiare qua e là alcune cose, vuole cancellare tutto l’insegnamento cattolico e creare una religione fondamentalmente nuova”. L’intervista di Bode “introduce una nuova fase di distruzione”, e conclude: “Il cattolico ‘normale’ è perplesso e si chiede: quanto a lungo la Chiesa cattolca in Germania può continuare su questo cammino di distruzione e continuare a essere chiamata cattolica? Quando si giungerà a punto in cui ci sarà il dovere morale di rifiutarsi di pagare la tassa alla Chiesa?”.