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FILM CATTOLICI

Festival Mirabile Dictu, vincono la Polonia, Wojtyla e la realtà

International Catholic Film Festival Mirabile Dictu. Questa volta in un’edizione speciale, solo online, la rassegna ha raccolto contributi da registi di tutto il mondo. Vince la Polonia con Il giorno dell'ira. Papa Wojtyla con Giovanni Paolo II è ancora vivo, Medjugorje, con il documentario Medjugorje, terra di fede e il volontariato a favore dei senza tetto di Chicago, con Io ho un nome

Cultura 04_12_2020
Il giorno dell'ira

Nonostante il Covid-19, si è tenuto anche nel 2020, a fine novembre, l’International Catholic Film Festival Mirabile Dictu. Questa volta in un’edizione speciale, solo online e non in presenza a Roma, come nelle edizioni precedenti, la rassegna ha comunque raccolto contributi da registi di tutto il mondo. Il festival, fondato e presieduto dalla regista Liana Marabini, gode dell’Alto Patronato del Pontificio Consiglio per la Cultura ed è aperto a film, documentari, docu-fiction, serie tv, cortometraggi e programmi a tema cattolico. La Polonia e Giovanni Paolo II (che qualcuno vorrebbe non fosse mai stato canonizzato) sono stati i protagonisti, assieme a Medjugorje e ai volontari di Chicago. Prevale la realtà sulla narrativa: due dei quattro premi (regia e cortometraggio) sono stati assegnati a due reportage, oltre al premio miglior documentario e il premio speciale della Capax Dei Foundation assegnato a un quarto documentario.

Il premio al Miglior Film è stato assegnato a Dzien gniewu (Il giorno dell’ira) un film polacco, lavoro televisivo, trasmesso l’anno scorso, ancora totalmente sconosciuto da questa parte dell’Europa. Il lungometraggio del regista Jacek Raginis Królikiewicz, racconta la storia di un giovane ebreo in fuga dalla liquidazione del ghetto di Varsavia da parte dei nazisti, nel 1943. Trovando rifugio in un monastero, chiede asilo. I monaci sono così posti di fronte ad una scelta difficile: salvare una vita umana, pur rischiando di essere uccisi, poiché chiunque dava asilo a un ebreo era condannato a morte sotto l’occupazione nazista? La Seconda Guerra Mondiale è un tema usato e abusato da tutti i registi (oltre 1500 titoli in 80 anni), ma il film, contrariamente a molti altri ambientati nello stesso periodo e con lo stesso soggetto, è stato premiato anche perché non dà risposte facili e non dipinge personaggi stilizzati in modo manicheo.

Il premio al Miglior Regista è andato invece allo spagnolo Antonio Olivié per il documentario John Paul II is Still Alive (Giovanni Paolo II è ancora vivo). Il regista è un giornalista, direttore dell’agenzia giornalistica televisiva Rome Reports. Non ha dedicato la sua pellicola alla vita del pontefice santo, ma a quella delle persone che sono vive e in salute grazie alla sua intercessione: è la storia dei miracoli, avvenuti dopo la morte di papa Wojtyla, grazie alla sua intercessione. Fra i miracolati viene intervistata una suora francese, affetta da Parkinson e una donna del Costa Rica colpita da un aneurisma cerebrale. Perché sia chiaro (anche ai polemici che non lo vogliono più considerare santo) che Giovanni Paolo II “è ancora vivo”, anche se non in questo mondo.

Storie di fede sono al centro anche del documentario Medjugorje Land of Faith (Medjugorje, terra di fede) dell’italiano Pietro Pellizzieri, che ha vinto il Premio Miglior Cortometraggio. E’ un reportage, che i critici cinematografici dipingono come un lavoro serio e obiettivo, sui luoghi delle apparizioni mariane che si susseguono dal 1981, terra di pellegrinaggi e di conversioni.

Infine, per una Chiesa “povera e per i poveri”, non poteva mancare un omaggio a chi si occupa quotidianamente degli homeless di Chicago. I Have a Name (Io ho un nome), premio Miglior Documentario, è un reportage diretto da Lucia Mauro sull’opera della Chicago Help Initiative (Chi). L’organizzazione di volontariato provvede, non solo, a cibo, ristoro e igiene dei senzatetto della grande metropoli americana, ma anche al loro reinserimento nella società, tramite l’educazione e la formazione al lavoro. Il reportage, recentissimo, mostra anche come la Chi si sia adattata ad operare anche nelle difficili condizioni del Covid-19

Il Premio speciale della Capax Dei Foundation è andato a Formation del regista statunitense John P. Kloess: quindici uomini che raccontano la loro esperienza di discernimento vocazionale nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, accompagnando lo spettatore attraverso le fasi della formazione e spiegando il loro scopo all’interno del movimento francescano.