Deriva ecumenista: Santa Brigida "testimone" degli "sposi" gay
In una chiesa oggi luterana, ma che occasionalmente viene lasciata al culto cattolico e che custodisce i resti mortali di S. Brigida, viene celebrato un "matrimonio" gay.
L’infatuazione anche italiana di vescovi, preti e teologi per il luteranesimo non dovrebbe far dimenticare a quale approdo porterà questo ecumenismo di facciata, ma che svilisce la sostanziale verità della fede. Se l’albero si riconosce dai frutti, i frutti dell’eresia protestante vanno indagati laddove il luteranesimo ha avuto la possibilità di “comandare” sostituendosi alla fede cattolica, il più delle volte con la violenza.
Basta andare ad esempio in Svezia. Precisamente a Vadstena, tre ore di macchina a sud ovest di Stoccolma, dove il connubio tra cattolicesimo e luteranesimo viene presentato come una buona relazione di vicinato, salvo però accorgersi che dall’ecumenismo si è passati all’affronto della fede cattolica in un’ossimorica occupazione degli spazi. Le immagini che pubblichiamo si riferiscono ad un matrimonio gay celebrato in uno dei luoghi più significativi di Svezia nei giorni scorsi: l’abbazia di Vadstena (klosterkyrkan), detta anche la chiesa blu (Blåkyrkan), oggi luterana, ha ospitato la celebrazione dell’unione omosessuale. Nulla di strano, se non fosse che il tempio ospita tutt’ora e da quasi 700 anni le reliquie di Santa Brigida, la mistica proclamata da San Giovanni Paolo II Papa patrona d’Europa.
Ma andiamo con ordine.
Il matrimonio “omo” risale al 23 settembre scorso. A immortalare la scena un fotografo italiano, Daniele Calisesi, che si era recato con la moglie per visitare il tempio e pregare sulla tomba di Santa Brigida. L’immagine del matrimonio gay lo ha impensierito, così come una mostra con donne che si baciano e la bacheca che pubblicizzava iniziative di pride omosessuale.
Lo stupore si è fatto sconcerto quando il turista ha appreso dal pastore che celebrava l’unione, che la chiesa in realtà dai tempi della Riforma era passata sotto il controllo della Chiesa di Stato. Stiamo parlando di un santuario cattolico fatto costruire da una delle figlie di Santa Brigida dove sin dall'antichità andavano i cristiani da tutto il nord Europa prima di iniziare il pellegrinaggio per recarsi a Roma e/o in terra Santa. Una tradizione che c’è ancora oggi. Solo che il controllo luterano del tempio impone anche questo genere di derive.
Eh sì che la chiesa era stata fatta costruire con annesso monastero delle suore Brigidine su volontà della figlia di Brigida che aveva fatto traslare il corpo della madre da Roma, dove era morta, perché diventasse il simbolo della chiesa svedese. Oggi, considerata la volontà di seppellire la santa mistica nel suo Paese natale, risulta quanto meno un affronto alla santa.
Ma da queste parti non è che ci si faccia più di tanto caso. Anzi: sempre nell’ottica dell’ecumenismo spinto viene da chiedersi come mai i resti mortali di Santa Brigida debbano vedere questo triste spettacolo.
La Nuova BQ ha cercato di capirci qualche cosa e ha scoperto che periodicamente la chiesa viene prestata anche ai cattolici. Nel 2013 ad esempio nel tempio si è celebrata una messa in forma straordinaria, mentre nel 2009 il tempio ha ospitato la conclusione di un pellegrinaggio con una partecipata adorazione eucaristica. Nel 1989 durante il suo viaggio apostolico in Svezia, Giovanni Paolo II chiese di pregare davanti alle spoglie di Santa Brigida prima di celebrare messa all’esterno. Dieci anni dopo l’avrebbe proclamata Patrona d’Europa.
Da queste parti si chiamano “ragioni di ecumenismo”: è sulla base di questo che si generano perversi corti circuiti che vedono un giorno la chiesa ospitare una messa cattolica e il giorno dopo, tornata in mano ai luterani, un matrimonio gay.
E’ Padre Fredrik Emanuelson OMI, vicario generale della diocesi di Stoccolma a confermare alla Nuova BQ che le spoglie mortali di Santa Brigida ci sono ancora e sono meta di numerosi pellegrinaggi da parte di fedeli che credono di trovarsi dentro un tempio cattolico, come è accaduto al nostro fotografo. “Per essere una chiesa luterana hanno preservato molto dal tempio cattolico e tanti visitatori pensano di entrare in una chiesa cattolica”.
Insomma: la chiesa viene così prestata ai cattolici per l’alto valore simbolico che rappresenta e pazienza se dentro il tempio viene violato con liturgie eretiche. A queste fredde latitudini la cosa va anche bene così perché storicamente per i cattolici le cose andavano ancor peggio: “Era la chiesa del grande monastero brigidino di Vadstena, secondo la visione di S. Brigida. Nel 1595 il monastero è stato chiuso dallo stato e le ultime suore sono state mandate in esilio. Nel 1617 secondo lo statuto di Örebro è stata imposta la pena di morte per i cattolici, e soltanto in 1977 la legge è stata cambiata per permettere la riapertura di monasteri in Svezia”. Infatti poco distante dalla chiesa si trova la cappellina delle suore brigidine, che, però, sono costrette ad entrare nel tempio luterano per pregare sulla tomba della loro fondatrice. Si può ben immaginare che cosa accadrebbe se una suora dovesse entrare per invocare la protezione della santa e trovarsi di fronte ad un matrimonio gay. Però, dato che da queste parti ci si accontenta che la pena di morte per i cattolici sia stata tolta, risulta persino una consolazione. In confronto l’affronto di una chiesa e una santa violati con le nozze gay e l’omosessualismo spinto non dovrebbe creare problema.
Invece il problema lo crea ed è significativo come, a denunciare questo fenomeno, non sia stato uno svedese, forse già assuefatto dal mito dell’ecumenismo inteso come appiattimento della fede cattolica alla confessione luterana, ma da un italiano che, evidentemente digiuno di queste contaminazioni, ha pensato di suonare il campanello d’allarme, contattando la Nuova BQ.
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