Comunione in ginocchio, censurata la notizia "proibita"
Riportando il discorso del Papa sulla distribuzione della Comunione, alcuni giornali hanno usato le sue parole sulla ricezione in mano per contrapporle a quelle del cardinal Sarah, che auspicava un ritorno alla forma in ginocchio e in bocca. Ma nella foga hanno censurato la vera notizia, perché anche Papa Francesco ha ribadito che questa forma antica è consentita. Ma oggi molti la osteggiano.
-COSI' E' STATA IMPOSTA LA COMUNIONE IN MANO di Luisella Scrosati
Comunione in ginocchio o in piedi? In bocca o in mano? La Nuova BQ se n’è occupata anche recentemente pubblicando la prefazione del prefetto del Culto Divino Robert Sarah al libro di uno studioso sulla genesi della pratica della distribuzione della comunione in mano. Le parole di Sarah costituiscono un ragionamento teologico e sacramentale molto articolato che tiene conto anche degli abusi con i quali la pratica della comunione in mano è stata introdotta nelle Conferenze episcopali, a seguito sostanzialmente di un “golpe” di alcuni vescovi negli anni '70. Storia, sacramentaria, teologia. Il tutto per dire che, pur essendo permessa da alcune Conferenze episcopali, la comunione in mano può rappresentare un vulnus rischioso nella percezione dell’Eucarestia come presenza reale.
Ma ormai nella Chiesa sembra che tutte le questioni debbano essere appiattite solo a dinamiche politiche, di contrapposizione. Così anche quelle parole di Sarah sono state utilizzate per contrapporre il cardinale a Papa Francesco. E’ un vecchio vizio italico quello di strumentalizzare le parole per far dire tutt’altro, ma stavolta si è andati oltre perché nella foga di mettere Sarah contro il Papa non ci si è accorti che non si è nemmeno capita la notizia. E la notizia è questa: che il Papa ha detto che la comunione in ginocchio e in bocca si può fare. E’ questa la notizia vera, perché oggi non esistono casi di proibizione della comunione in mano, ma esistono invece casi, e molti, in cui i sacerdoti rifiutano ai fedeli questa antica e proficua pratica.
A qualche giornale infatti non è sembrato vero che il Papa intervenisse sulla faccenda dando così una spallata al cardinale refrattario: infatti nei titoli con i quali è stata data la notizia si è posto l'accento sul fatto che il Papa avrebbe ribadito che si può fare la comunione in mano costruendo la notizia come se si trattasse di una risposta al cardinal Sarah.
Ma leggiamo che cosa ha detto il Papa nel corso dell’udienza del mercoledì: “Secondo la prassi ecclesiale il fedele si accosta normalmente all’eucaristia in forma processionale, come abbiamo detto, e si comunica in piedi con devozione, oppure in ginocchio, come stabilito dalla Conferenza episcopale, ricevendo il sacramento in bocca o, dove è permesso, sulla mano, come preferisce (cfr OGMR, 160-161). Dopo la comunione, a custodire in cuore il dono ricevuto ci aiuta il silenzio, la preghiera silenziosa”.
“Come preferisce” fa capire quindi che ci sia una libertà di scelta. In ogni caso, Francesco non ha fatto altro che ribadire quella che è l’attuale prassi codificata dal Messale Romano riformato di Paolo VI. Insomma: una spiegazione didascalica di come ci si può accostare oggi alla Santa Comunione. Che cosa c’entra Sarah? Evidentemente per certi megafoni sempre pronti con l’artiglieria pesante del ditino puntato, il passaggio sulla comunione in mano sarebbe stato fatto proprio per rimbrottare il Prefetto del Culto divino. Il quale però non ha mai detto né scritto che la comunione in mano sia proibita, ma che, dal suo punto di vista e non solo, il modo migliore per riceverla è in bocca e in ginocchio. Rimandiamo qui per conoscere le motivazioni che hanno spinto Sarah a sostenerlo e qui a capire il perché la pratica moderna e consuetudinaria porti con sé molti rischi.
Anzitutto entrando in una visione diversa: la comunione in ginocchio e in bocca è legge universale della Chiesa, quella in mano e in piedi è un indulto concesso a suon di abusi e di forzature e il documento di Paolo VI che la permetteva solo per quelle diocesi recalcitranti non era un'apertura indiscrimninata alla pratica. Anzi, doveva servire come deterrente.
Ciò che è interessante notare oggi però, è che Sarah ha espresso, e motivato, una preferenza, per usare lo stesso linguaggio utilizzato dal Papa (“come preferisce”) e l'ha esplicitata con l’autorevolezza della sua posizione di Prefetto del Culto divino. Papa Francesco invece non ha messo in contrapposizione le due forme di ricezione, ma ha semplicemente esposto ai fedeli quali sono quelle permesse, senza prendere posizione.
Dunque il problema dove sta? Sta evidentemente nel servirsi di una affermazione lapalissiana oggi, e cioè che la comunione si può prendere in mano, tralasciando la vera notizia e cioè che anche il Papa ha ribadito in sostanza che nessun fedele può vedersi rifiutato di riceverla in ginocchio e in bocca.
Infatti il Santo Padre ha detto che solo la ricezione della comunione in mano è consentita “dove è permesso” mentre in ginocchio e in bocca è sempre permessa. E' il caso di quelle conferenze episcopali o singole diocesi che non hanno emanato provvedimenti in materia negli ultimi 40 anni. In Bolivia, ad esempio o nella Diocesi di San Luis in Argentina, dove a partire dal vescovo Laise, che non l’ha mai ammessa, si prosegue tradizionalmente.
Ma l’esperienza quotidiana di chi si occupa di queste cose sta a dimostrare che, invece, a molti fedeli oggi è negato di ricevere la Santa Ostia in ginocchio. Basta leggere le cronache o ascoltare quanto raccontano i fedeli, ultimo un caso ad Andria. Ma anche una lettrice della Nuova BQ di Bologna, ma nativa di Manfredonia, che ha scritto una lettera, che narra di una vera e propria disavventura con un sacerdote che le ha impedito fisicamente di comunicarsi secondo l’"usus antiquor”. La missiva si concludeva con una domanda-auspicio: “Che cosa ne pensa Papa Francesco?”.
Mercoledì la donna ha avuto la risposta, ma certi giornali hanno ribaltato la frittata per ragioni più politiche che ecclesiali e così la notizia non è arrivata.