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CHIESA PERSEGUITATA

Accordo Vaticano-Pechino? Per Zen si rischia lo scisma

“Papa Francesco è troppo ottimista”. Inizia così l’intervista rilasciata dal cardinal Joseph Zen, vescovo emerito di Hong Kong, all’agenzia Bloomberg, riguardo le voci su un imminente accordo fra Santa Sede e Pechino sulla nomina dei vescovi. Un accordo di questo genere potrebbe provocare uno scisma. Il cardinal Zen esprime preoccupazione anche per Hong Kong, rimasto l’unico lembo di Cina in cui i cattolici possono vivere la fede.

Ecclesia 18_09_2018
Il cardinal Joseph Zen

“Papa Francesco è troppo ottimista”. Inizia così l’intervista rilasciata dal cardinal Joseph Zen, vescovo emerito di Hong Kong, all’agenzia Bloomberg, riguardo le ultime voci su un imminente accordo fra Santa Sede e Pechino sulla nomina dei vescovi. Di fatto, spiega monsignor Zen, un accordo di questo genere potrebbe provocare uno scisma.

Secondo il cardinal Zen, 86 anni vissuti resistendo alla pressione e alla persecuzione del comunismo cinese, “il problema è che (il Papa, ndr) non conosce il governo cinese. Non ha esperienza di regimi comunisti”. L’oggetto della discussione è l’ultima voce sull’imminenza dell’accordo fra Santa Sede e Pechino, diffusa dal Wall Street Journal la settimana scorsa. Secondo queste indiscrezioni, i vescovi cinesi saranno nominati di comune accordo da Pechino e dalla Santa Sede. In pratica, se i dettagli sono veri, sarebbe la Conferenza Episcopale cinese a proporre il nome e il Papa avrebbe diritto di veto. Ma secondo il cardinal Zen “Non c’è alcuna vera Conferenza, è tutto finto, il regime mantiene il pieno controllo”. La Chiesa ufficiale cinese è controllata dalla Associazione Patriottica, emanazione diretta del Partito Comunista. Nella sua intervista a Bloomberg, il cardinal Zen mette in dubbio che si tratti di un compromesso costruttivo. “Dicono che il Santo Padre abbia sempre l’ultima parola. Quale ultima parola?” “Una volta che la Conferenza presenta il nome del vescovo al Papa, il Santo Padre cosa può fare? Porre il veto a tutti i nomi?”

Sono circa 12 milioni i cattolici in Cina. La Chiesa fedele al Papa è quella “sotterranea”, illegale in Cina e perseguitata dalle autorità. La persecuzione si è fatta ancora più intensa da quando è presidente Xi Jinping, che ha dato una stretta a tutte le religioni e ha epurato il Partito dai credenti. “Io gli ho detto (al Papa, ndr): ‘sono molto preoccupato, non per lei, Santo Padre, ma per la gente che la circonda. Ho detto: ‘Le cose che i suoi collaboratori stanno facendo – e qui ho usato una parola italiana molto brutta, ‘macchinando’ – avranno conseguenze tragiche e durature, non solo per la Chiesa in Cina, ma per la Chiesa in generale”. Quali conseguenze? Visto che la Conferenza è una finzione, non ha alcun potere, mentre i vescovi verranno realmente scelti dal Partito Comunista Cinese, Zen avverte che un accordo di questo genere rischia di creare “una Chiesa scismatica con la benedizione del Santo Padre”.

Il cardinal Zen esprime preoccupazione anche per Hong Kong, rimasto l’unico lembo di terra cinese, assieme a Taiwan, in cui i cattolici possono vivere e praticare liberamente la fede. Ma monsignor Zen diche che Pechino sta “semplicemente buttando via il principio del ‘due sistemi, un paese’ da molto tempo e il nostro governo sta diventando così totalitario, che si stenta a credere di essere ancora a Hong Kong”. E cita quale esempio la messa al bando del Partito Nazionale di Hong Kong, che chiede indipendenza dalla Cina. In realtà, secondo il vescovo emerito dell’ex colonia britannica, “è ridicolo, è un pretesto per vietare ogni forma di critica”.