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USA

Abusi, blitz della polizia negli uffici di Di Nardo

Ieri più di cinquanta membri delle forze dell'ordine  hanno fatto irruzione negli uffici del cardinale Di Nardo, presidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, nella cancelleria dell'Arcidiocesi di Galveston-Houston in cerca di "archivi segreti" relativi agli abusi sessuali del clero. Nello stesso giorno la diocesi di Santa Fè dichiarava la bancarotta per i risarcimenti dovuti per gli abusi. 

Ecclesia 01_12_2018

Qualche tempo fa, parlando, della crisi degli abusi sessuali negli Stati Uniti, avevamo scritto che un pericolo reale era quello di una discesa in campo a livello nazionale del Dipartimento di Giustizia.  E sembra che la giustizia laica, a fronte delle evidenti incertezze da parte della Chiesa, stia prendendo l’iniziativa. Ieri, nello stesso giorno in cui la diocesi di Santa Fè dichiarava la bancarotta per i risarcimenti dovuti per gli abusi, e mentre decine di cause sono aperte in tutto il Paese, più di cinquanta membri delle forze dell'ordine  hanno fatto irruzione negli uffici del cardinale Di Nardo, presidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, nella cancelleria dell'Arcidiocesi di Galveston-Houston in cerca di "archivi segreti" relativi agli abusi sessuali del clero.

Secondo diversi resoconti dei media, la squadra che è entrata nell'edificio era composta da agenti dell'ufficio del procuratore distrettuale della contea di Montgomery, dei Rangers del Texas e degli ufficiali della polizia di Conroe. Un giornalista investigativo locale, Jeremy Roglaski di KHOU, ha pubblicato su Twitter una foto dell’operazione, e ha twittato "Cinquanta investigatori della polizia di Conroe, dei Texas Rangers e di Montgomery, [l'ufficio del procuratore distrettuale del Texas] sono sulla scena, eseguendo un mandato di perquisizione nell'Arcidiocesi di Galveston-Houston”.

L'ufficio del Procuratore distrettuale ha indicato che cercavano documenti in relazione al procedimento penale contro padre Manuel LaRosa-Lopez che è stato recentemente accusato di  quattro episodi di indecenza con un minore.

"Un uomo e una donna hanno affermato di essere stati abusati da adolescenti da LaRosa-Lopez tra il 1998 e il 2001 nella chiesa cattolica del Sacro Cuore", scrive KHOU, un’emittente legata alla CBS. "Entrambe le persone accusano il cardinale Daniel DiNardo, che guida l'arcidiocesi di Galveston-Houston, di non aver fatto abbastanza per fermare La Rosa-Lopez". "Una di loro ha detto che Di Nardo le aveva promesso che il prete sarebbe stato rimosso da ogni contatto con i bambini, solo per scoprire successivamente che LaRosa-Lopez era rimasto in un ministero attivo in un'altra parrocchia, St. John the Fisher a Richmond”. Tyler Dunman dell'ufficio del Procuratore distrettuale della contea di Montgomery ha detto: "Prenderemo qualsiasi documento su informazioni correlate a padre Manuel La Rosa Lopez, o che implichino qualsiasi altra attività criminale".

L'Arcidiocesi di Galveston-Houston ha rilasciato la seguente dichiarazione dopo il blitz:

“Questa mattina, il procuratore distrettuale della contea di Montgomery ha fatto eseguire un mandato di perquisizione per notizie e informazioni relative a un'indagine in corso. L'Arcidiocesi di Galveston-Houston continua a cooperare, come ha fatto fin dall'inizio, con questo processo. In effetti, coerentemente con l'impegno del cardinale Di Nardo di piena collaborazione, le informazioni ricercate erano già state preparate. La definizione di "archivio segreto" è semplicemente un termine della Chiesa relativo ai documenti riservati conservati in modo sicuro per la tutela della privacy delle persone - non diversamente dalle cartelle cliniche. In attesa di ulteriori informazioni o sviluppi, l'arcidiocesi non fornirà ulteriori commenti su questa indagine in corso”.

Appena due giorni prima dell'incursione, il cardinale Di Nardo aveva scritto un op-Ed per il Houston Chronicle, intitolato "L'abuso del clero sarà gestito con trasparenza", in cui  diceva:

“Parlando di padre Manuel La Rosa-Lopez, ci siamo incontrati con il suo accusatore maschio nell'agosto 2018 per sentire della sua denuncia che risale alla fine degli anni '90. Dopo il nostro incontro, padre La Rosa-Lopez è stato rimosso dal ministero. La legge richiede che le accuse di abusi sui minori vengano segnalate ai Servizi di protezione dell'infanzia (CPS) o alle forze dell'ordine. Mentre abbiamo segnalato questa accusa al CPS, abbiamo rivisto le nostre procedure e in futuro contatteremo sia le forze dell'ordine che il CPS simultaneamente. Continuiamo a cooperare pienamente con questa indagine.

Come altri media hanno riferito, due altri nostri sacerdoti che sono stati accusati di aver abusato sessualmente di un minore negli anni '70 e '80 rimangono nel ministero. Entrambi i preti hanno negato le accuse e ogni accusa è stata esaminata dal Consiglio di revisione dei laici dell'Arcidiocesi composto da individui con esperienza nelle forze dell'ordine e nella salute mentale, che dopo aver esaminato i fatti, hanno raccomandato che entrambi i sacerdoti fossero autorizzati a continuare il ministero. Queste sono le uniche accuse rivolte a entrambi i sacerdoti che hanno servito ciascuno più di 40 anni nell'Arcidiocesi. Questa Arcidiocesi prende sul serio ogni accusa di trasgressione sottoposta alla nostra attenzione e sta cooperando pienamente - e collaborerà - con tutte le indagini relative all'abuso di minori da parte del clero. In questo senso, la Chiesa di oggi è diversa dalla Chiesa degli anni '70 e '80. Riconosciamo che l'unico modo per risolvere la crisi di abuso e ripristinare la fiducia con i fedeli è quello di affrontare tutte le accuse di abuso in modo uniforme e trasparente. Mentre la Chiesa nel suo complesso ha fatto passi da gigante soprattutto dal 2002 per affrontare questo male, abbiamo ancora un lavoro importante da fare. Possiamo fare, e faremo, meglio”.

Bisogna ricordare che da agosto, dopo la testimonianza di mons. Viganò, e la pubblicazione del rapporto del Gran Jury di Pennsylvania, la Chiesa americana sta vivendo momenti di grande difficoltà; e in particolare sta affrontando la reazione dei laici che si sono sentiti – e ancora si sentono – traditi sia dal vertice che dalle decisioni del Vaticano. In particolare dal “blocco” imposto da Roma al voto su due importanti misure, fra cui l’istituzione di una commissione di indagine affidata ai laici. Come è stato fatto in Francia.