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CIRINNA'

10mila ore di preghiera per difendere la famiglia

Un'ora di guardia: ciascuno è chiamato a farsi carico di un’ora in cui raccogliersi in preghiera per implorare a Dio di fermare il ddl Cirinnà e i soprusi che esso comporterebbe. A poco più di una settimana, sono state 10.000 le ore di preghiera promesse da 4500 persone. Ecco alcune testimonianze. 

Famiglia 16_01_2016
Un'ora di guardia

Un intero popolo in ginocchio per difendere la famiglia e i diritti dei bambini. Questa è la straordinaria avventura dell’“Ora di guardia,” un’iniziativa partita da qualche giorno per chiamare a raccolta tutti i cattolici e ricordare loro che di fronte all’avanzata del male nel mondo lo sforzo umano non è sufficiente: è necessaria la preghiera. 

L’invito è molto semplice ed è chiaramente spiegato sul sito www.unoradiguardia.it: ciascuno è chiamato a farsi carico di un’ora in cui raccogliersi in preghiera per implorare a Dio, per l’intercessione di Maria e di tutti i santi, di fermare il ddl Cirinnà e i soprusi che esso comporterebbe nei confronti della famiglia e dei più piccoli.

E la risposta non si è fatta attendere: già a poche ore dall’apertura del portale, grazie al tam tam sui social network, erano state offerte più di 2000 ore di preghiera che sono aumentate in maniera esponenziale nei giorni successivi. A poco più di una settimana sono più di 10 mila le ore di preghiera promesse da più di 4500 persone.

Questo per quanto riguarda le ore conteggiate sul sito, che non tengono traccia di chi ha offerto la propria ora di preghiera senza registrarsi e senza contare tutti coloro che si sono registrati e hanno vissuto l’ora di guardia in compagnia di decine – in qualche caso centinaia – di altre persone. Il conteggio allora si moltiplica vertiginosamente: un fiume di suppliche che in queste ore sta salendo come incenso al cospetto di Dio, un vero tesoro di grazia. Tutte le ore sono state “occupate”: questo significa che dal 4 gennaio fino alla data della discussione, a qualsiasi ora del giorno e della notte qualcuno è in ginocchio davanti al Signore per implorare il suo intervento a fermare questa legge.

Sul sito è possibile farsi un’idea della varietà di questo grande popolo che in queste ore si sta riunendo in preghiera, scorrendo l’elenco di chi ha deciso di lasciare il proprio nome. Si scopre così che si sono impegnate a vivere l’ora di guardia anche più di 70 parrocchie e gruppi sparsi in tutta la penisola: diverse le sigle di associazioni e movimenti ecclesiali rappresentati.

Tra i nomi delle decine e decine di sacerdoti, religiosi e religiose, comunità di monaci ed eremiti ci si può imbattere in qualche sorpresa. Si nota infatti che partecipano all’ora di guardia anche le tre suore della Comunità Minime Del S. Cuore di Rambewa, nel lontano Sri Lanka e che la loro non è la sola preghiera che proviene dall’estero, come si può vedere dalle più di 120 persone che pregheranno dalla Slovenia. Proprio nel Paese slavo la preghiera organizzata e costante ha avuto un ruolo cruciale nella vittoria del referendum che ha abrogato la legge sul matrimonio omosessuale, come hanno dichiarato molti intervistati all’indomani del voto. Presenti nell’elenco anche nomi di diverse personalità note a livello nazionale come Mario Adinolfi, Costanza Miriano e Padre Maurizio Botta.

Non manca il caso della diocesi di Cremona dove il responsabile dell’Ufficio per la pastorale familiare diocesana don Giuseppe Nevi ha inviato a tutti i sacerdoti una lettera per invitarli ad aderire all’iniziativa insieme ai loro parrocchiani. “Ti chiedo – scrive nella sua lettera – di diffondere l’iniziativa tra le famiglie della tua comunità e se lo credi opportuno promuovere nelle prossime due settimane che ci separano dalla data in questione almeno due momenti di preghiera o di adorazione eucaristica, per intercedere presso il Padre affinché illumini il cuore e la mente di coloro che dovranno decidere sul futuro della nazione”.

Un invito che, dove è stato accolto, ha riscontrato un notevole successo, come spiega lo stesso don Giuseppe: “Dal punto di vista della sensibilità delle persone mi pare di riscontrare un’attenzione e una convinzione chiara. Nella mia parrocchia la chiesa era piena con la presenza di tante famiglie con bambini e anche altri confratelli si sono detti interessati all’iniziativa”. 

“Partecipare all’ora di guardia ci ha permesso di sentirci in profonda comunione con tanti altri fratelli e sorelle che in queste ore si stanno mettendo in ginocchio davanti a Dio: abbiamo potuto mettere nelle mani del Signore anche tutte le vittime di questa falsa ideologia, a partire da chi la porta avanti e la promuove,” spiega Andrea, che ha vegliato con un gruppo giovanile della bergamasca. “Ci viene chiesto di vivere in un momento davvero cruciale per la famiglia: come possiamo restare senza fare nulla mentre in Parlamento si porta avanti il progetto di distruggerla e di togliere ai bambini il diritto di avere un padre e una madre?”