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affinità

Quel legame misterioso tra papa Bergoglio e San Pio X

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Conforto, riconciliazione, intercessione per la pace? Restano ignote le ragioni che hanno spinto Francesco, negli ultimi giorni di vita, a visitare la tomba di un predecessore che appare la sua antitesi. E del quale tuttavia è sempre stato devoto.

Ecclesia 26_04_2025

Della visita a sorpresa di papa Francesco in san Pietro lo scorso 10 aprile si è parlato soprattutto per la mise trasandata con cui si è presentato. Ma è interessante anche notare un obiettivo di quella visita, oltre all’osservazione dei risultati dei recenti restauri (in particolare quelli ai monumenti funebri di Paolo III e Urbano VIII):  la preghiera davanti alla tomba di San Pio X.

Può colpire di primo acchito la particolare attenzione che Francesco ha dedicato apertamente, in una delle sue ultime sortite pubbliche, ad un pontefice del passato come Pio X, bastione dell’antimodernismo e assurto a simbolo per molti cattolici tradizionalisti con cui Bergoglio si è trovato in aspra opposizione nel corso di tutto il suo pontificato.

In realtà una devota attenzione di Francesco per Pio X non è inedita e se ne trova traccia espressa in diverse occasioni nel corso degli anni.
Il 21 agosto del 2015, nel giorno della memoria liturgica di Pio X, Francesco si era già presentato in San Pietro di buon mattino per pregare sulla tomba di papa Sarto, ed era poi rimasto ad assistere alla Messa celebrata all’altare del Santo da monsignor Lucio Bonora.

Lo stesso mons. Bonora ha pubblicato nel 2023 un saggio dedicato alla figura di San Pio X (Omaggio a Pio X. Ritratti coevi) con prefazione di papa Francesco che, rivolgendosi allo stesso Bonora, riferiva: «Tu sai che io amo molto Pio X e l’ho sempre amato. Quand’ero a Buenos Aires, nel giorno della sua festa, il 21 agosto, solevo radunare i catechisti dell’arcidiocesi (…) era un incontro che desideravo e che cercavo. Io godevo di passarlo con quanti si prodigano per istruire fanciulli e adulti nelle verità della fede e Pio X è sempre stato conosciuto come il Papa della catechesi»; ancora, Pio X è descritto da Francesco come «[u]n Papa che fece capire a tutta la Chiesa che senza eucaristia e senza assimilazione delle verità rivelate, la fede personale si affievolisce e muore».

C’è poi un altro elemento che avrebbe avvicinato Francesco al papa del catechismo: la guerra. In quella prefazione, Bergoglio ricorda infatti Pio X come «un Papa che pianse di fronte alla guerra mondiale, di cui fu ritenuto la prima vittima, scongiurando i potenti di deporre le armi» e prosegue: «[c]ome lo sento vicino in questo momento tragico del mondo odierno».
Curioso notare ancora come, sempre in questa prefazione, Francesco promuova la figura di San Pio X come papa attuale, modello per la Chiesa e i cristiani di oggi, non confinato in epoche passate della storia o «monopolizzato da gruppi particolari» (in ciò potendosi ravvedere una polemica nei confronti della stessa Fraternità Sacerdotale San Pio X che ne prende il nome, o di altre realtà ‘tradizionaliste’).

Ancora, la figura di Pio X ha assunto rilievo in diversi altri momenti del pontificato ed è stata ben ricordata pure nell’udienza generale tenuta in occasione dell’ultima sua memoria liturgica (21 agosto 2024); inoltre, già nell’anno precedente Bergoglio aveva concesso la peregrinatio delle reliquie di San Pio X nei suoi luoghi di origine, fra le diocesi di Treviso, Padova e Venezia, rivendicando con orgoglio tale decisione.

Le attestazioni positive di Francesco nei confronti di San Pio X e della sua eredità appaiono nient’affatto scontate se, andando per grandi esemplificazioni, si torna ad osservare come da un lato Pio X sia considerato piena espressione della tradizione cattolica preconciliare e dall’altra quanto Francesco sia associato a una sensibilità ‘sinodale’ tipicamente postconciliare, con un approccio verso la dottrina che – eufemisticamente parlando – appare meno ‘strutturato’ e non privo di elementi problematici anche alla luce di diverse dichiarazioni rese in forma estemporanea.
Le due figure sono quindi spesso state percepite idealmente quali simboli di visioni del mondo quantomai distanti, quando non aspramente contrapposte.

Non possiamo ovviamente conoscere i pensieri di Francesco, nel volgersi in ultima preghiera al sepolcro di Pio X. Non sarebbe da escludere l’affinità dichiarata in ragione della comune sensibilità per le tragedie della guerra, tema evidentemente caro a Francesco, richiamato anche nel suo discorso letto da mons. Ravelli in occasione dell’ultima apparizione pubblica, alla benedizione pasquale urbi et orbi il giorno prima di morire. In questa prospettiva assumerebbe ulteriore senso anche la precedente tappa effettuata in quel 10 aprile davanti al monumento a Benedetto XV, il pontefice che denunciò l’«inutile strage» della Prima Guerra Mondiale.

C’è chi però ha inteso accostare la preghiera alla tomba di Pio X ad un precedente storico pregno di suggestive analogie simboliche, come segnalato con acume dall’amico giornalista Ciro Fusco.
Il 1° agosto 1978, cinque giorni prima di morire, Paolo VI – il Papa che portò a termine il Concilio – si recò in visita a sorpresa alla tomba del cardinale Giuseppe Pizzardo, giungendo appositamente da Castel Gandolfo alla vicina località Frattocchie. Il vaticanista Carlo Di Cicco riferì che non si coglieva in apparenza il senso di quella visita, visto che il mondo dell'informazione riteneva di scarso interesse la preghiera del pontefice sulla tomba di un cardinale defunto otto anni prima, il cui ricordo non era rimasto particolarmente vivo nella memoria mediatica.

Eppure, il cardinale rappresentava quel mondo cattolico preconciliare che aveva guardato con sospetto alle aperture del Concilio e, già prima che Montini salisse al soglio pontificio, Pizzardo ne aveva osteggiato l’orientamento, risultando anche tra gli artefici dell’allontanamento di Montini dalla curia romana. Di Cicco riferì di essere riuscito a chiedere nell’occasione a Paolo VI il motivo di tale visita; questi gli rispose che la riconciliazione è un valore cristiano, anche per un papa.

Non sappiamo quindi se, nell’ultima visita al sepolcro di Pio X, Francesco abbia cercato conforto o anche riconciliazione. Quale che fosse l’intenzione del pontefice in quel gesto di preghiera, si auspica che possa esser stato un segno – per quanto simbolico, flebile e magari non voluto – dell’esigenza di riaffermare nel futuro prossimo della Chiesa la centralità dell’eucaristia e dell’«assimilazione delle verità rivelate», senza la quale «la fede personale si affievolisce e muore», per usare le parole scelte dallo stesso Bergoglio nel sottolineare il prezioso lascito di San Pio X alla Chiesa di oggi e al suo popolo.



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