Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Fedele da Sigmaringen a cura di Ermes Dovico

Vita e bioetica


Viva la piccola città texana «santuario per il nascituro»
VENTO PRO VITA

Viva la piccola città texana «santuario per il nascituro»

I cinque membri del consiglio comunale di Waskom, cittadina di 2.000 anime, hanno dichiarato il loro piccolo centro «Città-santuario per il nascituro» e definito «organizzazioni criminali» realtà come il colosso abortista Planned Parenthood. Una decisione coraggiosa, che potrebbe anche arrivare alla Corte Suprema. E se divenisse una svolta epocale?


Come rinascere dopo l'aborto, il "lutto proibito"
VIGNA DI RACHELE

Come rinascere dopo l'aborto, il "lutto proibito"

"Ci siamo trovati con persone che dopo aver vissuto un aborto hanno tentato di chiudere questa vicenda, di risanarla, senza però trovare il tempo e lo spazio necessari. Non si tratta solo di una ferita psicologica, è una profonda ferita spirituale che va guarita, con l'aiuto di Gesù". Intervista a Monika Rodman, responsabile in Italia della Vigna di Rachele, un apostolato che organizza periodicamente ritiri di tre giorni per favorire la guarigione interiore di uomini e donne che portano dentro di sé il dolore di un aborto, aiutandoli a riconciliarsi con il figlio perduto.


«Organi e trapianti, quanti dubbi sul momento della morte»
INTERVISTA A D. NGUYEN (integrale)

«Organi e trapianti, quanti dubbi sul momento della morte»

"Morte cerebrale" e "morte a cuore fermo": sono i due paradigmi con cui si stabilisce ufficialmente la morte di un paziente, vittima di incidente o con grave disabilità, per poter procedere all'espianto degli organi. Ma questa dichiarazione spesso «non corrisponde alla morte biologica», sono due concetti introdotti per facilitare i trapianti, denuncia la teologa e bioeticista Doyen Nguyen, che si batte per riaprire il dibattito su questo tema delicato.


«Organi e trapianti, quanti dubbi sul momento della morte»
INTERVISTA A DOYEN NGUYEN

«Organi e trapianti, quanti dubbi sul momento della morte»

"Morte cerebrale" e "morte a cuore fermo": sono i due paradigmi con cui si stabilisce ufficialmente la morte di un paziente, vittima di incidente o con grave disabilità, per poter procedere all'espianto degli organi. Ma questa dichiarazione spesso «non corrisponde alla morte biologica», sono due concetti introdotti per facilitare i trapianti, denuncia la teologa e bioeticista Doyen Nguyen, che si batte per riaprire il dibattito su questo tema delicato.


Ecco perché il governo Macron vuole Vincent morto
EUTANASIA DI STATO

Ecco perché il governo Macron vuole Vincent morto

Prima delle europee il presidente francese aveva detto di non poter interferire con la decisione di interrompere le cure a Vincent Lambert, mentre dopo le elezioni il suo governo ha presentato ricorso contro la decisione della Corte d’Appello di far riprendere alimentazione e idratazione. Carnevalata elettorale a parte (gli servivano i voti dei cattolici), perché tanta fretta di sbarazzarsi di un disabile? Per una serie di precisi motivi.


Noa e quella richiesta di aiuto che nessuno ha colto
DENTRO IL DRAMMA

Noa e quella richiesta di aiuto che nessuno ha colto

Dichiarando di voler morire, Noa stava in realtà chiedendo una ragione per continuare a vivere, ma per quanto ne sappiamo nessuno è stato capace di offrirgliela. La nostra società ha individui esperti in ogni settore professionale, ma non ha più persone affettivamente adulte, cioè in grado di “sopportare” la dipendenza dei più giovani, facendosi carico delle loro angosce.


Usa, basta fondi pubblici alla ricerca che usa i feti
DIRITTO ALLA VITA

Usa, basta fondi pubblici alla ricerca che usa i feti

L’amministrazione Tump ha chiuso il rubinetto dei fondi pubblici agli enti che praticano la ricerca usando tessuti prelevati da feti abortiti. Si tratta di una decisione presa dal Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (Hhs), equivalente del Ministero della Sanità. Un piccolo passo, ma con un grande significato.


Noa e noi. Solo in Cristo la sofferenza acquista senso
IL NOSTRO FINE

Noa e noi. Solo in Cristo la sofferenza acquista senso

Una ragazza di 17 anni si lascia morire perché oppressa dalla sofferenza, ma cosa sta dietro a una scelta simile? Non siamo fatti per la sofferenza, eppure essa è fisiologica, non patologica. Se liberamente accettata e offerta, rende l'uomo simile a Cristo, acquistando valore redentivo. Una società materialista non la comprende: per vivere nonostante la sofferenza, infatti, serve un fine. Che trascende l'uomo.


Il caso Noa ci dice che abbiamo tollerato troppo
SUICIDIO ASSISTITO

Il caso Noa ci dice che abbiamo tollerato troppo

Se ci sforziamo di non nascondere la realtà, la morte di Noa è l’ulteriore tassello che prefigura questo torbido futuro: il male democraticamente celebrato, contemplato per legge, pianificato, come si pianifica la soddisfazione di un diritto.
- LA SOFFERENZA CHIEDE UN SENSO, di Roberto Marchesini


Noa, la ragazza suicida a cui bisognava ridare la speranza
CULTURA DI MORTE

Noa, la ragazza suicida a cui bisognava ridare la speranza

Al di là delle modalità concrete che hanno permesso a Noa Pothoven di morire, va detto che alla 17enne olandese doveva essere innanzitutto impedito di realizzare il proposito suicida, anche con l'intervento coattivo per mantenerla in vita. Il problema è la cultura di morte, fondata sull'autodeterminazione, che è sorella delle stesse violenze sessuali poiché poggia su un'idea di libertà senza limiti. Mentre per Noa serviva il balsamo indicato dal Papa: che ci si prendesse cura di lei, ridandole speranza.

- EUTANASIA, OLANDA ALL'ATTO FINALE: I SANI VERRANNO UCCISI, di Willem J. Eijk

- L'ANNO SCORSO 6.126 LE MORTI INDOTTE NEI PAESI BASSI, di Giuliano Guzzo

- DAL BELGIO AL CANADA, COME SI PRECIPITA VERSO IL BARATRO, di Ermes Dovico


A Dio Sgreccia, padre della bioetica cristiana
AVEVA 91 ANNI

A Dio Sgreccia, padre della bioetica cristiana

Convinto assertore della necessità dell'incontro tra etica e scienza, il cardinale Elio Sgreccia, morto ieri a 91 anni, ha dedicato la sua vita a difendere l'idea dell'oggettività dell'essere umano. Teologo e presidente della Pontificia Accademia per la Vita, è stato una colonna della bioetica cristiana nell'ambito del rapporto con il diritto: aborto, eutanasia, fecondazione assistita, sperimentazione sull'uomo, biotecnologie. Il suo ultimo appello per Charlie Gard. 


Sarco, la macchina-bara che uccide "in pochi minuti"
DERIVA DIABOLICA

Sarco, la macchina-bara che uccide "in pochi minuti"

Esposta a Venezia a una mostra di design, "Sarco" (sarcofago) è una specie di capsula ideata da un'organizzazione pro eutanasia. «Abbiamo un pulsante "Muori" e anche un pulsante "Stop"», dice il designer. Insomma, una "sicura" ghigliottina 2.0, attivabile con un codice anche da disabili. Il suicidio diviene così un gesto estetico, secondo una precisa strategia luciferina.